Dopo gli attacchi anche fisici patiti durante diversi comizi in pubblico, dopo il provvedimento di interdizione dai pubblici uffici, continuano gli episodi di vessazione a danno di Maria Corina Machado. La leader del movimento “Vente Venezuela”, da anni tra le principali figure della dissidenza antichavista e attualmente la più popolare tra i candidati dell’opposizione che parteciperanno alle primarie autoconvocate per l’ottobre prossimo, è infatti stata oggetto di molteplici minacce da parte di diversi attori di peso nelle fila della dittatura castrochavista venezuelana.
Il Comandante Generale della Guardia Nazionale Bolivariana (la polizia del regime) ha affermato, di fronte ad una folta platea di sottoposti, che la partecipazione di “falsi candidature” alle primarie rappresenta una truffa che normalizza la violenza contro lo Stato. In seguito, a scagliarsi contro Machado, è stato anche -per l’ennesima volta- Diosdado Cabello, uno dei più potenti gerarchi della dittatura di Maduro accusato di essere vertice di un cartello di narcotraffico transnazionale: Cabello ha istruito un gruppo di iscritte al Partito Socialista Unico del Venezuela (il partito unico di governo) circa come impedire lo svolgimento degli eventi pubblici nel Paese tenuti da Maria Corina Machado. Infine, il governatore dello stato Trujillo (uno degli stati che compongono la repubblica federale venezuelana) ha invitato in pubblico a esercitare violenza fisica contro Machado, il suo team e i suoi supporter nel caso questi organizzassero qualche evento nel suo stato.
Finora, Machado continua il suo impegno verso le primarie tenendo incontri pubblici e comizi malgrado il clima sempre più minaccioso nei suoi confronti, ma ciononostante ha sentito il dovere, attraverso la sua equipe di comunicazione, di allertare la comunità internazionale circa il rischio che la sua incolumità e integrità personale corrono, stanti la frequenza e la gravità delle minacce. “Chiediamo alla comunità democratica internazionale di agire affinché sia garantita la sicurezza di Maria Corina Machado, del suo team e dei suoi alleati, così come di tutti i candidati che stanno partecipando alle elezioni primarie”, recita il comunicato diffuso dall’organizzazione della campagna elettorale della leader dissidente, che ricorda anche come le minacce siano da ritenersi concrete, considerando come “diversi funzionari del regime di Nicolas Maduro sono sotto investigazione della Corte Penale Internazionale per aver ordinato o compiuto crimini contro l’umanità”.
Insomma, non si tratta certo di un regime incapace di passare dalle minacce verbali ai fatti. Nonostante la fiducia e il coraggio ostentati con le parole finali del comunicato (“la lotta proseguirà fino alla fine!”), l’allerta lanciata appare tutt’altro che infondata. Quali sarà il livello di repressione che il regime deciderà di esercitare nei prossimi cruciali mesi, dipenderà senz’altro anche dalla disponibilità -ad oggi, alquanto scarsa- della comunità internazionale di fare pressione sul regime di Caracas affinché rispetti almeno l’integrità fisica dei candidati e il loro diritto di elettorato passivo.
Andrea Merlo
L’originale e la traduzione del comunicato:
Allertiamo la comunità internazionale circa le nuove minacce e vessazioni da parte di membri del regime di Nicolas Maduro contro Maria Corina Machado, che rappresenta secondo diversi sondaggi di opinione e pubblicazioni giornalistiche la principale preferenza dei venezuelani per un cambiamento politico e pacifico nel 2024. Lo scorso 4 agosto, mentre tutti i candidati dell’opposizione sottoscrivevano un impegno a riconoscere i risultati delle elezioni primarie e un programma minimo di governo, il Comandante Generale della Guardia Nazionale Elio Ramon Estrada ha qualificato come “truffa politica per gli elettori dell’opposizione venezuelana il lancio di falsi candidati presidenziali che si trovano in condizione di interdizione, poiché significa accettare la normalizzazione della violenza con l’obiettivo di destabilizzare il Paese”. Questa grave affermazione è stata fatta durante un atto cui assistevano migliaia di ufficiali armati della Guardia Nazionale, e rappresenta una minaccia aperta e diretta contro Maria Corina Machado. La minaccia del Comandante Generale della Guardia Nazionale si aggiunge alle istruzioni date la stessa settimana da Diosdado Cabello alle donne del Partito Socialista Unito del Venezuela durante un atto pubblico nello stato Portuguesa su come affrontare Maria Corina Machado nei suoi eventi pubblici di campagna elettorale nel Paese. Allo stesso modo, il governatore dello Stato Trujillo Gerardo Marquez è stato protagonista di un’azione di vessazione contro Machado, ordinando di cacciarla a botte se avesse compiuto alcun evento pubblico di campagna elettorale nello stato da lui governato. Vogliamo pertanto avvertire che l’integrità fisica di Maria Corina Machado è a rischio. Queste tre gravi minacce in meno di una settimana si aggiungono a molteplici aggressioni che Machado ha subìto da quando è iniziata la campagna per le primarie. Il regime di Maduro continua ad assediare in maniera sistematica tanto la candidata quanto il suo team, con il fine di impedire la partecipazione di milioni di venezuelani dentro e fuori dal Paese ad un evento civico e pacifico come le primarie del 22 ottobre. È evidente che il regime cerca di propiziare atti violenti per attribuirne la colpa agli eventi organizzati dall’equipe di Maria Corina Machado e incolparla dell’eventuale caos e della destabilizzazione dilagante. Chiediamo alla comunità democratica internazionale di agire affinché sia garantita la sicurezza di Maria Corina Machado, del suo team e dei suoi alleati, così come di tutti i candidati che stanno partecipando alle elezioni primarie. Consideriamo rilevante ricordare che diversi funzionari del regime di Nicolas Maduro sono sotto investigazione della Corte Penale Internazionale per aver ordinato o compiuto crimini contro l’umanità. Maria Corina Machado continuerà a visitare il Paese in lungo e in largo per continuare a costruire una piattaforma civica e politica formidabile che cresce e genera ogni giorno di più fiducia nei suoi confronti. Come ha detto lei stessa, la lotta sarà fino alla fine.