Un altro sacerdote cattolico cade vittima della politica di persecuzione che colpisce da tempo la Chiesa in Nicaragua: padre Domiciano Alarcon, sacerdote panamense della Parrocchia di San José di Cusmapa, è stato espulso dal Paese. Al termine di una celebrazione missale, è stato prelevato dalla polizia e accompagnato alla frontiera con l’Honduras. A motivare l’ennesimo atto di violazione dei diritti fondamentali in Nicaragua contro membri della Chiesa, è l’accusa di aver “organizzato il popolo contro il governo”.
Don Domiciano, ora al sicuro presso la missione dei padri clarettiani a San Pedro Sula grazie al supporto delle autorità consolari panamensi, nega ogni accusa. La sua espulsione potrebbe essere dovuta al contenuto delle sue omelie, durante le quali don Domiciano ha ricordato Monsignor Rolando Alvarez, il vescovo di Matagalpa detenuto da mesi dal regime comunista di Managua e condannato a 26 anni di carcere per tradimento della Patria. Da più di un anno ormai le relazioni tra Managua e la Santa Sede sono ai minimi storici, con la chiusura della Nunziatura apostolica nella capitale nicaraguense e la cacciata del nunzio apostolico dal Paese.
Nel Paese centroamericano, da anni sotto il tallone della ferrea dittatura sandinista di Ortega, sono numerosi gli atti di persecuzione e repressione contro i fedeli cristiani, con decine di arresti e altri atti violenti contro religiosi, il divieto di processioni religiose pasquali, la chiusura di ONG e associazioni di ispirazione cristiana e l’espulsione di membri del clero.
Andrea Merlo