Juan Guaidò, leader dell’opposizione venezuelana ed ex presidente ad interim del Paese sudamericano, ha annunciato a sorpresa la sua fuoriuscita dal Venezuela attraverso un comunicato diffuso via twitter. Nel testo, Guaidò informa la comunità internazionale di trovarsi già in Colombia, per continuare la lotta per la liberazione del Paese dalla brutale narcodittatura chavista di Maduro. Negli ultimi giorni, l’ex presidente ad interim della Repubblica ed ex presidente dell’Assemblea Nazionale era stato destinatario di minacce da parte del regime sempre più pesanti e dirette, al punto che si erano perfino diffuse voci, evidentemente non fondate, della possibilità che il giovane oppositore si fosse rifugiato nell’ambasciata francese a Caracas. Notizia sostanzialmente smentita dai fatti, poche ore dopo, quando Guaidò ha fatto sapere di trovarsi nel Paese confinante, spesso destinazione di dissidenti antichavisti, nonché di milioni di venezuelani in fuga dalla repressione, dalla fame e dalla violenza quotidiana dovuta alle scorribande in Venezuela di guerriglie, narcos, paramilitari, violenza comune e organi di polizia corrotti e complici di una complessa macchina di controllo sociale e negazione dei diritti fondamentali.
Di seguito, il testo del comunicato di Juan Guaidò:
“Sono appena giunto in Colombia, nello stesso modo di milioni di altri venezuelani prima di me: a piedi.
Sono venuto nell’ambito del summit convocato dal presidente Petro per il 25 aprile, e chiederò di riunirmi con le delegazioni internazionali che saranno presenti.
Sosterrò incontri con la diaspora venezuelana, quella che il regime di Maduro ha espulso e a cui sta negando i diritti fondamentali, il diritto di partecipare alle primarie di quest’anno così come alle elezioni presidenziali.
Spero che il summit possa garantire che il regime di Maduro torni al tavolo di negoziato in Messico, e che si concordi un cronogramma credibile per delle elezioni libere e corrette come soluzione alla crisi.
La nostra lotta serve affinché i diritti dei venezuelani valgano. Affinché il loro voto valga, continuerò a insistere sulle esigenze dei nostri venezuelani in esilio che reclamano di poter partecipare alle primarie, alle elezioni presidenziali e a quelle che verranno.
Non smetterò di denunciare i crimini contro l’umanità commessi dal regime di Maduro., Esigo la liberazione dei quasi 300 detenuti politici che permangono in prigione, la cessazione della persecuzione contro la mia famiglia, il mio team e tutti quelli che lottano per un Venezuela migliore. La nostra lotta è focalizzata a ottenere elezioni libere e il pieno rispetto dei diritti umani.
In questi ultimi giorni, il regime ha nuovamente aumentato il peso delle minacce contro di me, con l’obiettivo di mettere a tacere la mia voce. Non lo permetterò a Maduro.
Nonostante il rischio che implica la mia uscita dal Paese in cerca di appoggi nel Mondo a favore dei venezuelani, come ho detto in precedenza, non smetterò certo adesso di farlo.
La lotta per la libertà del Venezuela esige che siamo UNITI, e passa attraverso l’ottenimento di garanzie necessarie per delle primarie degne di questo nome, capaci di essere fattore di aggregazione della maggioranza. Affinché la nostra lotta giunga all’obiettivo, dobbiamo arrivare a elezioni presidenziali che siano realmente un’opportunità di cambiamento e di rincontro per il Venezuela.
Cosa che deve essere posta al di sopra di qualsiasi candidatura o interesse personale.
24 aprile 2023 -Juan Guaidò”
Andrea Merlo