Ulf Bilger Erlingsson: questo il nome del cittadino svedese sequestrato dall’Esercito di Liberazione Nazionale.
Il sessantatreenne svedese era stato dato per disperso dal 1° marzo scorso, mentre si trovava nelle vicinanze del Comune di Tibù (Dipartimento di Nord Santander, zona nordorientale della Colombia), quando è stato vittime del delitto da parte della narcoguerriglia molto attiva nella zona conosciuta come “Catatumbo”, area condivisa tra Colombia e Venezuela dove a farla da padrone è il crimine transnazionale.
La guerriglia marxista dell’ELN ha comunicato di aver sequestrato il cittadino svedese perché stava svolgendo “attività di spionaggio”; la guerriglia sostiene che “Erlingsson ha partecipato direttamente nella pianificazione di strategie e nella esecuzione di piani di destabilizzazione contro governi democratici in America Latina; dietro il paravento della retorica dei diritti umani, finanziato da agenzie internazionali e alleato di ambienti oligarchici di vari Paesi, è stato protagonista di cospirazioni per la realizzazione di golpe bianchi, con i quali abbattere di governi progressisti che hanno preso distanza dalla politica dell’impero nordamericano. Travestito da documentarista, Ulf stava viaggiando nella regione del Catatumbo per portare a termine un piano criminale lungo la frontiera, quando è stato sorpreso dalle nostre unità. […] Ulf, di professione mercenario, verrà rilasciato, ma è necessario che agenti di questo tipo con questi precedenti criminali, siano tenuti sotto controllo e vigilanza, affinché non continuino a recare danno ad altre nazioni”.
In realtà, Ulf è un produttore di documentari, e si trovava nel Catatumbo per raccogliere contenuti audiovisivi sui molteplici fenomeni di violazione dei diritti umani e sulle criticità umanitarie che vedono il Catatumbo come teatro da tempo, e ancor più da quando la zona è area di passaggio di immigrazione venezuelana verso la Colombia. In una recente intervista a media colombiani, la sorella di Erlingsson spiega che il fratello, da anni attivo in tutta la regione latinoamericana in diverse situazioni di crisi umanitaria, negli ultimi anni si è concentrato sulla condizione dei venezuelani che fuggono dalla dittatura e dalle insostenibili condizioni di vita in Venezuela. Fonti riportano che diverse autorità anche internazionali si sarebbero attivate, con discrezione, per ottenere la liberazione del sequestrato. L’intervento nell’area da parte delle forze armate colombiane avrebbe impedito alla guerriglia di trasportare il sequestrato in territorio venezuelano, dove l’ELN gode di assoluta libertà di manovra.
L’episodio rappresenta un ulteriore elemento di preoccupazione in Colombia, nell’ambito di un generale peggioramento delle condizioni di sicurezza nel Paese.
Andrea Merlo