In molti Paesi del mondo si consuma ancora questa triste prassi dei matrimoni combinati, spesso forzati, che obbligano giovani donne (qualche volta anche gli uomini) a sottomettersi alle convenzioni sociali, a tradizioni ancestrali che ledono i loro diritti di autodeterminazione, alla necessità di controllo dei loro genitori che, per necessità o ignoranza, forzano i figli alle loro scelte.
Un fenomeno che prolifera maggiormente tra le comunità più povere della società, dove persistono la mancanza di accesso all’educazione, la carenza alimentare e la miseria e che, talvolta, si risolve in casi di violenza psicologica e fisica, o di omicidio, per coloro che tentano di sottrarsi al volere di chi li circonda.
La costrizione risulta ancora più aberrante quando si tratta di vittime minori: la maggioranza di questi casi coinvolge bambine dai 13 anni in su, con conseguenti rischi di gravidanze premature. Molte di loro muoiono durante la gravidanza o il parto, perché il loro corpo non è ancora pronto a procreare. Inoltre, un matrimonio forzato che coinvolge una minorenne comporta abusi sessuali ed emotivi incancellabili, ma dove la povertà è più grave, una figlia femmina può essere considerata un onere finanziario per i suoi genitori che tentano di accasarla, o venderla come merce di scambio, a uomini anche più anziani per ottenere beni o denaro che permetta alla famiglia di sostentarsi.
Grazie al lavoro e ai dati incrociati di molte ONG e dell’Agenzia delle Nazioni Unite, oggi possiamo attingere a dati attendibili sul fenomeno e tracciare una mappa di dove sia ancora presente. Il Bangladesh pare essere il primo Paese con il 22% di ragazze sposate prima dei 15 anni, seguono diversi stati africani, il Nepal, l’India, il Kirghizistan, lo Yemen, ed è radicato perfino in America Latina.
E se in India i matrimoni di donne che non hanno raggiunto i 18 anni sono illegali e punibili con il carcere per i genitori della sposa, dello sposo e del marito se maggiorenne, in molti Paesi islamici come il Pakistan, l’Afghanistan e il Bangladesh e altri dove vige la shaira, sono legali.
Per combattere questa piaga, è indispensabile che venga riconosciuta a livello internazionale come una violazione dei diritti umani e come una evidente discriminazione di genere. Questo primo passo potrebbe contribuire a diffondere una consapevolezza tra le famiglie e le giovani donne. Nel continente africano i matrimoni precoci e forzati avvengono più di frequente in Camerun, Repubblica Centrafricana, Burkina Faso, Nigeria, Guinea, Mali, Mozambico, Uganda, Ciad.
Le fotografie di Graziano Perotti documentano una cerimonia a Zanzibar.
Barbara Silbe
Foto credit: ©️ Graziano Perotti
In many countries around the world, this sad practice of arranged marriages still takes place, forcing young women (sometimes men as well) to submit to social conventions, to ancestral traditions that infringe on their rights of self-determination, and to the need for control by their parents who, out of necessity or ignorance, force their children to their choices.
It is a phenomenon that proliferates most among the poorest communities in society, where lack of access to education, food shortages and poverty persist, and which sometimes results in cases of psychological and physical violence, or murder, for those who attempt to escape the will of those around them.
The constraint is even more aberrant when it comes to child victims: the majority of these cases involve girls aged 13 and older, resulting in the risk of premature pregnancies. Many of them die during pregnancy or childbirth because their bodies are not yet ready to procreate. In addition, a forced marriage involving a minor involves indelible sexual and emotional abuse, but where poverty is more severe, a female child may be considered a financial burden to her parents who attempt to settle her, or sell her as a bargaining chip, to even older men in order to obtain goods or money to enable the family to sustain itself.
Thanks to the work and cross-referenced data of many NGOs and the UN agency, we can now draw on reliable data on the phenomenon and map out where it still occurs. Bangladesh appears to be the top country with 22 percent of girls married before the age of 15, followed by several African states, Nepal, India, Kyrgyzstan, Yemen, and it is entrenched even in Latin America. To combat this scourge, it is imperative that it be recognized internationally as a violation of human rights and as blatant gender discrimination. This first step could help spread awareness among families and young women. On the African continent, early and forced marriages occur most frequently in Cameroon, Central African Republic, Burkina Faso, Nigeria, Guinea, Mali, Mozambique, Uganda, and Chad.
Graziano Perotti’s photographs document a ceremony in Zanzibar.
Barbara Silbe
Photo credit: ©️ Graziano Perotti