Si è tenuta oggi un’audizione congiunta delle commissioni del Senato per le Politiche dell’UE e dell’agricoltura e industria presieduta dal Sen. Giulio Terzi (FdI) a cui ha partecipato il Vice Direttore Generale della Direzione generale del Commercio della Commissione europea, Leopoldo Rubinacci.
Obiettivo dell’audizione era un approfondire i temi che interessano la politica commerciale dell’UE alla luce dell’attuale situazione geopolitica, soprattutto rispetto all’accesso alle materie prime, alla riduzione dell’inflazione e all’attuazione degli accordi commerciali con Paesi come India, Stati Uniti e Cina.
La strategia commerciale dell’Unione europea si articola attraverso molteplici rapporti bilaterali e multilaterali che, secondo il Vice Direttore, dovranno puntare ad una riduzione delle criticità e al raggiungimento una sempre minore dipendenza dai Paesi extraeuropei da cui importiamo le materie prime critiche. Tra queste alcune terre rare come il magnesio, il cobalto, il litio, il gallio utilizzate per fabbricare batterie per la mobilità e per la fabbricazione di semiconduttori. Oggi il 98% delle terre rare è importato dalla Cina, un dato dovuto al fatto che Pechino ha il monopolio della raffinazione di tali materie.
Terzi ha inoltre attirato l’attenzione sulla posizione della Cina che sulla duplicità negli approcci che l’UE dovrebbe tenere nei confronti di Pechino. Occorre cioè andare verso una politica di “de-risking” e di “de-coupling” che consenta di creare un’alternativa alla via della seta e di realizzare una produzione in settori strategici al di fuori dalla Cina senza fare ricorso a tecnologie cinesi.
In questo senso Rubinacci ha evidenziato come l’UE debba giocare un ruolo pienamente attivo sullo scacchiere internazionale e non quello di arbitro tra Stati Uniti, Cina ed eventuali Paesi non allineati. Il Vice Direttore ha posto l’accento sulla dimensione globale notando che se l’UE esiste è grazie alle regole che si è data attraverso gli Stati membri: è dunque nel proprio interesse e di ogni Stato membro far sì che l’ordine internazionale continui ad essere fondato su regole condivise.
Perciò la sicurezza è oggi anche sicurezza economica: esiste sempre più una domanda in campo economico che potrebbe risultare in pericoli per la sicurezza nazionale. Un fenomeno che non era mai veramente emerso con tale forza fino ad oggi e che alcuni Paesi, in primis gli Stati Uniti, affrontano limitando le esportazioni in Cina per evitare il trasferimento di tecnologie di punta, di conoscenza ed informazioni.
L’UE sta inoltre negoziando un rilevante accordo commerciale con l’India di grande importanza non solo commerciale ma anche politica e strategica, che va chiuso rapidamente. Tempestività è raccomandata anche per l’accordo con alcuni Paesi del Mercosur – su cui Austria e Francia esercitano molta prudenza per questioni legate all’agricoltura – in considerazione degli accordi che Brasile e Argentina hanno già siglato con la Cina.
Sono stati discussi i rapporti con Washington, su cui vi è un generale auspicio circa una collaborazione fruttuosa, specialmente in relazione alla valutazione degli effetti dell’Inflation Reduction Act (IRA), e quelli con il Giappone, quest’ultimo un partner cruciale per quanto riguarda il capitolo dei dati in relazione allo sviluppo del commercio attraverso il digitale, dato che molti scambi commerciali avvengono sempre più su piattaforme digitali. L’UE, che si è dotata di norme sulla protezione dati personali molto restrittive, ha l’obiettivo il sostegno della crescita e dell’affidabilità digitale.
In conclusione, sta emergendo un consenso sempre più ampio circa la necessità di diversificazione delle fonti di approvvigionamento nonché sul mantenimento di principi giuridici e regole che, come sottolineato dal Vice Direttore Rubinacci, sono il cardine fondamentale per lo sviluppo delle nostre economie. Regole che, dato il contesto mondiale turbolento, assumono una rilevanza ancora più importante.
Matteo Angioli