Il rinnovato attivismo russo nei Caraibi parte dall’eterno alleato castrista, la dittatura più longeva del continente. A seguito di una serie di eventi bilaterali russo-cubani a L’Avana, si è appreso come le due capitali abbiano intenzione di proseguire nell’approfondimento delle relazioni che ha dato di che parlare negli ultimi anni.
Stando a quanto hanno dichiarato funzionari di Mosca e “imprenditori” dell’isola caraibica all’Hotel Nacional durante il Forum Economico “Dialogo Imprenditoriale Cuba-Russia”, la tabella di marcia bilaterale prevede la cessione in usufrutto di ingenti superfici di terra a Cuba a favore di entità russe attive nel settore agricolo, la concessione di esenzioni fiscali per investimenti russi, l’apertura nell’isola di catene di negozi per la vendita di prodotti russi.
A margine del Foro, sarebbero stati firmati a tal fine una serie di accordi, con l’obiettivo di lavorare congiuntamente per aumentare la produzione di zucchero e rhum a Cuba, garantirne l’approvvigionamento di frumento e petrolio e modernizzarne le disastrate strutture turistiche. A seguito del Foro, Diaz Canel e Dimitri Chernyshenko (vice-primo ministro russo) hanno tenuto un incontro bilaterale nel quale hanno rinnovato l’intenzione reciproca di approfondire i rapporti di ogni tipo. Diaz Canel ha ribadito “l’appoggio incondizionato a Mosca nel suo scontro con l’Occidente e alla strategia russa per la creazione di un mondo multipolare”, mentre Chernyshenko ha colto l’occasione per annunciare anche la firma di un decreto presidenziale da parte di Putin, che permetterà di ristabilire prima di luglio rotte aeree regolari tra Russia e Cuba, che erano state state sospese a marzo 2022 a causa del conflitto in Ucraina.
Quanto questi accordi firmati o da firmare in futuro possano essere utili per la disastrata economia castrista, e se siano più utili al regime cubano o a quello moscovita (in cerca di canali per evadere le sanzioni occidentali e per aumentare la sua presenza geopolitica in aree vicine al nemico statunitense), non è dato sapere.
Ciò che rimane evidente è che Mosca, in un momento di particolare difficoltà, torna con forza a fare affidamento sull’alleato strategico di sempre in America Latina.
Andrea Merlo