Assieme a colleghi Senatori di FdI ho depositato una mozione per denunciare e porre fine, attraverso un sistema di sanzioni, ad un’odiosa e criminale attività perpetrata dalle autorità russe sin dai primi mesi dopo l’aggressione militare contro l’Ucraina. Mi riferisco alla deportazione forzata di minori ucraini, molti dei quali non orfani, in varie regioni e città della Russia. Un atto che si configura come crimine contro l’umanità ed uno dei cinque determinano un vero e proprio rischio di genocidio secondo la relativa Convenzione del 1948.
In base al rapporto della Commissione indipendente d’inchiesta sull’Ucraina, costituita dalle Nazioni Unite per i diritti umani, pubblicato il 15 marzo, le autorità russe hanno violato il diritto internazionale umanitario commettendo, tra l’altro, detenzioni illegali, tortura, stupri, trasferimenti forzati e deportazioni di bambini.
Una ricerca pubblicata lo scorso 14 febbraio dalla Yale School of Public Health’s Humanitarian Research Lab, nell’ambito del Conflict Observatory program, e un Rapporto del New Lines Institute e del Raoul Wallenberg Institute, pubblicato nel maggio 2022, dimostrano come le autorità russe abbiano trasferito oltre un milione di persone dall’Ucraina alla Russia. Benché non sia possibile conoscere il numero esatto degli Ucraini trasferiti forzatamente, gli studi effettuati quantificano in circa 180.000 i minori trasferiti con la forza, o con la minaccia della forza, in Russia, spesso strappandoli ai loro familiari.
La vergognosa pratica ha avuto ufficialmente inizio il 30 maggio 2002 con la firma da parte del Presidente della Federazione Russa di un decreto che facilita l’acquisizione della cittadinanza russa e quindi l’adozione di bambini. Un atto che non è passato inosservato alla Corte Penale Internazionale (CPI) quando, il 17 marzo di quest’anno, ha spiccato due mandati d’arresto: il primo per il Presidente della Federazione Russa, Vladimir Putin, il secondo per la Commissaria russa per i diritti dei bambini Maria Alekseeva Lvova-Belova.
Ancor più amaramente colpisce l’impiego dell’arma tipica delle dittature, la disinformazione. In proposito faccio mie le parole del senatore francese André Gattolin, con cui, non per coincidenza, condivido un’iniziativa per il diritto alla conoscenza. Recentemente, intervenendo nel Senato francese sullo stesso tema, ha dichiarato: “Rapire e trasferire diventano accogliere e proteggere; sradicare la cultura ucraina e russificare diventa educare ed integrare”.
L’Italia ha fornito assistenza all’Ucraina in ogni dominio esprimendo da subito il pieno sostegno al processo di adesione dell’Ucraina all’UE, alla NATO e alla CPI. Il 20 marzo scorso il Ministro della Giustizia Carlo Nordio ha preso parte alla Conferenza internazionale dei ministri della giustizia di supporto alla CPI e alla sua attività in Ucraina. In tale consesso ha affermato che “l’Italia ribadisce con forza il proprio supporto all’Ucraina e il pieno sostegno all’attività della CPI, indipendente e autonoma” evidenziando in particolare “l’importanza che Kiev ratifichi lo Statuto di Roma, istitutivo della Corte dell’Aja”.
In un altro ambito, quello scolastico, l’obiettivo del governo di salvaguardare i bambini a rischio di deportazione viene perseguito con l’assegnazione di oltre 31 milioni di euro a circa 3.700 scuole italiane, comprese le paritarie, che hanno così potuto ricevere migliaia di minori ucraini.
A livello sanzionatorio, adesso occorre ampliare il congelamento dei beni di tutti i funzionari russi collegati con l’attuazione delle politiche di trasferimento forzato dei minori in Russia. Perciò la mozione presentata in Senato, oltre a condannare la deportazione di minori ucraini da parte di Mosca e la conseguente naturalizzazione russa, invita l’UE ad inserire nell’elenco delle sanzioni individuali chiunque collabori al trasferimento forzato di bambini ucraini nel territorio russo; ribadisce il pieno sostegno alle indagini condotte dalla CPI per identificare e sanzionare gli abusi di cui sono vittime gli Ucraini, in particolare i bambini; propone di rafforzare i programmi di protezione dei minori, con un adeguato sostegno professionale e finanziario alla CPI.
Non possiamo rimanere inerti: è urgente documentare per portare conoscenza e giustizia dove, ora, vi sono soprusi e violenze.
Sen. Giulio Terzi