Dura condanna da parte della Commissione Interamericana dei Diritti Umani – CIDH nei confronti della mossa del regime venezuelano per sbarazzarsi di Maria Corina Machado dalla competizione elettorale presidenziale prevista per l’anno 2024. La Commissione, organismo che opera nell’alveo dell’Organizzazione degli Stati Americani – OSA e della quale è entità consultiva in materia di diritti umani e libertà fondamentali, si è infatti pronunciata sul provvedimento amministrativo, ispirato dal regime di Maduro, con cui la dittatura venezuelana ha de facto estromesso dalla candidatura la principale leader dell’opposizione antichavista attualmente operante nel Paese. Machado, già colpita da un provvedimento di divieto di uscita dal Venezuela, è stata interdetta dai pubblici uffici per 15 anni a causa di infondate accuse legate a danni erariali provocati dalla sua attività politica. La Commissione ricorda inoltre come il caso dell’interdizione di Maria Corina Machado, presidente del movimento politico “Vente Venezuela”, sia solo l’ultimo di una serie di manovre operate dal regime per escludere candidati potenzialmente dannosi dall’agone politico attivo. In particolare, Machado da mesi mostra una forza ed una capacità di trascinare ampi settori popolari tali da renderla con certezza la favorita per le primarie convocate dalle opposizioni per il prossimo ottobre. Secondo la CIDH, “nessun organo amministrativo può restringere i diritti politici a eleggere e ad essere eletti, attraverso sanzioni di interdizione o destituzione. Secondo gli standard interamericani, per consolidare e proteggere un ordinamento democratico rispettoso dei diritti umani, misure di questo tipo possono essere imposte solo mediante una condanna al termine di un procedimento penale”. Il Venezuela viene pertanto richiamato dall’organismo dell’OSA ad adottare un “impegno genuino con la democrazia e lo stato di diritto, eliminando le interdizioni amministrative, astenendosi da detenzioni arbitrarie e permettendo la partecipazione politica in condizioni di uguaglianza”. La condanna contro l’interdizione di Machado ha offerto l’occasione alla CIDH di condannare, inoltre, altri casi recenti di violazione dei diritti civili e politici registratisi nel Paese governato dalla dittatura chavista di Maduro: la Commissione infatti deplora infatti anche “la detenzione arbitraria di 3 sindacalisti dell’Impresa statale Siderurgica dell’Orinoco nello Stato Bolivar lo scorso giugno, nell’ambito di una protesta pacifica per rivendicare diritti sociali; nell’anno in corso, più di 20 lavoratori sono stati detenuti in circostanze simili”. La continua repressione in Venezuela di ogni tipo di diritto umano, civile politico e sociale, consente alla CIDH di precisare come “le inabilitazioni amministrative nei confronti di candidati oppositori e la detenzione arbitraria di sindacalisti non sono casi isolati, ma sono anzi il risultato di una politica di Stato che cerca di chiudere lo spazio civico nel Paese. La Commissione ricorda che l’esercizio dei diritti politici costituisce un fine in sé, e, al tempo stesso, un mezzo che le società democratiche hanno per garantire tutti gli altri diritti”.
Il testo integrale del comunicato della CIDH: oas.org
Andrea Merlo