L’intervento del Sen. Giulio Terzi di Sant’Agata in occasione dell’incontro “L’Italia nella piazza del mondo”, in cui sono intervenuti il Sen. Maurizio Gasparri, Giulio Terzi, Stefania Craxi, Marco Scurria e gli On. Maria Tripodi e Lorenzo Guerini, tenutosi a Roma il 12 luglio.
“Il ruolo dell’Italia nel Mediterraneo è un dato di fatto, è una centralità geopolitica. Al posizionamento geografico si aggiunge una spinta politica ed economica che consente una proiezione del Paese in tutto il Mediterraneo allargato dal Sahel al Medio Oriente; una dinamica ed una presenza geopolitica con forti elementi di attrazione a livello politico, economico e anche militare in virtù delle diverse missioni di pace a cui l’Italia contribuisce.
Si tratta di una presenza geopolitica che ci viene richiesta, come è stato per esempio nel caso della Libia alla caduta di Gheddafi. In quell’occasione l’amministrazione americana si era ripetutamente dichiarata a favore di un coinvolgimento europeo, in particolare di un ruolo da protagonista dell’Italia. Il Governo Meloni sta esercitando questo ruolo con una visione ed efficacia che come notano molti osservatori, anche internazionali, non ha precedenti negli ultimi dieci anni. Lo sta svolgendo con la consapevolezza di un saldo riferimento, per quanto riguarda gli interessi nazionali di difesa e sicurezza, nello spazio euroatlantico.
È proprio su questa nozione di spazio euroatlantico che i riferimenti ripetuti nel comunicato del vertice NATO tenutosi a Vilnius confermano il valore di una comunità politica, economica, tecnologica, militare, culturale collegata, e in piena osmosi, con l’alleanza atlantica. Una consapevolezza importante rispetto alle turbolenze talvolta emerse in passato e spazzate via da quel 24 febbraio 2022 che ha visto la criminale aggressione russa contro l’Ucraina.
La sicurezza euroatlantica è una realtà indivisibile nelle sue propagazioni globali sino all’indo-pacifico e all’Asia che ci consente anche di affrontare la sfida cinese. Come evidenzia ancora il comunicato della NATO riunitasi a Vilnius, la Cina è un partner economico ma allo stesso tempo un antagonista sistemico con valori fondanti e disegni globali pericolosamente alternativi a quelli che reggono le regole internazionali e le istituzioni che le incarnano. I rischi che originano da Pechino con la concorrenza sleale, la sistematica violazione di proprietà intellettuale, i mutui capestro con i Paesi più poveri, la mancanza di reciprocità e la violazione delle regole esistenti nel commercio internazionale, negli investimenti e negli scambi di tecnologia, unite alle serie violazioni dei diritti umani, sono tutti aspetti che configurano le vie della seta come tentacoli di influenza e coercizione di cui la Cina si avvantaggia unilateralmente, di fusione civile e militare in molti dei 140 Paesi al mondo che si sono impegnati ad aderire alla via della seta.
Vi è poi il ricongiungimento con i Balcani, che costituisce un punto fondamentale per la costruzione europea, come ribadito in più occasioni dal Presidente Meloni. Il calvario del processo di adesione di tali Paesi, connesso al timore di un eventuale caos nella governance dell’Unione, deve terminare. Il fulcro è quello del principio di sussidiarietà, la cui revisione applicativa è indispensabile, non solo per consentire il funzionamento di un’Unione a 34-35 Stati membri”
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