In occasione del dibattito al Senato del 28 giugno sulle comunicazioni del Presidente del Consiglio Meloni alla vigilia della riunione del Consiglio Europeo di oggi e domani a Bruxelles, ho voluto sottolineare alcuni aspetti legati alle priorità del governo, in particolare sui tre Paesi le cui azioni costituiscono una priorità da affrontare sia rispetto all’ordine internazionale basato sulle regole che in termini di sicurezza: Russia, Cina ed Iran.
La guerra di aggressione russa ai danni dell’Ucraina è l’atto più evidente della minaccia in oggetto. In forme diverse, sia il regime cinese che quello iraniano contribuiscono infatti allo sforzo bellico di Putin: il primo assumendo una posizione equidistante, ma de facto pienamente pro-Mosca, il secondo fornendo droni da impiegare contro gli ucraini in Donbass.
Il Presidente Meloni ha agito con linearità e coerenza sul dossier Ucraina, ribadendo la necessità che l’Europa sostenga per tutto il tempo necessario la difensa di Kiev dall’aggressione criminale di Putin. Bene ha fatto Giorgia Meloni a ripetere che l’obiettivo non è sconfiggere Mosca, bensì difendere Kiev. In questo senso l’impegno del governo, a livello nazionale ed europeo, mira da un lato alla sfida della ricostruzione dell’Ucraina e dall’altro al raggiungimento di condizioni adeguate per avviare trattative di pace che abbiano una minima, realistica chance di riuscita.
A tal fine, è fondamentale che l’Italia ed altri Stati membri dell’UE attivino la giustizia internazionale perseguendo i crimini di guerra, di aggressione e contro l’umanità. Deve affermarsi il principio di giurisdizione universale per condannare, tra l’altro, quell’orrendo crimine della deportazione forzata da parte della Russia dei bambini ucraini, con la creazione di un Tribunale ad hoc.
Sono passi necessari anche per evitare le sabbie mobili dei silenzi e delle ambiguità di alcuni settori dell’opposizione che nel Parlamento italiano e al Parlamento europeo continuano a gettare arrivando persino ad affermare, come detto dal leader del M5S, che non si deve lasciare a Zelensky il compito di decidere come e quando sedersi al tavolo dei negoziati.
Abbiamo sentito dire che a Bucha i civili sterminati per le strade erano solo dei figuranti, o ancora, certi esperti di geopolitica negare l’opportunità di fornire aiuti militari in difesa della vittima perché “il tempo gioca a favore di Mosca”.
Ma L’Ucraina non va sostenuta solo militarmente. Kiev merita di entrare rapidamente nell’UE e di vedere consolidato il suo rapporto con la NATO. Quest’ultima pista inizia a farsi largo persino all’Eliseo, lo stesso Eliso dove nel 2019 si metteva in discussione l’utilità dell’Alleanza Atlantica. Altra dimostrazione della serietà e coerenza dell’azione del Presidente Meloni, riconosciuta anche dalla stampa francese su Le Monde e Le Figaro.
La prospettiva dell’Ucraina nell’UE e il valore che ciò rappresenta per la sua libera scelta di condividere i nostri principi, dà una nuova fiducia a una comune identità di un’Unione Europea che deve allargarsi e approfondirsi strutturalmente.
Venendo alla Cina, l’altro grande antagonista – il principale – si registra una indubbia crescente presa di coscienza su cosa sia veramente la Cina di Xi Jinping, cioè non solo un concorrente economico, ma un avversario sistemico delle democrazie liberali. Appare sempre più chiaro che il nuovo diritto internazionale “con caratteristiche cinesi” che la Cina vuole proporre e persino imporre con l’aiuto del suo junior partner, la Russia, e di altri regimi, riflette la rigida applicazione della legalità autoritaria interpretata dal Partito Comunista Cinese. L’esatto contrario dello Stato di Diritto.
Non dobbiamo dunque abbassare la guardia. Le acquisizioni, gli investimenti e gli interessi di Pechino in Italia e in Europa probabilmente si intensificheranno ed è per questo che un’economia globale sempre più interdipendente impone di governare con molta attenzione, secondo i principi di reciprocità e sovranità, e condizioni di lavoro dignitose. Serve ricordare il caso degli abusi ipotizzati dal Financial Times negli stabilimenti della Volkswagen di Urumqi, in Xinjiang, e il rischio che si ricorra anche nel settore automobilistico al lavoro forzato?
Infine, un monito sull’Iran che, oltre a prendere direttamente parte in misura crescente alla guerra contro l’Ucraina e ad agire contro l’esistenza stessa di Israele, continua a reprimere il suo stesso popolo. Per questo è necessario che il Consiglio Europeo e tutti gli Stati membri inseriscano urgentemente il Corpo dei Guardiani della Rivoluzione Islamica ed Hezbollah, nella sua interezza, nella lista delle organizzazioni terroristiche.
Nel Parlamento italiano si sta diffondendo la convinzione che occorra un netto cambio di rotta nell’atteggiamento europeo verso il regime fondamentalista islamico di Teheran. Il Parlamento europeo e il parlamento svedese hanno deliberato di inserire tra le organizzazioni terroristiche, nella loro interezza, il Corpo dei Guardiani della Rivoluzione Islamica e Hezbollah. Altri, incluso quello italiano, dovrebbero seguire al più presto.
L’epoca che stiamo attraversando, caratterizzata dall’antagonismo sino-russo, da un Medio Oriente ancora in preda alle violente azioni destabilizzanti dell’Iran, e dal consolidamento dei Paesi BRICS, rende ineludibile un rafforzamento del partenariato strategico tra UE e NATO.
Le crisi generate dalla pandemia e dall’aggressione militare all’Ucraina devono essere mutate in fattori di crescita. In un ordine mondiale che va assumendo tratti multipolari e multidimensionali, dove gli Stati Uniti restano ancora la principale forza trainante, è giunto il momento in cui l’UE compia il salto di qualità politico necessario per la sua esistenza e per tutto il mondo libero.
Sen. Giulio Terzi