In Bangladesh il fenomeno del lavoro minorile è una piaga sociale. Pandemia e cambiamenti climatici hanno causato una forte recessione. Privati dei diritti di base, i poveri sono spinti verso un’ulteriore povertà e quelli che anni fa erano benestanti ora sono in difficoltà. A porre l’attenzione sul problema ha pensato il fotografo documentarista Mohammad Shahnewaz Khan col suo progetto a lungo termine “Fallen Stars” (stelle cadenti) dedicato a tutti quei bambini che lavorano lontano dalla loro casa e dalla loro famiglia.
Vittime di povertà, della mancanza di istruzione, delle inondazioni, della siccità, della rottura dei fiumi, dei cambiamenti climatici, della migrazione, sono costretti a condizioni di vita che negano loro l’infanzia. A volte sono inseriti in situazioni pericolose come i campi di produzione di mattoni, le fabbriche di alluminio, le discariche di rifiuti e i cantieri navali. Vengono impiegati sia di giorno che di notte, anche nelle aree rurali e urbane, a volte per chiedere l’elemosina e sfamare le famiglie stesse, confrontandosi con situazioni che sono in netto contrasto con le promesse della Convenzione delle Nazioni Unite sui diritti dell’infanzia, adottata 30 anni fa. Una situazione di abuso, violenza, sfruttamento, malnutrizione e lavoro che si sostituisce al tempo per l’istruzione o per il gioco.
Secondo l’UNICEF, 5,6 milioni dei 26 milioni di bambini del Paese non frequentano la scuola e più di 7,4 milioni di bambini sono impegnati in attività di questo tipo. Molti di loro lavorano in condizioni pessime, alcuni rischiano addirittura la vita. Secondo il rapporto National Child Labor Survey, pubblicato nel 2015. In media, i bambini lavorano 28 ore alla settimana e guadagnano 4 dollari alla settimana. La stragrande maggioranza di loro (93%), lavora sottotraccia, in nero, il che rende difficile l’applicazione della legislazione in materia. L’83% dei bambini lavoratori è impiegato nelle aree rurali e il 17% nelle aree urbane. I datori di lavoro spesso preferiscono impiegare i bambini perché sono più economici e considerati più accondiscendenti e obbedienti degli adulti. Spesso le condizioni sono pericolose e i bambini rischiano di subire maltrattamenti, violenze, traffici, abusi, sfruttamento, cibo di bassa qualità e di perdere l’istruzione. Di conseguenza, rimangono bloccati in lavori poco remunerativi e poco qualificati, perpetuando così il ciclo della povertà. Non sono fortunati come gli altri. Secondo UNICEF, National Geographic e AL JAZEERA, il Bangladesh è tra i Paesi più vulnerabili agli effetti del cambiamento climatico. Secondo l’IDMC, nella prima metà del 2019 sono stati registrati circa 1,7 milioni di nuovi sfollati in Bangladesh e nell’ultimo decennio quasi 700.000 bangladesi sono stati sfollati in media ogni anno a causa di disastri naturali. A causa dei cambiamenti climatici, come la povertà e le migrazioni, il lavoro minorile è in aumento in Bangladesh e nel mondo. Il problema è sempre più globale.
Autore foto: ©️ Mohammad Shahnewaz Khan
Child labor, journey where the scourge is most painful
Child labor is a social scourge in Bangladesh. Pandemic and climate change have caused a severe recession. Deprived of basic rights, the poor are pushed into further poverty, and those who were affluent years ago are now struggling. Bringing attention to the problem has been documentary photographer Mohammad Shahnewaz Khan with his long-term project “Fallen Stars” dedicated to all those children working far from their homes and families.
Victims of poverty, lack of education, floods, drought, broken rivers, climate change, and migration, they are forced into living conditions that deny them childhood. Sometimes they are placed in dangerous situations such as brick-making camps, aluminum factories, garbage dumps and shipyards. They are employed both day and night, even in rural and urban areas, sometimes begging and feeding the families themselves, confronting situations that are in stark contrast to the promises of the UN Convention on the Rights of the Child, adopted 30 years ago. A situation of abuse, violence, exploitation, malnutrition and work that replaces time for education or play.
According to UNICEF, 5.6 million of the country’s 26 million children do not attend school and more than 7.4 million children are engaged in such activities. Many of them work in poor conditions, some even risking their lives. According to the National Child Labor Survey report, published in 2015. On average, children work 28 hours a week and earn $4 a week. The vast majority of them (93 percent), work under the radar, off the books, which makes enforcement of relevant legislation difficult. 83% of child workers are employed in rural areas and 17% in urban areas. Employers often prefer to employ children because they are cheaper and considered more compliant and obedient than adults. Often the conditions are dangerous and children are at risk of abuse, violence, trafficking, abuse, exploitation, low quality food, and missing out on education. As a result, they get stuck in low-paying, low-skilled jobs, thus perpetuating the cycle of poverty. They are not as fortunate as others. According to UNICEF, National Geographic and AL JAZEERA, Bangladesh is among the countries most vulnerable to the effects of climate change. According to IDMC, in the first half of 2019, there were about 1.7 million newly displaced people in Bangladesh, and over the past decade, nearly 700,000 Bangladeshis have been displaced on average each year due to natural disasters. Due to climate change, such as poverty and migration, child labor is on the rise in Bangladesh and around the world. The problem is increasingly global.