Il 21 giugno si è tenuto l’incontro “No time left” assai tempestivo ed importante, organizzato da Italia-Birmania Insieme, sulla tragica situazione in Birmania travolta da un conflitto armato dal 1° febbraio 2021, giorno del colpo di stato militare che ha rovesciato il governo di Aung San Suu Kyi, eletto democraticamente alle elezioni dell’8 novembre 2020.
Aung San Suu Kyi è stata arrestata con i principali esponenti del suo partito, la Lega Nazionale per la Democrazia, detentrice di ben 397 seggi su 476. Dal febbraio 2021 si susseguono dunque massacri compiuti dal regime militare, tra cui quello dell’11 aprile 2023, quando almeno 165 persone, tra cui 27 donne e 19 bambini, sono state uccise dalle bombe sganciate sul villaggio di Kanbalu nella regione di Sagaing.
Oggi il Governo di Unità Nazionale (National Unity Goverment – NUG) è l’unico e legittimo Governo del Paese e tra i suoi obiettivi prioritari ha l’eliminazione della dittatura e la costruzione dell’Unione Democratica Federale.
Osservando le principali forze all’opera in Birmania si comprende come la Cina sia tornata ad essere di gran lunga l’attore principale in Birmania. Pechino ha intensificato il sostegno alla giunta, ristabilendo ingenti investimenti tramite la politica della “trappola del debito” che permette di sfruttare le risorse e la posizione strategica del Paese sud-est asiatico.
Con la macchina burocratica saldamente sotto il controllo militare, con l’economia devastata e gli investimenti diretti esteri praticamente a zero, oggi è la Cina a controllare quali progetti attuare e quando. Un’azione condotta soprattutto mediante mutui capestro la cui insolvenza comporta l’appropriazione da parte di Pechino di enormi risorse minerarie e strategiche. È questo il folle prezzo che l’esercito birmano sostiene in cambio del sostegno cinese al colpo di stato.
Ma è anche e soprattutto la cooperazione militare ad avanzare: nel dicembre 2021 la Cina ha consegnato alla marina birmana un sottomarino di classe Ming ristrutturato, facendo della Birmania il primo Paese del sud-est asiatico a prendere in consegna un sottomarino di fabbricazione cinese.
L’altro partner è la Russia con cui, non più tardi del 15 giugno 2023, la giunta birmana ha firmato accordi sull’energia eolica e sui voli diretti. Il Ministro dell’energia elettrica della giunta, Thaung Han, ha sottoscritto un Memorandum d’Intesa con NovaWind, una sussidiaria dell’azienda nucleare statale russa Rosatom. Poco dopo, il 17 giugno, Than Than Swe, il governatore della Banca centrale della Birmania ha incontrato Elvira Nabiullina, presidente della Banca di Russia, per discutere del rafforzamento della cooperazione finanziaria con l’adesione della Birmania alla New Development Bank gestita da Brasile, Russia, India, Cina e Sudafrica (i BRICS).
Sul fronte occidentale, gli Stati Uniti hanno adottato, nel dicembre 2022, il Burma Act che mira ad intensificare la pressione degli Stati Uniti sulla giunta militare della Birmania e sostenere il NUG. Il Burma Act autorizza la fornitura di “assistenza non letale” alle ethnic armed organizations (EAOs) e alle People’s Defense Forces (PDFs) birmane.
Vanno sottolineati due aspetti:
Primo, si designano esplicitamente le ethnic armed organizations e le People’s Defense Forces come possibili destinatari di “assistenza non letale”.
Secondo, l’“assistenza non letale” offre all’amministrazione Biden un margine di discrezione maggiore sul tipo di aiuto militare da fornire alle EAOs e alle PDFs. In Siria e Ucraina, ad esempio, sono state fornite armature protettive, veicoli militari corazzati, radar e attrezzature mediche tramite programmi di “assistenza non letale”.
Venendo all’Italia ed Unione Europea, la Risoluzione del Parlamento europeo dell’11 maggio 2023 è l’altro pilastro, a fianco del Burma Act, su cui costruire una prospettiva di speranza e democrazia per la popolazione birmana. Essa condanna il sostegno politico, economico e militare di Cina e Russia a favore della giunta birmana e propone, tra l’altro, di introdurre un embargo generale sulle armi nei confronti della Birmania, deferendo la situazione del Paese alla Corte Penale Internazionale. Inoltre, invita l’UE a varare ulteriori sanzioni mirate contro i militari e i loro interessi commerciali.
Il futuro politico della Birmania è fosco. L’unica certezza sembra essere la ferma volontà della Cina di affermarsi come attore indispensabile. Bene quindi le proposte di “Italia-Birmania Insieme” focalizzate specificamente sulla Birmania con l’obiettivo di riconoscere, e sostenere politicamente ed economicamente il NUG.
È auspicabile inserirle all’interno di un quadro “transnazionale” della regione. Il sud-est asiatico è un’area popolato da circa 630 milioni persone, la metà delle quali sotto i 30 anni, con la presenza di forze espressione di una genuina cultura democratica.
In questo senso, Italia e UE potrebbero promuovere iniziative che riguardino alcuni dei Paesi vicini alla Birmania, in particolare la Thailandia e, per altri versi, la Cambogia.
Nella sua prima conferenza stampa dopo aver vinto le elezioni in Thalandia del 14 maggio 2023, Pita Limjaroenrat, leader del Moving Forward Party (MFP), ha parlato del ruolo fondamentale della Thailandia (che con la Birmania condivide un confine di oltre 2.400 km) per fermare la guerra civile. Limijaroenrat ha affermato che come Primo ministro avrebbe promosso la creazione di un corridoio umanitario tra Thailandia e Birmania e l’attuazione del Burma Act. È fondamentale dunque sostenere politicamente l’azione del MFP, tuttora in corso, di riportare la Thailandia sul cammino della democrazia per alimentare le istanze di diritto e libertà.
Sulla Cambogia, l’Italia potrebbe divenire co-firmataria degli Accordi di Pace di Parigi del 1991 che misero fine alla guerra civile promulgando una nuova Costituzione per il Paese: una proposta del leader dell’opposizione democratica Sam Rainsy che darebbe ulteriore impulso al processo di democratizzazione nella regione.
L’Italia, infine, potrebbe altresì contribuire a sostenere una riorganizzazione del movimento democratico di solidarietà della Milk Tea Alliance che ha unito cittadini di Hong Kong, Taiwan, Thailandia e Birmania stessa.
Sen. Giulio Terzi