Cresce la preoccupazione per le manovre cinesi nell’isola di Cuba. A seguito delle notizie riportate nelle ultime settimane da prestigiosi giornali statunitensi, si è acceso il dibattito ai massimi livelli del potere politico americano circa la natura e le finalità della partnership che legherebbe il regime comunista di Pechino con quello castrista.
La rivelazione di un accordo sino-cubano per l’istallazione di impianti elettronici ha acceso i riflettori sui pericoli derivanti dal possibile aumento delle capacità spionistiche cinesi a danno degli interessi vitali americani. La risposta della Casa Bianca a seguito della pubblicazione di dettagli sulla faccenda pare non essere stata sufficientemente precisa e determinata; evidentemente non lo è stata agli occhi di alcuni tra i più influenti congressisti USA che si occupano di politica estera e di sicurezza.
Con una iniziativa bipartisan, infatti, il membro della Camera dei Rappresentanti Michael McCaul (presidente della Commissione Affari Esteri, Partito Repubblicano) e il Senatore Bob Menendez (cubano-americano, presidente della Commissione Esteri, Partito Democratico) hanno preso carta e penna per rivolgere una serie di richieste al Segretario di Stato Blinken e al Direttore della Central Intelligence Agency William Burns. I due esponenti parlamentari, oltre ad una serie di precise domande di natura tecnica relative alle reali capacità di intelligence cinesi in via di sviluppo a Cuba, chiedono soprattutto conto della valutazione che l’esecutivo statunitense fa dello stato delle relazioni tra Pechino e il regime comunista cubano, cosa che di per sé rappresenta una chiara minaccia agli interessi nazionali USA.
La vicinanza dell’isola alle coste meridionali statunitensi infatti fa sì che la presenza cinese sia particolarmente pericolosa per una serie di elementi di primaria importanza, quali la sicurezza dei traffici commerciali e delle manovre militari USA nei Caraibi, la sicurezza delle comunicazioni sia civili che militari e la sicurezza delle trasmissioni satellitari, nonché la protezione di interessi commerciali americani dall’aggressivo spionaggio economico-commerciale in cui Pechino è tradizionalmente molto forte.
Nella richiesta di Menendez e McCaul, si riscontrano altri punti di notevole interesse, per chi voglia comprendere e analizzare il rischio geopolitico per gli USA derivante dalla presenza del regime cubano: i due esponenti infatti chiedono conto ai destinatari di quale sia la valutazione dell’esecutivo circa la cooperazione in materia militare e di intelligence tra La Habana da una parte e Mosca e Teheran dall’altra. A Washington infatti non è un mistero che Cuba sia, da tempo, la porta di ingresso in America Latina della presenza di attori globali ostili agli interessi americani, quali la Federazione Russa e la Repubblica Islamica dell’Iran. Da ultimo, la preoccupazione per la penetrazione di attori revisionisti, Cina comunista in primis, si estende ben oltre il territorio cubano: Menendez e McCaul chiedono infatti alla Casa Bianca in quali altri aree dell’emisfero occidentale -oltre che a Cuba- siano in corso attività cinesi tese all’espansione delle capacità di Pechino in termini di intelligence. Su tutte le domande rivolte dai due influenti parlamentari, Blinken e Burns dovranno rispondere con una nota che verrà mantenuta sotto classifica.
La speranza è che almeno alcuni elementi della risposta vengano ritenuti comunque ostensibili e pubblicabili. Ne va, se il livello della minaccia è davvero elevato, della capacità da parte dell’opinione pubblica statunitense e mondiale di comprendere, di conoscere lo stato dell’arte della pericolosità della presenza cinese (e nondimeno russa e iraniana) in America Latina, e del carattere cruciale della collaborazione che a tali attori, da tempo, fornisce La Habana, capitale di un impero occulto che in troppi, nel mondo occidentale, fanno finta di non vedere.
Andrea Merlo
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La richiesta di Menendez, McCaul e altri a Blinken e Burns:
Egregi Segretario Blinken e Direttore Burns,
scriviamo per esprimere la nostra preoccupazione per le recenti notizie secondo le quali il regime cubano e la Repubblica Popolare Cinese (RPC) hanno accordato di lanciare una partnership militare e di intelligence profondamente allarmante a meno di 100 miglia dalle nostre coste. Il Congresso e l’opinione pubblica americana meritano chiarezza sulle implicazioni per la sicurezza nazionale di questa provocazione diretta da parte dei nostri avversari, così come sulle misure concrete che l’Amministrazione intende adottare in risposta.
Mentre le notizie sulla questione continuano a svilupparsi, l’opinione pubblica americana sa che almeno dal 2019 Cuba e la Repubblica Popolare Cinese hanno lavorato per sviluppare le capacità di intelligence della RPC a Cuba a livello sufficiente, come minimo, da poter monitorare e intercettare le comunicazioni nel sud-est degli Stati Uniti, prendendo potenzialmente di mira le basi militari nella regione, il traffico marittimo degli Stati Uniti nei Caraibi e le comunicazioni sensibili e private tra americani. Ciò è inaccettabile.
Non ci sorprende che il regime cubano – che storicamente ha aperto le porte agli avversari stranieri degli Stati Uniti – e la RPC stiano lavorando insieme per compromettere la sicurezza nazionale degli Stati Uniti. Tuttavia, l’insediamento di strutture di intelligence e l’espansione dei legami militari a così breve distanza dal territorio statunitense rappresentano un passo significativo, un’escalation.
L’opinione pubblica americana deve essere rassicurata sul fatto che il suo governo condanna inequivocabilmente questa escalation, e che si sta adoperando per fare tutto ciò che è in suo potere per contrastarla. Pur comprendendo la delicatezza della questione, il Congresso ha bisogno di maggiore trasparenza e chiarezza su questi sviluppi. Per poter adempiere ai nostri doveri costituzionali di supervisione in qualità di presidenti delle commissioni Esteri del Senato e Affari Esteri della Camera – nonché in qualità di rappresentanti del popolo americano – è imperativo che comprendiamo nei minimi dettagli l’esatta natura e gli obiettivi della raccolta di informazioni da parte della RPC a Cuba e della partnership militare con il regime, le implicazioni di tali sforzi per gli interessi nazionali degli Stati Uniti e ciò che l’amministrazione Biden sta facendo per mitigare tali sforzi e scoraggiare la loro ulteriore espansione a Cuba e nell’emisfero occidentale. Chiediamo in particolare che il Dipartimento di Stato e la Central Intelligence Agency forniscano alle nostre commissioni, entro il 14 luglio 2023, una relazione classificata sulle seguenti domande:
1) Qual è la natura e la portata dell’attuale infrastruttura logistica, di base e di raccolta della RPC, compresa l’infrastruttura di raccolta dell’intelligence, a Cuba? Dove sono situate le infrastrutture? Si prega di descrivere in dettaglio il funzionamento di tali infrastrutture, compreso se sono gestite congiuntamente dal regime cubano e dalla RPC.
2) Da quanto tempo la RPC dispone di un’infrastruttura logistica, di base e di raccolta operativa a Cuba? Quando il governo degli Stati Uniti ha sollevato per la prima volta la questione di queste attività della RPC a Cuba con il regime cubano e il governo della RPC?
3) L’Amministrazione ha confermato pubblicamente che la RPC ha intrapreso iniziative per migliorare ed espandere la sua capacità di raccolta di intelligence a Cuba dal 2019. Si prega di descrivere in dettaglio la natura di questa espansione. Quali aziende stanno fornendo o vendendo attrezzature per sostenere l’espansione? Il governo degli Stati Uniti è a conoscenza di discussioni recenti o in corso tra la RPC e il regime cubano per espandere ulteriormente le infrastrutture logistiche, di base e di raccolta della RPC sull’isola?
4) Quali compensazioni, incentivi o impegni ha ricevuto o fornito il regime cubano in cambio della creazione e dell’espansione delle infrastrutture logistiche, di base e di raccolta della RPC a Cuba?
5) Qual è la valutazione dell’Amministrazione sugli obiettivi della RPC nello stabilire ed espandere le sue operazioni di intelligence a Cuba?
6) Qual è la valutazione dell’Amministrazione sull’impatto che la creazione e l’espansione dell’infrastruttura di raccolta di intelligence della RPC a Cuba ha avuto, e avrebbe, sugli interessi nazionali degli Stati Uniti, comprese le operazioni militari, le vulnerabilità della comunità di intelligence e lo spionaggio commerciale? In che misura la capacità di raccolta di informazioni della RPC è stata utilizzata per monitorare o intercettare comunicazioni relative al traffico marittimo nei Caraibi, alle basi militari statunitensi, alle trasmissioni satellitari o ad altre questioni sensibili?
7) Quali azioni, diplomatiche o di altro tipo, ha intrapreso l’Amministrazione in risposta agli sforzi della RPC per rafforzare le sue infrastrutture logistiche, di base e di raccolta a Cuba, compresi gli sforzi per mitigare l’efficacia di tali attività di raccolta di informazioni? In che modo questi sforzi sono coerenti o diversi da quelli perseguiti dalla precedente amministrazione? Quanto successo hanno avuto i nostri sforzi?
8) Descrivete in dettaglio le vostre conversazioni con il regime cubano e il governo della RPC su questi temi di formazione e intelligence dei segnali. Si prega di fornire informazioni su ogni data in cui si sono svolti tali colloqui e sul livello a cui si sono svolti.
9) Qual è la valutazione dell’Amministrazione sullo stato attuale delle relazioni Cuba-RPC? A parte le infrastrutture logistiche, di base e di raccolta della RPC a Cuba, ci sono altre questioni che preoccupano particolarmente gli Stati Uniti e il nostro interesse nazionale per quanto riguarda le relazioni Cuba-RPC?
10) Qual è la valutazione dell’Amministrazione sulle implicazioni di un’infrastruttura logistica, di base e di raccolta della RPC a Cuba in termini di cooperazione di Cuba su questioni di intelligence e militari con la Federazione Russa e la Repubblica Islamica dell’Iran? Fornire una ripartizione delle stime del personale militare e di intelligence delle suddette nazioni.
11) La RPC sta operando, espandendo o tentando di stabilire ulteriori infrastrutture logistiche, di base, di addestramento e di raccolta nell’emisfero occidentale al di fuori di Cuba? In caso affermativo, si prega di descrivere in dettaglio l’ubicazione, la natura e l’entità di tali infrastrutture, compresi il personale, gli agenti dell’intelligence e le truppe, nonché le azioni aggiuntive che il governo degli Stati Uniti ha intrapreso in risposta.
12) Quali sono le ultime notizie sulla discussione tra la RPC e il regime cubano sull’espansione dei programmi di addestramento a Cuba? Quale entità della RPC è coinvolta in questo addestramento e qual è la capacità operativa che spera di raggiungere attraverso questo programma?
Andrea Merlo