“Avanti verso una Repubblica Democratica”: a questo obiettivo e slogan è stato intitolato il “Free Iran World Summit 2023” (free-iran/2023-paris) che si è tenuto il primo luglio a Auvers-sur-Oise. Una località della regione parigina che è la sede del Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana (it.ncr-iran.org), organizzazione di opposizione al regime della Repubblica Islamica, la cui leader è Maryam Rajavi.
“Questo meeting vuole essere l’espressione viva della volontà del popolo iraniano di creare una repubblica democratica e combattere ogni tipo di dittatura, sia di matrice monarchica che religiosa”, ci spiega Shahin Gobadi: portavoce di quella Organizzazione dei Mujhaeddin del Popolo Iraniano che è la principale promotrice del Consiglio, e che combatte dal 1965: prima contro lo Scià, poi contro il regime islamista. Sono vent’anni che questo evento viene celebrato, tra fine giugno e inizio luglio. Ma, ricorda sempre Gobadi, “quest’anno assume un significato particolare, perché viene dopo l’inizio della rivolta che in Iran è stata accesa dopo la morte di Masha Amini”. Un segno di questo salto di qualità è rappresentato dalle 100.000 persone che in concomitanza con il Summit hanno manifestato a Parigi: soprattutto iraniani della diaspora, che sono venuti da tutto il mondo per chiedere la fine del regime di Teheran. Un altro dai 3600 parlamentari di tutto il mondo che hanno manifestato il loro appoggio al programma in 10 punti proposto da Maryam Rajavi per arrivare alla Repubblica Democratica Iraniana. Un altro ancora dalla gran quantità di protagonisti della politica internazionale che sono intervenuti a parlare all’evento di Auvers-sur-Oise (https://www.ncr-iran.org/en/news/iran-resistance/live-report-free-iran-world-summit-2023-onward-to-a-democratic-republic/).
Alcuni erano collegati in videoconferenza, come la ex-primo ministro britannica Liz Truss, l’ex-Segretario di Stato Usa Mike Pompeo o l’ex Rappresentante permanente alle Nazioni Unite e ex- consigliere per la sicurezza pure Usa John Bolton. Altri erano presenti, come l’ex-vicepresidente Usa Mike Pence, l’ex-ministro degli Esteri italiano e attuale presidente della Commissione Politiche Ue al Senato Giulio Terzi di Sant’Agata, l’ex-ministro degli Esteri e della Sanità francese e fondatore di Medici senza frontiere Bernard Kouchner, la leader verde colombiana Íngrid Betancourt. Leader donna che ha ricordato come elemento propulsore della rivolta in Iran siano le donne che rifiutano il velo obbligatorio e il “fascismo religioso”, Maryam Rajavi ha ribadito l’obiettivo di “una rivoluzione per libertà, la democrazia e l’uguaglianza” per difendere le minoranza. “Parlo da cittadino privato ma a nome di milioni di americani di tutti i partiti per appoggiare la lotta alla democrazia. La speranza del libero Iran non si è mai spenta e non dobbiamo rimanere in silenzio”, ha detto Pence. “Sull’appoggio al ritorno alla democrazia in Iran l’impegno degli americani è bipartisan”, ha confermato il membro della Camera dei Rappresentanti per la California Raul Ruiz.
“Non permetteremo mai all’Iran di avere bombe atomiche”, è stata un’altra affermazione dell’ex-vicepresidente di Trump che ha ricevuto un applauso fragoroso degli oppositori iraniani presenti”. “Gli appeasement non hanno mai funzionato”. “Come il mondo libero sta con l’Ucraina deve stare con la resistenza iraniana”. “Anche il presidente dell’Iran Raisi come Putin va perseguito per crimini contro l’umanità e genocidio”. Applausi anche pèr Pompeo: “quando il generale Soleimani minacciava gli americani e lo abbiamo fatto fuori, ci siamo assicurati che non uccidesse un altro americano. Ci siamo assicurati che non perseguitasse un altro iraniano”.
“Sono 40 anni che il Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana organizza la lotta”, ha ricordato l’ex-primo ministro del Canada Stephen Harper. “Anche lo Scià era potente, pochi mesi prima della sua caduta Carter parlò dell’Iran come di una isola di stabilità. Adesso la situazione è anche più grave, con l’inflazione oltre il 100%”. “È fantastico essere qui”, ha detto Liz Truss, denunciando l’asse che unisce sempre più l’Iran alla Russia e a “una Cina sempre più autoritaria”. “I popoli che credono alla libertà e alla democrazia hanno bisogno di stare assieme. Se si lascia a un popolo scegliere, sceglie la libertà”. “Stiamo muovendo verso il prossimo passo”, ha previsto l’ex-ministro degli Esteri francese Hubert Védrine.
Anche Bolton ha definito l’idea di poter venire a patti con il regime di Teheran “un’illusione”. “A rivederci nella capitale di un Iran libero e democratico”, è stato l’auspicio dell’ex-primo ministro sloveno Janez Janša. Raul Ruiz ha ricordato come la diaspora iraniana rappresenti un elettorato importante in California. “Crediamo nel piano in 10 punti della signora Rajavi”, ha ribadito il Rappresentante repubblicano per il Texas Lance Gooden. Kouchner ha tenuto a “insistere” su un punto secondo lui essenziale. “L’Iran è governato da barbari religiosi. Ma l’Iran produce anche armi e droni che stanno uccidendo gli ucraini. Questi droni sono fabbricati da uno Stato che ci minaccia.
In questo nuovo mondo che vediamo ogni anno, c’è un’alleanza molto pericolosa: Russia e Iran. La fornitura di armi dell’Iran alla Russia e l’uccisione del popolo ucraino”.
Già ministro dell’Economia tedesco, Peter Altmaier si è detto “impressionato dalla pazienza con cui il popolo iraniano sta lavorando duro da decenni per realizzare la democrazia in Iran”. “Il cambio è a portata di mano”, prevede l’ex-Speaker della Camera dei Comuni, John Bercow. “È un momento in cui le democrazie devono fare fronte alla sfida dei regimi autocratici”, secondo il generale James Jones, 14esimo comandante Alleato in Europa e primo consigliere per la sicurezza di Obama. “Gratitudine” è stata manifestata dalla ex ministro francese degli Esteri, della Difesa e dell’Interno Michèle Alliot-Marie alle “azioni coraggiose” in rappresentanza di “valori universali che tutti meritano”.
Mentre il senatore Terzi ha ricordato ai presenti: “è un mondo di libertà che sta con voi oggi per i valori di cui siamo così orgogliosi. C’è una particolarità in quello che sta accadendo oggi a Parigi oggi. È il trionfo dei valori garantiti dal Paese Francia per permettere alle voci libere dei rifugiati politici di esprimersi liberamente. Questo è il valore della democrazia a cui fanno eco le migliaia di persone che affermano che Madam Rajavi è il loro leader. La maggioranza dei legislatori italiani ha firmato il documento che è chiaramente un fermo sostegno al Piano in dieci punti di Madam Rajavi, alla lista nera dell’Irgc e all’impegno a perseguire la promozione della libertà, della giustizia e dei diritti umani in Iran. La demonizzazione che il regime sta indirizzando verso i Mujuiaddin del Popolo consente ad altri attori, false opposizioni e attori nei regimi passati, di presentarsi e fingere di avere uno status paritario come principale opposizione. Questa è una strategia che cerca di diffondere l’odio contro di voi e contro noi che vi sosteniamo”.
Maurizio Stefanini
Photo Credit: Valentina Camu