Almeno 208 casi di violenza sessuale commessi da soldati russi in Ucraina sono stati denunciati dall’Ufficio del Procuratore Generale dell’Ucraina (news.yahoo.com): un numero che probabilmente è solo la punta dell’iceberg. 140 vittime erano donne, e 13 minorenni. La più piccola, che è sopravvissuta, 4 anni. La più anziana, 80. Va ricordato che il concetto di violenza sessuale connessa alla guerra non si esaurisce allo stupro ma include anche il tentativo e minaccia di stupro, le mutilazioni genitali, l’essere costretti a guardare atti di violenza sessuale contro altri (english.nv.ua).
La cifra è stata resa nota durante il lancio di una campagna di sensibilizzazione sugli abusi sessuali legati alla guerra che in collaborazione con il Fondo delle Nazioni Unite per la popolazione in Ucraina (Unfpa) il governo ucraino ha lanciato il 19 giugno, nella Giornata internazionale per l’eliminazione della violenza sessuale nei conflitti. Questa campagna mira a mettere in luce la violenza sessuale legata alla guerra ed educare gli ucraini sui centri di assistenza ai sopravvissuti (Sac). Operando in 11 città a livello nazionale, questi centri forniscono supporto sociale e psicologico gratuito alle vittime di guerra, comprese quelle che soffrono di traumi di violenza sessuale legati alla guerra. Offrono anche consulenza in materia di aiuti umanitari, assistenza medica, alloggi temporanei e questioni legali che interessano gli sfollati interni (Idp). A loro volta hanno registrato oltre 100 casi. Ma secondo Pramila Patten, Rappresentante speciale del Segretario generale delle Nazioni Unite per la violenza sessuale nei conflitti, ogni rapporto ufficiale di violenza sessuale legata alla guerra in Ucraina corrisponde a un numero compreso tra i 10 e i 20 incidenti non denunciati. Quindi dovrebbero essercene stati per lo meno 4000-8000.
“Gli abusi sessuali legati alla guerra infliggono profondi traumi psicologici e distruggono l’integrità fisica, sociale, psicologica e spirituale”, ha affermato Valeria Palii, presidente dell’Associazione nazionale di psicologia dell’Ucraina. “I sopravvissuti possono temere di condividere le proprie esperienze a causa di sentimenti di disgusto e vergogna. I propri cari dovrebbero mostrare pazienza, ascoltare attentamente e rispettare il loro diritto alla privacy e all’anonimato”. In concomitanza con la campagna, è stato rilasciato un video che descrive i sentimenti e le emozioni dei sopravvissuti e sottolinea l’importanza del sostegno dei propri cari e dell’assistenza professionale. “I centri di assistenza per i sopravvissuti offrono un supporto completo adattato esclusivamente alle esigenze delle vittime”, ha affermato Olha Stefanishyna, vice primo ministro ucraino per l’integrazione europea ed euro-atlantica. “Fanno da ponte tra un’esperienza traumatica e una potenziale testimonianza futura. Ecco perché promuovere la consapevolezza di questi servizi è così vitale”. I Sac si trovano a Kyiv, Lviv, Zaporizhzhya, Dnipro, Chernivtsi, Mukachevo, Odesa, Kropyvnytskyi e Poltava, con centri mobili a Kharkiv e Kherson. A giugno 2023, oltre 17.000 persone hanno ricevuto assistenza. “Attraverso il funzionamento dei Sac, comprendiamo quanto sia fondamentale comunicare l’esistenza di questa assistenza e l’importanza di cercare un aiuto professionale”, ha affermato Nadal. “Dobbiamo fare tutto il possibile per garantire che le vittime si sentano curate e non dimenticate”.
Era già stato denunciato (twitter.com/CharlesMichel) come i militari russo stiano utilizzando la violenza sessuale come un’arma di guerra contro la popolazione ucraina (youtube.com), in modo non troppo dissimile da come l’Isis la utilizzò contro gli “infedeli” yazidi. L’obiettivo esplicito era disgustare le giovani della etnia nemica sulla riproduzione, in modo da colpirne la demografia alla radice.
Già l’Alto commissario per i diritti umani delle Nazioni Unite aveva pubblicato un rapporto sulle violazioni dei diritti umani e sui crimini di guerra nell’ottobre 2022 (ohchr.org). Nella sezione riassuntiva di apertura si ricordava che “la Commissione ha documentato modelli di esecuzioni sommarie, reclusione illegale, tortura, maltrattamenti, stupri e altre violenze sessuali commesse nelle aree occupate dalle forze armate russe nelle quattro province in cui si trovano. Le persone sono state arrestate, alcune sono state deportate illegalmente nella Federazione Russa e molte risultano ancora disperse. La violenza sessuale ha colpito vittime di tutte le età. Le vittime, compresi i bambini, a volte sono state costrette ad assistere ai crimini. I bambini sono diventati vittime dell’intera gamma di violazioni indagate dalla Commissione, inclusi attacchi indiscriminati, torture e stupri, e ne hanno subito le prevedibili conseguenze psicologiche.”.
Nel suo rapporto riguardante il periodo iniziale dell’invasione russa dell’Ucraina, dal 24 febbraio al 26 marzo 2022 (ohchr.org), l’Ufficio dell’Alto Commissariato delle Nazioni Unite per i diritti umani aveva elencato quattro tipi di rischi di violenza sessuale: aumento della presenza e delle attività militari nelle aree civili; la distruzione di case e infrastrutture; lo sfollamento interno; l’elevato numero di donne e ragazze che avendo lasciato l’Ucraina corrono elevati rischi di essere vittime della violenza sessuale legata al conflitto e della tratta di esseri umani. Dopo la liberazione della regione di Kyiv alla fine di marzo e le denunce di stupri di gruppo, aggressioni sessuali con armi da fuoco e stupri di fronte a bambini, The Guardian denunciò che le donne ucraine stavano appunto affrontando la minaccia dello stupro come arma di guerra (theguardian.com). Il 29 giugno 2022, l’Alto Commissariato aveva riferito di aver ricevuto 108 denunce di violenza sessuale correlata al conflitto e di aver verificato 23 casi. Il 2 dicembre 2022 lo stesso Alto Commissariato riferiva di aver documentato 86 casi di violenza sessuale legata al conflitto, tra cui stupro, stupro di gruppo, nudità forzata e spogliamento pubblico forzato.
Secondo Pramila Patten, “quando le donne vengono trattenute per giorni e violentate, quando inizi a stuprare ragazzini e uomini, quando vedi una serie di mutilazioni genitali, quando senti le donne testimoniare sui soldati russi dotati di Viagra, è chiaramente una strategia militare”. Dall’inizio dell’invasione, il servizio di sicurezza ucraino ha monitorato e rilasciato comunicazioni, principalmente telefonate, effettuate da soldati e funzionari russi. Molte di queste comunicazioni hanno incluso commenti sulla violenza sessuale. “Quando abbiamo preso Lyman, abbiamo massacrato tutti là fuori, fottuti khokhols [un termine russo dispregiativo per gli ucraini]… Li abbiamo violentati, massacrati, fucilati. A Lyman e Torske, siamo andati in giro sparando a tutti. Tutti gli uomini che erano più giovani sono stati portati da noi là fuori, e le donne, i giovani: sono stati tutti fottuti, massacrati, fucilati” (news.yahoo.com). “La gente del posto ci odia tutti qui. I nostri violentano le donne locali” (euromaidanpress.com)”. “Una moglie russa ha stabilito due regole di base dopo aver dato al marito soldato il permesso di violentare le donne durante l’invasione dell’Ucraina”; “Stuprale, sì, … Non dirmi niente, capito? Sì, te lo permetto, usa solo la protezione” (torontosun.com ).
Alla fine di settembre 2022, un gruppo di investigatori della Commissione internazionale indipendente d’inchiesta sull’Ucraina (ohchr.org) ha rilasciato una dichiarazione in cui si afferma che la commissione ha “documentato casi in cui bambini sono stati violentati, torturati e detenuti illegalmente” e li ha etichettati come crimini di guerra. Nella regione di Kiev, due soldati russi hanno stuprato un’intera famiglia, compresi il marito, la moglie e la figlia di quattro anni. Nelle regioni al di fuori di Kiev, i soldati russi hanno stuprato una donna di 83 anni, il cui marito disabile era presente in casa. In un altro villaggio della stessa regione, i soldati russi hanno stuprato in gruppo una donna di 56 anni dopo averla derubata. Successivamente i russi torturarono e uccisero suo marito.
Alla fine di marzo, il procuratore generale ha avviato un’indagine su un’accusa di soldati russi che avevano sparato a un uomo e poi violentato sua moglie. Il Times ha pubblicato un’intervista alla donna (thetimes.co.uk). Ha dichiarato di provenire da un piccolo villaggio a Brovary Raion. Secondo la sua testimonianza, quando i soldati russi sono arrivati a casa della coppia, hanno sparato al cane della coppia e poi hanno ucciso il marito dicendole: “non hai più un marito. Gli ho sparato con questa pistola. Era un fascista”. La donna è stata stuprata di gruppo sotto la minaccia delle armi più volte per diverse ore mentre i soldati bevevano; alla fine sono diventati “così ubriachi che stavano a malapena in piedi”. La donna alla fine è scappata con suo figlio che era stato in casa mentre accadeva. I presunti stupratori sono stati successivamente identificati dai profili dei social media.
Human Rights Watch (HRW) ha riferito di un pestaggio e stupro avvenuto il 13 marzo nei confronti di una donna di 31 anni nel villaggio di Mala Rohan a Kharkiv Raion, che all’epoca era controllato dalle forze armate russe. Il rapporto afferma che un soldato russo è entrato in una scuola e ha picchiato e violentato sotto la minaccia delle armi una donna che si era rifugiata con la sua famiglia e altri abitanti del villaggio (hrw.org).
La Bbc ha intervistato una donna di 50 anni di un villaggio a 70 chilometri a ovest di Kiev, che ha affermato di essere stata violentata sotto la minaccia delle armi da un ceceno alleato delle forze armate russe (bbc.com). Secondo i vicini una donna di 40 anni è stata violentata e uccisa dallo stesso soldato. Il capo della polizia dell’oblast di Kyiv, Andrii Nebytov, ha dichiarato che la polizia stava indagando su un caso il 9 marzo, quando i soldati russi hanno sparato a un uomo e violentato ripetutamente sua moglie. I soldati hanno saccheggiato e bruciato la casa e ucciso i cani della famiglia.
Il New York Times ha riferito come una donna sia stata “tenuta come una schiava del sesso, nuda tranne che per una pelliccia e rinchiusa in una cantina di patate prima di essere giustiziata”, trovata dopo la liberazione della regione di Kiev alla fine di marzo 2022 (nytimes.com).
Il Sunday Times ha riferito di due ex soldati ucraini che erano stati torturati dai russi mentre erano in cattività e castrati con un coltello, prima di essere liberati in uno scambio di prigionieri di guerra. Una psicologa che aveva in cura gli uomini ha dichiarato di aver sentito parlare di molti altri casi simili dai suoi colleghi. Lo stesso rapporto affermava che i medici di una clinica ostetrica di Poltava riferivano di casi di donne che erano state stuprate da soldati russi e poi avevano iniettato sigillante per finestre nei loro organi sessuali in modo che non potessero mai avere figli (thetimes.co.uk).
Maurizio Stefanini