È notizia di mercoledì il voto con cui la Camera dei Deputati del Paraguay ha approvato la richiesta di rimozione dall’incarico del suo membro Erico Galeano (infobae.com): in carica col governativo Partido Colorado, per cui nella legislatura già eletta ma ancora da insediarsi è stato eletto senatore. Ma il voto è stata all’unanimità tra i 69 partecipanti. Assente, lo stesso Galeano, che ha denunciato di essere vittima di “persecuzioni politiche spietate”. Imputato dal Pubblico Ministero per i presunti reato di riciclaggio di denaro e associazione a delinquere, è sospettato in particolare di essere legato alla banda dietro all’omicidio di Marcelo Daniel Pecci Albertini: il procuratore che era stato in prima linea in operazione contro cartelli della droga paraguayani e internazionali, e che fu ucciso mentre era in viaggio di nozze in Colombia. 46 anni, Pecci si trovava con la moglie a Barú, un’isola turistica al largo di Cartagena, quando due uomini si sono avvicinati a loro il 10 maggio 2022, poche ore dopo che la donna aveva annunciato di essere incinta. I due uomini hanno poi aggredito Pecci e gli hanno sparato tre colpi, uno dei quali lo ha colpito al volto. Il 18 giugno 2022, gli imputati Wendret Carrillo, Eiverson Zabaleta, Marisol Londoño e Cristian Camilo Monsalve Londoño sono stati condannati per questo delitto condannati in Colombia a 23 anni di carcere, ritenuti colpevoli dei reati di omicidio e detenzione illegale di armi. Si erano tutti dichiarati colpevoli, mentre un quinto imputato, Francisco Luis Correa, si è dichiarato non colpevole. Ci sono anche altri sospetti, attualmente detenuti in El Salvador.
L’accusa contro Galeano è coincisa con l’arrivo in Paraguay del presunto narcotrafficante Miguel Insfrán, estradato venerdì scorso dal Brasile nella capitale paraguaiana, nel bel mezzo di un’operazione presidiata pesantemente dagli agenti di polizia. Insfrán era considerato uno dei principali latitanti della cosiddetta “A Ultranza PY”, la più grande operazione in Paraguay contro la criminalità organizzata e il riciclaggio di denaro. Secondo il procuratore Silvio Corbeta, uno degli incaricati del caso, Galeano avrebbe ricevuto un milione di dollari da un prestanome di Insfrán, identificato come Hugo González, per l’acquisto di un immobile nel 2013. Corvette, insieme al procuratore Deny Yoon Pak, ha chiesto tramite la Magistratura la messa in stato di accusa del legislatore, la sua carcerazione preventiva e il sequestro di un aeromobile di marca Beech, che sarebbe stato prestato da Galeano per il trasporto di membri di una presunta banda criminale dedita al traffico di stupefacenti, e nel quale, secondo la Procura, sarebbe stato coinvolto il presunto narcotrafficante uruguaiano Sebastián Marset.
Con questi sviluppi, il delitto Pecci ha evidenziato come anche il Paraguay sia divenuto una tappa importante nella rotta della cocaina (dw.com). “Punto di passaggio essenziale nella rotta della cocaina Bolivia-Europa”, lo ha definito InSight Crime (es.insightcrime.org), a commento della operazione con cui il 30 marzo la polizia brasiliana ha catturato 15 persone, sequestrato 173 veicoli e un aereo e congelato i conti bancari di 147 persone e 66 società. Culmine dell’Operazione Hinterland: un’indagine di due anni coordinata dalle agenzie di polizia di Brasile, Paraguay ed Europa, su una rete di narcotraffico accusata di aver spedito 17 tonnellate di cocaina dall’America Latina all’Europa. Il Segretariato nazionale antidroga del Paraguay ha catturato il presunto leader della rete, Rodrigo Alvarenga Paredes, ad Asunción, osservando che gli arresti sono stati effettuati anche a Dubai, negli Emirati Arabi Uniti (es.insightcrime.org).
A testimonianza dell’entità della rete di trafficanti, la polizia federale brasiliana ha indicato che il numero totale di transazioni illecite identificate nell’indagine potrebbe aggirarsi intorno ai 760 milioni di dollari. Europol, che ha sostenuto l’operazione, l’ha descritta come “un’importante vittoria nella guerra alla droga”, aggiungendo che il gruppo smantellato era “una delle organizzazioni di narcotraffico più attive in Brasile”.
Nelle indagini si è scoperto che la rete veniva rifornita di cocaina in Bolivia, da lì veniva portata in Paraguay, e da lì veniva introdotta in Brasile in camion attraverso la città di confine di Ponta Porã, nello stato del Mato Grosso do Sul. Una volta in Brasile, la cocaina era portata via terra negli stati di Rio Grande do Sul e Santa Catarina, dove i trafficanti accumulavano il prodotto prima di nasconderlo in container e spedirlo in Europa.
La previsione di InSight Crime era però che, pur colpendo duramente gli interessi regionali del traffico di droga, la operazione avrebbe toccato solo marginalmente la posizione vitale del Paraguay nel traffico di cocaina, cresciuta rapidamente negli ultimi anni (eldeber.com.bo). La cocaina prodotta in Bolivia e Perù viene spesso spedita in Paraguay, via terra e via aerea. Da lì, viene portato via fiume o autostrada dall’altra parte del confine con il Brasile, dove arriva a porti come Santos a San Paolo e Paranaguá nel Paraná per la spedizione attraverso l’Atlantico. La cocaina lascia anche il Paraguay in barca sulla via navigabile Paraná-Paraguay, arrivando a valle a Montevideo, Uruguay, e Buenos Aires, Argentina, prima di essere spedita in Europa.
All’inizio del 2022, le autorità sudamericane ed europee hanno condotto l’operazione Turf, che ha preso di mira una rete criminale responsabile di spedizioni di almeno 8 tonnellate di cocaina arrivate in Europa dopo essere passate per il Paraguay. Sempre all’inizio del 2022, A Ultranza PY, un’operazione coordinata dalle autorità paraguaiane, era alla ricerca di trafficanti responsabili della spedizione di 16 tonnellate di cocaina in Europa, compreso uno dei più grandi sequestri mai effettuati in Europa: un sequestro di 11 tonnellate ad Anversa, in Belgio.
Il confine poroso tra Brasile e Paraguay rende relativamente semplice spostare la cocaina tra questi paesi. Le tradizionali reti di contrabbando transfrontaliero hanno trafficato ogni tipo di merce immaginabile, dalle armi da fuoco alle sigarette e ai prodotti agricoli, e la popolazione civile è fortemente dipendente dalla libera circolazione delle merci attraverso il confine, rendendo difficile l’adozione di misure radicali. Inoltre, la mafia brasiliana del Primo Comando della Capitale (Primeiro Comando da Capital, Pcc) è ben radicata nella città di Pedro Juan Caballero, la cittadina paraguaiana vicino a Ponta Porã, in Brasile. Lì, il gruppo brasiliano controlla il traffico di marijuana e cocaina e consolida la sua influenza con omicidi selettivi. C’è anche la radicata corruzione ai vertici del governo paraguaiano che contribuisce a ostacolare le iniziative delle forze di sicurezza contro il traffico di droga (es.insightcrime.org).
Ma non solo il Paraguay è un importante punto di uscita per la cocaina boliviana. Allo stesso tempo, è umn punto di ingresso in Bolivia di tutta una serie di prodotti chimici elaborati in Cina e che servono a trasformare la coca in cocaina: ad esempio, l’acetato di etile e il permanganato di potassio, di cui in Paraguay sono stati rilevati diversi carichi nascosti in autocisterne (eju.tv). “Non è la prima volta che viene rilevata la tentata uscita di precursori chimici dal nostro Paese verso detto territorio limitrofo. Secondo gli agenti del Senad (Segretariato nazionale antidroga), il Chaco paraguaiano è una via strategica per l’ingresso della cocaina dalla Bolivia, così come l’uscita dei precursori chimici per i paesi produttori di droga”, si legge in un rapporto della polizia paraguayana. “Ci sono indicazioni che a volte gli stessi veicoli (aerei o terrestri) che trasportano la cocaina trasportano precursori chimici in una sola direzione”, aggiunge il rapporto. “Ci sono indicazioni che in alcune occasioni gli stessi veicoli (aerei o terrestri) che portano la cocaina, trasportano precursori chimici al ritorno.
Un caso eclatante si è verificato presso la caserma militare Fortín Gabino Mendoza nel Chaco paraguaiano, utilizzata da un’organizzazione criminale come centro di raccolta di precursori per la produzione di cocaina. Il gruppo era guidato da una cittadina boliviano di 55 anni, nota come La Patrona. La donna è stata reclusa in quel paese insieme ad altre quattro persone, due delle quali militari. Secondo il rapporto della polizia, dal 2 agosto dell’ultima amministrazione, gli agenti del Senad paraguaiano hanno seguito i membri di questa rete internazionale di narcotrafficanti, dopo che un carico sospetto di sostanze chimiche è stato identificato in un camion Mercedes Benz, ad Asunción. Il follow-up si è concluso al Fortín Agustín Mendoza, al confine con la Bolivia, il 6 agosto, quando è stato verificato che all’interno di quella sede militare 15 persone stavano trasbordando i precursori, che erano mimetizzati sotto bagassa o mangime per il bestiame. In quel carico sono stati trasportati 50 barili con 10.000 litri di acetato di etile, arrivato il 6 agosto con il camion Mercedes, e altri 2.000 litri di acido cloridrico, che erano già stoccati a Fortín Gabino Mendoza. Questi precursori sono fondamentali per la produzione di cocaina di elevata purezza. Queste sostanze chimiche raggiungono il Paraguay per via d’acqua, poiché è collegato ai porti argentini, uno dei quali è Rosario, dove le bande criminali sono esperte nel traffico di droga.
Maurizio Stefanini*
*Roma, 1961. Giornalista e saggista, moglie e due figli, specialista in America Latina