Seguo con attenzione l’entrata in Westminster di Carlo e Camilla.
Non sono un appassionato della Monarchia ma, in un mondo dove il nichilismo è imperante, dove uno vale uno ed il merito non ha valore, mi ritrovo ad osservare con attenta partecipazione ciò che sta avvenendo a Londra portandomi a delle conclusioni che mai avrei immaginato di poter fare assistendo alla incoronazione di un re.
La prima è la frase di Re Carlo III “ sarà la monarchia di tutte le religioni ” che si declina con la presenza alla sua incoronazione di tutte le religioni mentre a quella della madre Elisabetta vi erano soltanto esponenti della Chiesa d’Inghilterra.
Questo è spiegato molto bene dal giornalista Austen Ivereigh che racconta come “…la fede del nuovo sovrano è più complessa rispetto a quella della mamma, che era un’anglicana evangelica.” Carlo continua Ivereigh “si considera in parte anglicano e in parte greco ortodosso come il padre Filippo. Non dimentichiamoci che la nonna paterna, la principessa Alice di Grecia, suocera della Regina Elisabetta II, era una suora ortodossa, molto devota, e ha influenzato Carlo durante la sua infanzia. A questa tradizione, che promuove l’idea di una presenza mistica di Dio nel Creato, si deve anche la passione di Carlo per l’ambientalismo”.
Sempre il giornalista Ivereigh racconta “mi trovavo a Roma, quando è stato canonizzato san John Henry Newman, e l’allora principe Carlo ha fatto un discorso molto significativo che esprimeva benissimo l’identità teologica, inglese e cattolica di Newman”, racconta ancora Ivereigh. “Penso che i cattolici siano rimasti molto colpiti da questo suo discorso. Anche se la monarchia è simbolo di quel potere che ha emarginato ed escluso dalla vita della nazione, per secoli, i cattolici, questi ultimi sono profondamente fedeli al re che si è impegnato, più volte, a proteggere chiunque crede in Dio.”
Ma oltre alla fede Cattolica, Re Carlo è significativamente aperto ad ogni religione come l’induismo ed anche l’islam manifestando così una visione più spirituale della religione.
Ma la folta presenza planetaria alla incoronazione di Re Carlo III fa rilevare anche una scelta precisa su chi non invitare. In questo momento storico Re Carlo ha deciso di lasciar fuori quei leader politici che, sul piano dei diritti umani, hanno posizioni diverse da quelle democratiche.
Così Putin, Bashar al-Assad (presidente Siriano), Ayatollah Ali Khamenei (leader supremo Iraniano che aveva, attraverso la televisione di Stato, detto della Regina Elisabetta “uno dei più grandi criminali nella storia dell’umanità” paragonandola persino ad Adolf Hitler), Kim Jong Un (leader della Corea del Nord), Xi Jinping (presidente Cinese) e Alexander Lukashenko (presidente della Bielorussia, uno dei più importanti alleati di Putin) questi leader non sono stati graditi e quindi non invitati.
Se, al giorno d’oggi, si deve guardare compiaciuti ad una monarchia come esempio di ecumenismo e attenzione ai diritti umani forse una attenta riflessione la dobbiamo fare.
Giovanni Terzi