Una morte annunciata, una morte sostanzialmente in diretta. L’assassinio di Fernando Villavicencio, avvenuto appena dopo la conclusione del suo ennesimo comizio a pochi giorni dalle elezioni presidenziali in Ecuador, è rimasto immortalato nelle immagini riprese da telecamere e cellulari.
Dopo una prolusione in pubblico, all’interno del Collegio Anderson (a nord della capitale Quito), il noto giornalista anticorruzione, nemico acerrimo soprattutto dell’ex presidente ecuadoreño Rafael Correa, esce dall’edificio per salire nell’automobile che lo trasportava in lungo e in largo durante la campagna: circondato da guardie del corpo e in mezzo alla folla di sostenitori, riesce a raggiungere il veicolo, ma appena sale, il cupo frastuono di numerosi spari (una trentina in tutto secondo i testimoni oculari presenti). Tre pallottole lo raggiungono alla testa, e Villavicencio muore poco dopo, giungendo già senza vita alla più vicina struttura ospedaliera dove viene portato nel disperato tentativo di rianimarlo. Subito dopo l’assassinio, perpetrato da un gruppo di sicari di nazionalità straniera (6 colombiani e un venezuelano, secondo le autorità inquirenti), è caos anche all’interno del Collegio, dove erano rimasti numerosi sostenitori del candidato e membri del suo team, come si nota in altri video pubblicati nei social network.
La morte violenta per mano di sicari di un candidato alle presidenziali ha colpito profondamente non solo l’opinione pubblica del Paese a cavallo dell’equatore, ma di tutta la regione latinoamericana: molti lo accostano, in questi giorni, all’assassinio di Luis Carlos Galan a Bogotà nel 1989. Galan era allora candidato alle presidenziali in una Colombia immersa in una delle fasi più cruente della sua storia recente, in cui la guerra tra cartelli del narcotraffico e la debordante presenza di guerriglieri e paramilitari aveva portato il Paese andino-caraibico a livelli di violenza senza paragone al mondo. L’Ecuador di oggi pare assomigliare ogni giorno di più a quella Colombia, con tassi altissimi (e in crescita) di omicidi per abitanti, quotidiane notizie di violenze urbane, faide tra cartelli e gruppi criminali per il controllo delle rotte del narcotraffico, corruzione politica e ingerenze straniere nella vita politica e criminale nazionale.
Andrea Merlo