“Inabilitazione a ricoprire cariche pubbliche per 15 anni”: questo è il dispositivo della pronuncia della Contraloria General della Repubblica del Venezuela (una sorta di Corte dei Conti) che rende incandidabile alle elezioni Maria Corina Machado, la leader attualmente più in vista dell’opposizione al chavismo.
L’annuncio della inibizione è stato dato in anteprima dal deputato dell’Assemblea nazionale fantoccio, José Brito, protagonista anni fa assieme ad altri colleghi parlamentari di un fenomeno di trasformismo che lo portò dai banchi dell’opposizione all’appoggio a manovre del regime all’interno dell’Assemblea Nazionale, con il fine di rimuovere Juan Guaidò dalla presidenza del Parlamento stesso. Brito, in qualità di Presidente della Commissione parlamentare per il Controllo sui conti pubblici, aveva attirato l’attenzione negli ultimi giorni dell’opposizione per una iniziativa curiosa quanto evidentemente malintenzionata: chiedere alla Corte dei Conti venezuelana quale fosse lo status giuridico della cittadina Maria Corina Machado.
E’ per questo che la pronuncia dell’inibizione che la colpisce non arriva di sorpresa: il regime, secondo le accuse dell’opposizione, aveva da tempo ideato una strategia ad hoc per eliminare dalla contesa elettorale la candidata di gran lunga più temibile. In Venezuela si terranno infatti le elezioni presidenziali nel 2024, e per l’appuntamento (secondo i critici più radicali, del tutto inutile, trattandosi di elezioni farsa manipolate in più modi da Maduro e dagli organismi del regime) la gran parte dell’opposizione ha convenuto di fissare una data nel prossimo ottobre per le primarie unitarie, al fine di giungere alle presidenziali dell’anno prossimo con una candidatura unica e sfidare compattamente Maduro, quasi certo candidato della dittatura.
Maria Corina Machado, da settimane impegnata in una intensa attività di comizi in lungo e in largo nel Paese nonostante le minacce e gli attacchi del regime, ha dato prova di una straordinaria capacità di aggregazione e convocazione di masse in ogni angolo del Venezuela. Non c’è stato un suo comizio in queste settimane che non vedesse ingenti masse di popolazione presenziarvi. Ma la mossa del regime, in stile Ortega (il dittatore comunista che in Nicaragua vince elezioni farsa inabilitando tutti gli altri candidati), è giunta a ostacolare un cammino lineare verso la candidatura della lady di ferro venezuelana: la Contraloria l’ha dichiarata incandidabile per reati patrimoniali dovuti alla sua partecipazione alla strategia di Juan Guaidò dal 2019 in poi, nonché per supposti danni erariali dovuti alla sua invocazione di sanzioni contro il regime. Accuse sulla cui fondatezza, ovviamente, non c’è da spendere molte parole.
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La pronuncia della Contraloria venezuelana: il testo integrale
Andrea Merlo