Dopo che Ousmane Sonko – leader del principale partito di opposizione in Senegal e avversario politico dell’attuale presidente Macky Sall – è stato condannato a due anni di carcere per corruzione di minori, nuove violente proteste sono scoppiate nel paese.
Almeno 16 i morti e oltre 500 le persone arrestate. Secondo i manifestanti si tratterebbe di una sentenza politica per impedire al leader del partito Pastef – favorito e apprezzato dai giovani per le sue posizioni anti-establishment – di partecipare alle prossime elezioni presidenziali nel 2024.
A fronte dei tumulti, le autorità senegalesi hanno sospeso e limitato, in determinate fasce orarie, l’accesso ad Internet e ai principali social network adducendo come motivo “la diffusione di messaggi odiosi ed eversivi in un contesto di turbativa dell’ordine pubblico in alcune località del territorio nazionale“.
Se da un lato questa è la motivazione addotta dal governo, dall’altro il popolo senegalese ritiene che questo blocco sia un chiaro tentativo di evitare qualsiasi forma di opposizione politica.
Federica Donati