“Sono disperata, è sparito”. Così la madre di uno dei manifestanti di Caimanera – Cuba affida ai social network la sua preoccupazione per le condizioni di suo figlio maggiore.
Luis Miguel Alarcòn Martinez, assieme al fratello Felipe Octavio Correa Martinez, aveva partecipato alle proteste che hanno infiammato le strade della città dell’oriente cubano. Vittima della repressione brutale degli apparati castristi, Luis Miguel è attualmente nelle mani della Sicurezza di Stato e non si hanno notizie sulla sua ubicazione né sul trattamento cui il regime lo sta sottoponendo.
“Gli hanno messo la gamba sulla testa, non so neanche se sia vivo o morto. Suo fratello, che era andato a soccorrerlo, lo hanno picchiato selvaggiamente. Felipe Correa Martinez si chiama, un ragazzo con ritardo mentale. Le autorità non hanno detto nulla finora, so solo che li hanno riempiti di botte, ma loro due non avevano fatto nulla, stavano protestando pacificamente, nessuno di loro ha ricorso alla violenza…sono scesi in strada per fame, non resistevano alla fame”.
Anche la sorella dei due, Caridad Alarcon Martinez, denuncia la violenta repressione contro i due ragazzi: “non avevano nulla a che fare con quello che è successo, e quando ho provato a intervenire, hanno picchiato anche me”.
Parla anche Zoralia Matos Pajan, madre di Yandri Pelier Matos, un altro ragazzo vittima della repressione del regime comunista: “era solo andato a difendere Luis Miguel e a cercarlo, e in quel momento i Berretti Neri del regime l’hanno picchiato e gli hanno rotto la testa”.
Sulle ragioni della manifestazione spontanea e pacifica che si è verificata a Caimanera, le familiari delle vittime dei Berretti Neri in coro dicono “è per la fame che la gente ha protestato, per la fame e per le necessità quotidiane”. Victoria Martinez Valdivia, conclude rivolgendosi alla dittatura: “ho qui in casa sei bambini malati di dengue, e il governo non ha fatto nulla. E ora, diffondendo in tutte le reti questo messaggio, chiedo al popolo che mi aiuti, e come madre voglio indietro i miei figli, con i quali non posso nemmeno comunicare”.
Andrea Merlo