Presentata il 15 giugno, la relazione annuale della Direzione centrale per i servizi antidroga del Dipartimento della Pubblica sicurezza (antidroga.interno.gov.it) conferma alcune indicazioni che a livello mondiale erano già emerse dai rapporti Onu (unodc.org), e in particolare il boom della cocaina (unodc.org). Anche in Italia, infatti, è escalation per i sequestri di cocaina: ben 26,1 tonnellate nel 2022, il 22% in più rispetto all’anno precedente. Si tratta del record assoluto che conferma la tendenza al continuo aumento negli ultimi dieci anni, a partire dalle 4,9 tonnellate del 2013. E la cosa è tanto più notevole se sui considera che invece il dato complessivo dei sequestri di droga registra un calo: 75 tonnellate contro le 92,8 del 2021 (-19%). La relazione italiana conferma per lo scorso anno anche le altre tendenze mondiali di una netta ripresa dei traffici dopo l’esaurimento degli effetti della pandemia e di nuove soluzioni più efficienti per la consegna delle sostanze: internet, corrieri postali e commerciali, piattaforme crittografate.
Come spiega il rapporto, “i cartelli del narcotraffico stanno smaltendo, con l’immissione nei flussi di traffico, le eccedenze residue di prodotto, stoccato durante le fasi più aggressive della crisi pandemica, caratterizzata dall’adozione di drastiche limitazioni alla mobilità, con conseguente rallentamento globale delle transazioni commerciali”. Dunque, “il progressivo ritorno alla normalità ed il sostanziale superamento dei provvedimenti restrittivi per la mobilità delle persone e delle merci, sia alle frontiere, sia all’interno dei Paesi, ha rimesso pienamente in moto il narcotraffico”. E “le organizzazioni criminali, capitalizzando l’esperienza maturata nella fase pandemica, trasformatasi in un grande laboratorio per l’individuazione di nuove soluzioni per l’efficientamento del traffico, gestiscono le transazioni illecite, sia utilizzando gli schemi operativi tradizionali, sia le soluzioni innovative messe a punto durante la crisi sanitaria”.
Il rapporto riconosce peraltro che se “l’esame comparato delle due più recenti annualità fa rilevare una differenza di 17 tonnellate di stupefacente in meno”, in effetti la diminuzione sembra doversi imputare non tanto ad un calo di operatività e di attenzione nell’annualità appena conclusa, ma a fatti contingenti, connessi a cinque sequestri straordinari, 2 di cocaina e 3 di cannabis (questi ultimi, in particolare, per complessive 13 tonnellate), effettuati nell’anno 2021 e che mancano all’appello nel 2022”. Senza di essi, “le due ultime annualità coinciderebbero nei volumi caduti in sequestro e si collocherebbero in progressione crescente nella serie dell’ultimo quadriennio”. A riprova di ciò, i sequestri di maggiore entità, effettuali nel 2022, relativamente alle tre sostanze che abitualmente registrano i rinvenimenti più consistenti (marijuana, cocaina e hashish), si collocano soltanto al quarto (hashish e cocaina) ed al terzo (marijuana) posto, rispetto alla serie dei 10 sequestri più importanti conseguiti nel 2021.
L’ipotesi è che vi sia stato “un cambiamento di strategia da parte delle organizzazioni criminali, che, nell’ultimo anno, avrebbero significativamente ridotto l’entità delle singole partite di droga spedite verso i mercati di consumo e, ciò, sia per il progressivo esaurimento delle scorte accumulate nella fase pandemica, sia per uno studiato ridimensionamento dei carichi, volto ad aumentare il numero delle importazioni, ma con minore peso ponderale, allo scopo di ridurre i possibili costi derivanti dalla perdita dello stupefacente, in caso di sequestri”. In effetti l’esame della cocaina sequestrata una netta riduzione della consistenza in peso delle partite di droga, di volta in volta individuate: circa un terzo in meno.
Per quanto riguarda la cocaina, continua il progressivo aumento dei flussi di cocaina provenienti dall’Ecuador (61,74%) (theglobalnews.it), dal Brasile (10,85%) (theglobalnews.it) e dal Guatemala (8,21%). C’è l’ipotesi di una nuova “rotta mediterranea” della cocaina, dove la droga, dopo avere fatto tappa negli scali nazionali, viene veicolata da organizzazioni criminali etniche, in particolare albanesi e serbo-montenegrine, verso i porti balcanici (theglobalnews.it), sul Mar Nero ovvero sul Mar Egeo, come è stato riscontrato, in diverse occasioni, nel corso del 2022, con operazioni oggetto di sviluppi investigativi, tramite consegne controllate internazionali dall’Italia verso quei territori. Riveste un ruolo di assoluta centralità il porto nazionale di Gioia Tauro, nel quale si concentra l’80,35% dei sequestri di cocaina effettuati alla frontiera marittima, con un’incidenza del 61,73% sul totale nazionale (theglobalnews.it).
Il livello dei sequestri di eroina è invece sostanzialmente sovrapponibile al risultato dell’anno precedente. Il dato ponderale del 2022, pari a 548,08 kg, è in linea con la media dell’ultimo quadriennio. A partire dal 2016, si rileva, infatti, ad eccezione dell’anno 2018, in cui si era verificato un rinvenimento di particolare entità, un andamento costante del dato di riferimento, saldamente attestato intorno alla mezza tonnellata. Assistiamo dunque a una “sclerotizzazione” del fenomeno criminale, con una domanda riferibile ad un numero stabile di consumatori/tossicodipendenti. In apparenza, un incremento percentuale del 961,19% dei sequestri al confine marittimo rispetto all’anno precedente lascerebbe presupporre una ripresa delle importazioni di eroina via mare. In realtà, tutto dipende da unico ingente sequestro di circa 23 kg, avvenuto nel porto a fronte dei 2,46 kg rinvenuti complessivamente alla frontiera marittima nel 2021. Non risultano invece sequestri di eroina alla frontiera terrestre, che corrisponde alla “rotta balcanica” tradizionalmente utilizzata per alimentare i flussi di eroina verso l’Europa. Il 72,41% del totale dell’eroina è stata però intercettata in ambiti aeroportuali. A fronte dei 94,56 kg, rinvenuti complessivamente, ben 68,48 kg sono il risultato conseguito in tre aeroporti nazionali: Malpensa, Fiumicino e Cagliari Elmas, con provenienze, nella maggior parte dei casi (85,71%), dalla Nigeria, Sudafrica, Senegal e Camerun. Questo dato, anche se non estremamente significativo in termini quantitativi, rappresenta la conferma di un’ipotesi investigativa, che, già nella precedente rilevazione annuale, era stata formulata, indicando in alcuni paesi del Continente africano i punti di transito di una nuova rotta di importazione dell’eroina afghana verso i mercati di consumo europei.
Riguardo alla cannabis, il dato complessivo dei sequestri registra un calo, sia nel numero delle piante (-31,51%), sia a proposito dei due principali derivati della medesima sostanza, l’hashish (-33,79%) e la marijuana (- 29,59%). Nel 2021, il quantitativo intercettato, quasi 68 tonnellate, aveva interrotto il trend negativo del biennio 2019-2020, quando i volumi erano arrivati, rispettivamente, a 44,77 tonnellate ed a 30,06 tonnellate. Nel 2022, il valore dei sequestri è regredito rispetto all’anno precedente, fermandosi a 47,02 tonnellate, dato che risulta al di sotto della media dell’ultimo decennio (circa 77 tonnellate). Anche qui, tale valore medio risulta fortemente influenzato dai risultati conseguiti nel 2014 (148,92 tonnellate), nel 2017 (112,16 tonnellate) e nel 2018 (120,03 tonnellate), dovuti ad episodi straordinari nel panorama storico, che avevano portato a sequestri rilevantissimi in mare, effettuati dal dispositivo aeronavale della Guardia di Finanza. Non considerando questi eventi, il dato medio risulterebbe decisamente ridimensionato, a circa 56 tonnellate, cioè un numero molto più vicino a quello dello scorso anno.
Nonostante la flessione, il risultato complessivo del 2022 conferma comunque che la cannabis resta la sostanza stupefacente più sequestrata nel nostro Paese, rappresentando, da sola, circa il 60% (47,02 tonnellate) di tutta la droga individuata (75,01 tonnellate) dalle Forze di Polizia. Un’analisi più particolareggiata sui prodotti derivati dalla cannabis evidenzia, nell’anno in esame, una prevalenza dei sequestri operati sul territorio rispetto a quelli effettuati in frontiera. Nel 2022, la resina di cannabis intercettata in frontiera è di circa 1,4 tonnellate, a fronte delle 13,92 totali, mentre, per quanto attiene alla marijuana, sono risultate appena 1,64 tonnellate, da rapportare alle 33,11 sequestrate a livello nazionale. Ciò conferma una prevalenza della produzione nazionale.
Riguardo alle droghe sintetiche, l’andamento statistico dei sequestri mostra una flessione significativa, tanto per il numero di dosi (-33,18%), quanto considerando “il peso” (-25.41%). In termini assoluti, comunque, esaminando la serie decennale, la quantità di droga sintetica intercettata nel 2022, pari a 102,95 kg, rappresenta il terzo valore più alto di sempre, dopo quelli registrati nel 2017 (167,48 kg) e nel 2021 (138,03 kg). Tale graduatoria, però, è al netto dello straordinario sequestro, difficilmente ripetibile, effettuato nel porto di Salerno nel 2020, che aveva portato ad intercettare 14 tonnellate di amfetamine, verosimilmente destinate a mercati diversi da quello nazionale.
Il quantitativo di stupefacenti rinvenuto in dosi, nello scorso anno (10.530 pasticche o compresse), si colloca, invece, tra i più modesti della serie decennale. Tra le sostanze incluse spicca, in peso, la metamfetamina, che, da sola, rappresenta la quota più consistente delle droghe di sintesi sottoposte a sequestro (circa il 43,11% del totale). Nel 2022, ne sono stati sequestrati 44,38 kg con un incremento del 71,11% rispetto all’anno precedente; tale quantità risulta quasi il doppio rispetto alla media decennale (24,66 kg) e si colloca nel punto più alto di tale serie, fatta eccezione per il 2017, nel quale si era registrato il rinvenimento di oltre 56 kg di questo tipo di droga. I volumi indicati, appaiono modesti, ma questo “ritorno” della metamfetamina, il più “attrattivo degli stimolanti sintetici”, denota quanto il mercato di consumo sia costantemente alla ricerca di potenti sostanze adrenergiche, dal basso costo, in grado di agire sul sistema nervoso centrale con effetti analoghi a quelli della cocaina. Nel gennaio 2022, in una abitazione di Gorizia, le Forze di Polizia hanno rinvenuto e sequestrato una “cucina” (piccolo laboratorio clandestino), dotato di attrezzature e precursori, in grado di avviare proprio una produzione di metamfetamine. Si tratta di un caso isolato, in Italia, sintomatico, comunque, del ritrovato interesse per questa sostanza stimolante, utilizzata anche nelle pratiche di doping.
Tra le “altre droghe” sintetiche sequestrate, per dar conto di un significativo incremento percentuale, pari al 93,04%, rispetto all’annualità precedente, si rileva, nella presentazione in dosi, un quantitativo di oltre 3.380 compresse di nandrolone, una sostanza anabolizzante, compresa nelle tabelle delle sostanze stupefacenti. Resta alto, nel 2022, il dato relativo ai sequestri di GBL e GHB, due potenti sedativi dissociativi,” utilizzati in ambito ricreazionale, in contesti “chemical sex”. Ne sono stati intercettati rispettivamente 37,5 e 0,68 litri nella forma liquida e 9,01 e 4,03 kg in altre presentazioni. In particolare, con riferimento al GBL, si tratta di un risultato quasi doppio rispetto alla media decennale (20,8 litri e 4,39 kg). Sono volumi inferiori rispetto al biennio 2020 – 2021, nel quale, però, si era registrata una crescita esponenziale dei sequestri, per gli esiti di un’importante operazione di polizia, conclusasi nel 2022, che aveva portato alla luce una vasta attività di spaccio perpetrata mediante siti di vendita “on line”.
Speculare a quello delle droghe sintetiche è il fenomeno delle cosiddette Nuove Sostanze Psicoattive: molecole per la maggior parte di origine sintetica, ottenute attraverso una insidiosa manipolazione delle strutture chimiche di base di psicotropi già sottoposti a vigilanza, prodotte con l’obiettivo di immettere sul mercato clandestino sostanze sottratte ai controlli, perché non ricomprese nelle Tabelle internazionali. Nell’anno in esame, le Forze di Polizia hanno individuato, in seguito alle attività di sequestro, 70 nuove sostanze, a fronte delle 76 complessivamente intercettate sul territorio nazionale, 29 delle quali mai identificate in precedenza; si tratta di molecole appartenenti principalmente alla classe dei catinoni sintetici (19,7%) e dei cannabinoidi sintetici (15,8%) e la loro scoperta è stata fatta oggetto di apposita segnalazione all’Osservatorio Europeo sulle droghe e sulla tossicodipendenza ed al Sistema Nazionale di Allerta Precoce.
Prosegue, anche nel 2022, il trend in calo degli stranieri coinvolti nel traffico e nello spaccio di sostanze stupefacenti (-2,38%). Il dato si colloca nel punto più basso della serie decennale: il loro numero, 9.105 unità, di cui oltre 5.743 in stato di arresto, continua a rappresentare, però, circa un terzo (34,12%) di tutti i denunciati per questo tipo di reati (26.685). Si tratta, in prevalenza, di manovalanza extracomunitaria, incaricata della distribuzione dello stupefacente nelle piazze di spaccio nazionali, che, come negli anni scorsi, è per una gran parte di provenienza marocchina, albanese, tunisina, nigeriana e gambiana. Prendendo in considerazione la partecipazione a traffici strutturati, che assumono una connotazione delittuosa di tipo associativo, il numero degli stranieri, oggetto di denuncia, mostra, invece, un incremento percentuale (+5,72%) rispetto al 2021, raggiungendo quota 462 unità.
Maurizio Stefanini*
*Roma, 1961. Giornalista e saggista, moglie e due figli, specialista in America Latina