Raisi, presidente della repubblica Islamica dell’Iran, ha visitato il Venezuela, segnando l’ennesimo episodio di una relazione ormai consolidata, avviata dalle prime visite reciproche tra Chavez e Ahmadinedjad a metà anni 2000.
Caracas e Teheran danno così prova di essere uscite dall’isolamento diplomatico in cui negli ultimi anni erano state costrette dalla linea dura della precedente amministrazione USA. I due dittatori hanno firmato numerosi accordi di cooperazione tra i due Paesi in molti settori; particolare attenzione è dedicata alle aree petrolifera ed estrattiva, nella dichiarata volontà di approfondire i già forti legami tra le due capitali nei settori strategici dell’energia.
Entusiastiche le dichiarazioni dei due, durante una conferenza in pubblico dai toni trionfalistici. “L’interscambio economico era solo due anni fa di 600 milioni di dollari – ha affermato l’iraniano Raisi- ma ora è di 3 miliardi di dollari. Il prossimo obiettivo di cooperazione economica è arrivare a 10 miliardi di dollari, e poi a 20 miliardi”. Gli ha fatto eco il dittatore venezuelano, che ha precisato: “abbiamo firmato 25 accordi di cooperazione in questa storica visita di Raisi, e in queste ore stiamo ancora continuando a negoziare altri accordi per altri investimenti, per nuovi progetti, nuovi investimenti nell’area del petrolio, nella petrochimica, nella raffineria, nel gas, nell’estrazione mineraria di oro, ferro e bauxite. Stiamo anche firmando un accordo per la creazione di una impresa di logistica mista Venezuela-Iran, che consenta di portare il livello di interscambio come diceva il Presidente Raisi dai 3,3 miliardi a 10 e poi a 20 miliardi di dollari”.
Come questo possa realizzarsi, è difficile a dirsi, e ancora più difficile che tali cifre possano mai corrispondere a futuri volumi di interscambio, specialmente considerando la disperata condizione dell’economia venezuelana, distrutta da anni di dittatura e politiche economiche disastrose. Ciò nondimeno vi è preoccupazione per ciò che in realtà si nasconda dietro la visita di Raisi: la penetrazione iraniana in America Latina è una realtà da molto tempo, ed ha utilizzato il Venezuela come fattore di leva per facilitare la sua azione e influenza sia sul piano politico che dal punto di vista economico e nei traffici illegali transnazionali, per non parlare della presenza di Hezbollah nell’area, spesso garantita dalla copertura fornita dal Venezuela chavista-madurista.
“Continuiamo a prendere sul serio i tentativi dell’Iran di espandere le sue attività ostili nel mondo, e anche nell’emisfero occidentale”, ha sottolineato, con preoccupazione, il Dipartimento di Stato USA attraverso una sua nota.
Andrea Merlo