Forti timori si addensano sulla situazione macroeconomica in Bolivia. Da settimane, si rincorrono infatti notizie preoccupanti su alcuni indicatori chiave per valutare la solidità economico-finanziaria del Paese andino, al punto che sono ormai quotidiane le lunghe code di boliviani per accedere alla Banca Nazionale e a istituti di credito privati per prelevare dollari. Nonostante le autorità non pubblichino dati ufficiali da tempo, pare che le riserve nazionali di valuta pregiata disponibili siano scarsissime, fattore che mette in serio rischio la stabilità macrofinanziaria della Bolivia. L’incombente crisi monetaria si aggiunge all’altrettanto grave crisi che sta investendo il settore del gas naturale, la cui produzione nazionale è in picchiata da mesi: un paradosso, apparentemente, considerando come la Bolivia, da Paese esportatore netto di gas verso i Paesi vicini, potrebbe rapidamente tramutarsi in Paese importatore. Un insieme di fattori che ha indotto l’agenzia di rating Fitch a declassare i titoli di stato boliviani a “titoli spazzatura”.
Come la Bolivia sia finita sull’orlo di una crisi potenzialmente sistemica, è presto detto: un debito pubblico costantemente in crescita da anni e ormai fuori controllo, un settore pubblico ipertrofico, la perdurante fragilità dello stato di diritto dopo anni di governo autocratico del movimento di Evo Morales hanno allontanato gli investimenti esteri produttivi, mentre gli investimenti interni per il mantenimento della produttività degli impianti di estrazione di gas si sono rivelati del tutto inefficienti. E tutto ciò, in una realtà nazionale in cui la produzione di coca, l’estrazione illegale di minerali e la corruzione sono padrone delle dinamiche politico-economiche. Senza dimenticare che in Bolivia, sono sotto detenzione più di 200 persone per motivi politici. Ultimo caso, il più eclatante, è stato quello del governatore di Santa Cruz, Luis Fernando Camacho, arrestato in un’operazione degna di una serie TV, da organismi giudiziari fuori della loro competenza territoriale, con capi d’accusa fabbricati ad arte. La Bolivia pare candidarsi a ennesimo esempio di come l’assenza di stato di diritto porti al disastro civile, politico ed economico di una collettività.
Andrea Merlo
Crowd of Bolivians in front of Central Bank to withdraw dollars: fears of systemic crisis. The end of the Morales era?
Fears are looming over the macroeconomic situation in Bolivia. For weeks now, worrying reports have been chasing each other about some of the key indicators for assessing the Andean country’s economic-financial soundness, to the point that long lines of Bolivians are now daily in order to access the National Bank and private banks to withdraw dollars. Although the authorities have not published official data for some time, it appears that available domestic reserves of foreign currency are very low, a factor that puts Bolivia’s macrofinancial stability at serious risk. The looming currency crisis comes in addition to the equally serious crisis affecting the natural gas sector, whose national production has been nosediving for months-a paradox, apparently, considering how Bolivia, from being a net exporter of gas to neighboring countries, could quickly turn itself into an importing country. A combination of factors that led the rating agency Fitch to downgrade Bolivia’s government bonds to “junk”.
How Bolivia ended up on the brink of a potentially systemic crisis is easily said: a steadily growing public debt that has been growing for years and is now out of control, a hypertrophic public sector, and the continuing fragility of the rule of law after years of autocratic rule by Evo Morales’ movement have driven away productive foreign investment, while domestic investment to maintain the productivity of gas extraction plants has proven to be totally inefficient. And all this, in a national reality where coca production, illegal mineral extraction and corruption are masters of political-economic dynamics. Not to mention that in Bolivia, more than 200 people are under detention for political reasons. The latest and most notorious case was that of the governor of Santa Cruz, Luis Fernando Camacho, who was arrested in an operation worthy of a TV series, by judicial bodies outside their territorial jurisdiction, on artfully fabricated charges. Bolivia seems to be a candidate for yet another example of how the absence of the rule of law leads to the civil, political and economic disaster of a community.
Andrea Merlo