Presentato come “ex-Ministro degli Esteri italiano”, il senatore Giulio Terzi di Sant’Agata al Free Iran World Summit 2023 ha tenuto il seguente saluto (ncr-iran.org):
“È un mondo di libertà che sta con voi oggi per i valori di cui siamo così orgogliosi. C’è una particolarità in quello che sta accadendo oggi a Parigi oggi. È il trionfo di valori che sono garantiti dal Paese della Francia per permettere alle libere voci dei rifugiati politici di poter essere liberamente espresse. Questo è il valore della democrazia a cui fanno eco le migliaia di persone che affermano che Madam Rajavi è il loro leader. La maggioranza dei legislatori italiani ha firmato il documento che è chiaramente in fermo sostegno al Piano in dieci punti di Madam Rajavi, alla lista nera dell’Irgc, e all’impegno a perseguire la promozione della libertà, della giustizia e dei diritti umani in Iran. La demonizzazione che il regime sta indirizzando verso i Mek consente ad altri attori, false opposizioni e attori nei regimi passati, di presentarsi e fingere di avere uno status alla pari con la principale opposizione. Questa è una strategia che cerca di diffondere l’odio contro di voi e contro di noi che vi sosteniamo”.
La posizione è stata ulteriormente precisata in alcune dichiarazioni rilasciate dopo il discorso:
“Il punto fondamentale e il senso di questa riunione qui in questa hall, in questo Paese dove c’è un radicamento del popolo, è che in contemporanea all’incontro del Consiglio Nazionale della Resistenza Iraniana un centinaio di migliaia di persone, di iraniani, è riuscito ad avere l’autorizzazione a sfilare per le strade di Parigi. Questa coincidenza è stata straordinaria, perché ha dimostrato l’energia e la forza incredibile di questo movimento che riesce a continuare ad avere sempre più sostenitori. A loro va il sostegno di un mondo vastissimo di ex-primi ministri, di alti ufficiali delle forze armate di tutto il mondo, di parlamentari, di uomini di cultura, di politici. Solo nella nostra delegazione, più di 70 persone. È stato un esempio straordinario di quello che è il Parlamento Italiano con il voto di questa risoluzione firmata da 307 persone in cui si esprimono delle cose fondamentali: il sostegno a Madame Rajavi; la messa al bando dei Pasdaran, per metterli nella lista delle organizzazioni terroristiche; ma anche il percorso da continuare a fare per continuare a dare forza a questa possibilità di ricambio del regime verso una speranza di un futuro di un Iran democratico, libero, che riconosca i diritti dell’uomo. Questa riunione, questa combinazione di due momenti, qui di autorità, agli Champs-Élysées e altre strade di Parigi con questa massa enorme di persone, avveniva in un momento delicato per la Francia. Ma la Francia ha voluto dare l’autorizzazione a questa dimostrazione per due motivi fondamentali. Uno, chiaramente, di mostrare una manifestazione di libertà quasi in contrapposizione chiara alle manifestazioni di beceri rivoltosi, teppisti, distruttori di metà Paese, lanciatori di bottiglie Molotov. Ma poi anche far vedere che i veri portatori di interessi di democrazia e di libertà devono poter manifestare. Anche nei momenti più difficili questo governo francese è riuscito a dimostrarlo. Questo è un fatto fortissimo. In più, c’è un altro elemento ancora da tener presente. La Francia è un Paese che ha le sue complessità nel posizionamento internazionale, e che fa parte del negoziato 5+1 con l’Iran. Il famoso negoziato nucleare. La Francia ha sempre sostenuto che si doveva fare un accordo nucleare con l’Iran, ma ora qui il Senatore Lieberman ha detto le cose che non sto a ripetere. Non ci può essere un appeseament! Si è partiti dal 3,5% di arricchimento dell’uranio e si arrivati a riconoscere l’80%, in più mandandogli 2 miliardi e mezzo di dollari che finiranno in armi, probabilmente. La Francia ha deciso ciò perché riconosce il significato, la forza, il vigore di questo movimento della Resistenza iraniana, guidato da Madame Rajavi. Riconosce che è un attore fondamentale in Medio Oriente. Perché è un affermatore di pace. Non è che questo voglia dire che adesso Macron parte in una crociata: non è assolutamente questo il significato politico di questa cosa. Ma autorizzare questa manifestazione non può che essere visto come una carta di identità, di pulizia, di correttezza, di decenza di un movimento politico”.
Maurizio Stefanini