“E’ un atto intimidatorio della massima gravità, ed è conseguenza diretta dell’attitudine che il Presidente ha assunto nei confronti di noi giornalisti attraverso il suo account twitter”.
Così la nota giornalista colombiana Camila Zuluaga rivela in diretta radio-TV l’atto di persecuzione di cui è stata vittima, e che l’ha spinta a scrivere una lettera aperta al Presidente Gustavo Petro, additato a responsabile indiretto dell’intimidazione.
Zuluaga denuncia la pubblicazione di un video (circolato ampiamente nei social network, ma pubblicato da un noto seguace del Presidente) in cui la giornalista viene ripresa dall’interno di un’automobile parcheggiata davanti alla sua dimora, mentre è in compagnia della figlia di un anno, dello sposo e della babysitter. La giornalista si scaglia contro il Capo di Stato, da tempo impegnato in una serie di attacchi diretti a reporter, emittenti TV e canali di informazione ritenuti ostili: “il modus operandi che Lei Presidente sta utilizzando in relazione ai giornalisti, utilizzando twitter per additarci personalmente e pubblicamente, è molto pericoloso, posto che dà modo ai suoi seguaci di passare dalla persecuzione mediatica, dagli insulti e attacchi digitali a promuovere azioni concrete contro l’integrità delle persone. Presidente Petro, la sua investitura e il suo carisma possono generare un ambiente propizio affinché i suoi fanatici seguaci si arroghino il diritto di arrivare fino al nostro circolo familiare, seguirci e fare video abusivi, per intimidire come è successo a me questa settimana”.
E con la voce che tradisce l’emozione, a stento trattenendo le lacrime, Zuluaga prosegue: “Presidente Petro affronto La persecuzione critiche e attacchi che ricevo come giornalista attraverso i social network quotidianamente però In questa occasione, le cose vanno molto più in là: questo è un attacco diretto all’integrità della mia famiglia; la pubblicazione di immagini della mia famiglia, della mia figlia di un anno, di mio marito e della persona che lavora a casa mia la considero un atto di minaccia. E confesso Presidente, è la prima volta che sento paura di quello che potrebbe succedere, a me e alla mia famiglia. Potrei seguire il protocollo formale e richiedere protezione di polizia, ma ciò consoliderebbe la situazione che queste persone cercano: creare un ambiente di intimidazione per silenziare noi giornalisti. Preferisco quindi confidare che lei capisca che non è con le scorte personali che si protegge la libertà di stampa, bensì con il rispetto e la tolleranza per le opinioni altrui. Cosa di cui lei è obbligato a dare esempio le scrivo perché ho la certezza che questa situazione si sia generata per la sua attitudine verso La Stampa per questo confidando nelle sue convinzioni democratiche però che le prove fornite da questa faccenda lo portino a riflettere sugli effetti della sua scontro permanente con Noi giornalisti E pone il rischio la nostra integrità queste esperienze si è già vissuta in altre latitudini per esempio il 6 gennaio 2021 negli Stati Uniti il mondo ha visto che l’attitudine del Presidente Trump attraverso Twitter legittimato gli eventi dell’assalto al Campidoglio commessi da fanatici che dicevano di agire a nome e in difesa di Trump per questo Presidente quando la sua proposta più ambiziosa è la pace e rendere la Colombia una potenza Mondiale della vita le dico che questo obiettivo è raggiungibile solo propiziando la convivenza è il rispetto non incitando all’odio e risentimento che l’unica cosa che generano è la polarizzazione nel Paese. Con tutto il mio rispetto le dico, Presidente, lei deve moderare il tono dello scontro con noi giornalisti perché questo scontro questi suoi attacchi costanti contro di noi a livello personale sfociano in intimidazioni personali come questa da parte dei suoi fanatici”.
Andrea Merlo