Nella giornata di domenica 26 marzo, si sono tenute le elezioni farsa del regime cubano per il rinnovo dell’Assemblea nazionale del potere Popolare, il parlamento castrista.
Attivisti e società civile hanno tentato di organizzare sia dentro che fuori dall’isola attività di informazione indipendente per certificare la natura farsesca delle consultazioni promosse, come da tradizione pluridecennale, con un solo partito ammesso (il Partito Comunista Cubano) e con migliaia di prigionieri politici e di coscienza nelle carceri cubane.
Alcuni attivisti, come Librado Linares e Zelandia Perez, sono stati oggetto di repressione preventiva da parte degli organismi di sicurezza del regime castrista, che hanno impedito lo svolgimento delle benché minime attività di osservazione elettorale. Come dichiarato dallo stesso Linares attraverso il suo account Twitter, l’attivista cubano è stato oggetto di misura di detenzione domiciliare, così come di una convocazione presso il tribunale competente.
Zelandia Perez invece, coordinatrice dell’iniziativa COCUDE (Commissione Cubana di Difesa Elettorale) non ha potuto nemmeno uscire di casa: davanti alla sua abitazione, fin dalle prime ore del mattino, stazionava un’auto della polizia del regime.
L’ennesima conferma dell’assenza assoluta di consultazioni libere, giuste e trasparenti a Cuba, definita non molto tempo fa dall’Unione Europea “una democrazia a partito unico”.
Cuban regime represses activists during election Sunday to prevent electoral observation
On Sunday, March 26, the Cuban regime’s farcical elections for the renewal of the National Assembly of People’s Power, the Castro parliament, were held.
Activists and civil society attempted to organize both on and off the island independent information activities to certify the farcical nature of the consultations promoted, in keeping with decades-long tradition, with only one admitted party (the Cuban Communist Party) and with thousands of political prisoners and prisoners of conscience in Cuban jails.
Some activists, such as Librado Linares and Zelandia Perez, were subjected to preventive repression by the Castro regime’s security agencies, which prevented the conduct of even the slightest election observation activities. As stated by Linares himself through his Twitter account, the Cuban activist has been the subject of a home detention measure, as well as a summons to the competent court. Zelandia Perez, on the other hand, coordinator of the COCUDE (Cuban Electoral Defense Commission) initiative, was not even allowed to leave her home: a regime police car was stationed in front of her home since the early hours of the morning.
Yet another confirmation of the absolute absence of free, fair and transparent consultations in Cuba, which the European Union not long ago called “a one-party democracy.”