In occasione della quarta edizione della “La terrazza della dolce vita”, che si svolge ogni anno al Grand Hotel di Rimini, gli ideatori dell’evento Giovanni Terzi e Simona Ventura, hanno organizzato un incontro di dibattito e approfondimento sulla situazione in Bielorussia nel contesto dell’aggressione russa contro l’Ucraina.
L’incontro, a cui ho partecipato assieme al senatore francese André Gattolin, è stato aperto con un messaggio video di Svetlana Tikhanovskaya, presidente del Gabinetto di Transizione Unito della Bielorussia in esilio. Sarebbe la presidente legittima della Bielorussia se, nell’agosto 2020 il dittatore Lukashenko non avesse manipolato le elezioni impedendo il cambiamento democratico. “Il sogno della popolazione bielorussa è di entrare a far parte della comunità europea. Non come ospiti ma come affidabili vicini. La cultura e la storia bielorussa ci legano all’Europa”, ha detto Tikhanovskaya.
Una donna coraggiosa che ha preso il testimone elettorale di suo marito, Sergei Tikhanovski, arrestato e incarcerato poco prima delle elezioni del 2020 alle quali si era candidato. La Bielorussia è un Paese che ha un disperato bisogno di essere compreso, in particolare da noi Europei. Oggi Lukashenko tiene in ostaggio prigionieri politici che sono vittime di abusi dei diritti fondamentali e di trattamenti disumani. Viene negata loro ogni assistenza legale e medica, e già due di loro sono deceduti in carcere. Negli ultimi tre anni, circa 6000 cittadini hanno trascorso del tempo in carcere con accuse politicamente motivate.
Tikhanovskaya, che ho avuto l’onore di ospitare in Senato a luglio, ha incontrato il Presidente Meloni, il Ministro Tajani e molti parlamentari per ribadire l’urgenza di sanzioni contro Lukashenko e la realizzazione di un Piano Marshall per la ricostruzione democratica della Bielorussia. Può sembrare incredibile, ma perfino il bielorusso, benché sia la lingua nazionale, è bandito da[1]gli atenei, dagli uffici pubblici e dalle piazze stesse della Bielorussia. Un processo di sradicamento dell’identità, della cultura e delle tradizioni attuato mediante la marionetta putiniana di Lukashenko aggravato dal quadro dell’aggressione della Russia contro l’Ucraina a cui la Bielorussia fornisce un criminale sostegno.
André Gattolin ha invitato a contrastare la negazione di libertà e conoscenza. Per questo ha sostenuto con Giulio Terzi e il Comitato Globale per lo Stato di Diritto “Marco Pannella” l’iniziativa per il riconoscimento del “diritto alla conoscenza” in sede di Assemblea parlamentare del Consiglio d’Europa. Gattolin è anche tra i promotori della candidatura a Premio Nobel per la Pace di Vladimir Kara-Murza, il giornalista oppositore russo condannato a 25 anni di carcere per tradimento.
Aiutare queste persone è imperativo per alimentare la resistenza di oggi per la democrazia di domani.
Sen. Giulio Terzi di Sant’Agata