Quasi mille persone hanno ascoltato a Milano Marittima l’intervista al procuratore Nicola Gratteri, atteso ed applaudito in molti passaggi del suo intervento, si è soffermato più volte a raccontare come le mafie si arricchiscano sostanzialmente con il narcotraffico internazionale. Bolivia, Perù e Colombia sono i tre stati che maggiormente coinvolti .
Nel 2024 saranno 35 anni che lei vive sotto scorta. Cosa significa per lei e per la sua famiglia?
“Ogni cosa nella vita ha un prezzo. Tutto è cominciato nel 1989 quando hanno sparato a casa della mia ragazza, oggi mia moglie. L’hanno chiamata dicendo che stava per sposare un uomo morto. Da allora ho deciso da che parte stare e così anche la mia famiglia. Per fare questo ogni giorno faccio il bilancio della mia vita perché in ogni momento mi può succedere qualche cosa. La morte bisogna guardarla negli occhi, non girarsi dall’altra parte”
E se dovesse accadere?
“Ho comunque vissuto bene, ho avuto grandi soddisfazioni ma soprattutto ho dato speranza a migliaia di persone”
Le è stato chiesto di fare il ministro?
“Me lo chiese Renzi. Parlammo di riforme serie e radicali, rivoluzionarie. Mi disse che dovevo fare il Ministro. Gli risposi che ero un decisionista, che non sapevo cosa fosse la mediazione perché per me mediazione significa accordo al ribasso. Mi disse che avrei avuto carta bianca e così accettai. Ma il giorno della presentazione della lista dei Ministri al Presidente Napolitano, quella porta non si apriva. Di solito le consultazioni durano un’ora. Poi mi chiamò Delrio e mi disse: “il Presidente della Repubblica non vuole che lei faccia il ministro perchè è un magistrato troppo caratterizzato”. La cosa che andrebbe approfondita non è tanto il fatto che Napolitano non mi abbia voluto ma chi furono i “suggeritori” di questa scelta”
Nel suo ultimo libro “Fuori dai confini. La ‘ndrangheta nel mondo”: c’è anche l’Europa e una parte importante del Sud America con cui la ‘ndrangheta fa affari ed è sostanzialmente legata al narcotraffico …
“ Per quanto riguarda la droga, gli affari della ‘ndrangheta risalgono agli inizi degli Anni ’90. Dal 1974 alla fine degli Anni ’80, in Italia c’è stata la stagione dei sequestri di persona. Poi, agli inizi degli Anni ’80, inizia ad esserci un’impennata di richiesta di cocaina. In quel momento Cosa Nostra era impegnata nello stragismo e quindi non poteva dedicarsi alla coca. Inoltre, Cosa Nostra aveva un capo mafia , Totò Riina, non particolarmente intelligente che pensava di poter dettare l’agenda dello Stato. E così lo Stato dovette reagire e mandare in Sicilia di tutto e di più. Per reazione Riina iniziò con le stragi e invitò la ‘ndrangheta ad aderire allo stragismo. Ma a questa modalità di lotta contro lo Stato la ‘ndrangheta ha sempre detto no perché era più lungimirante e aveva una visione: la creazione della Santa, un’organizzazione che nacque alla fine degli Anni ’70 e all’interno della quale 33 capi mafia, i Santisti, potevano avere la doppia affiliazione alla ‘ndrangheta e alla massoneria deviata. E qui c’è stato il salto di qualità della ‘ndrangheta. Mentre si continuavano a narrare di una mafia fatta di pastori che al massimo operava qualche sequestro, in realtà l’abbraccio tra ‘ndranghetisti doc e il mondo dirigenziale della Pubblica Amministrazione c’era già stato. Questa è stata la grande forza della ‘ndrangheta: non aver dovuto ricorrere allo stragismo perché aveva già accordi con lo Stato. E mentre tutte le attenzioni dello Stato erano per le stragi di Cosa Nostra, la ‘ndrangheta mandava uomini in Sudamerica a comprare cocaina al prezzo più basso. La ‘ndrangheta è l’unica mafia al mondo che compra la cocaina a 1.000 € al chilo con un principio del 98%. Le altre mafie la comprano a 1.800 € al chilo. La ‘ndrangheta è l’unica mafia che compra la droga in conto vendita, prima la vende e poi la paga. Questo per la credibilità che ha la ‘ndrangheta, perché noi stiamo ancora aspettando che un capo mafia si penta, che diventi un collaboratore di giustizia. Sinora si sono pentiti solo ‘ndranghetisti di serie B o C. Una credibilità che ha fatto diventare la ‘ndrangheta la più grande importatrice di cocaina in Europa e con il ricavato sta comprando tutto ciò che è in vendita”
Da dove proviene la droga ?
“La droga proviene sostanzialmente da tre Paesi Sudamericani, Colombia, Bolivia e Perù.
E questo anche per la politica messa in atto dai Governi?
“Si. Stiamo parlando di Paesi molto corrotti. E quindi anche nel fare indagini, nel fare rogatorie internazionali bisogna essere molto prudenti. La ‘ndrangheta ormai non vende più droga al dettaglio da almeno 25 anni, ha subappaltato a nordafricani, a nigeriani il controllo delle piazze da Roma in su. Pensate che, però, solo il 9% dei proventi della droga arriva in Sud America. La restante parte, i sudamericani vogliono sia pagata in Europa perché è più conveniente e redditizio investire da noi”
In tutto questo ci sono paesi europei che hanno un ruolo rilevante ?
“La Spagna ha un ruolo importante perché ci sono colonie di sudamericani che hanno grossi depositi di cocaina. Anche la ‘ndrangheta, la Sacra Corona Unita e la camorra comprano in Spagna. Queste colonie fanno arrivare i soldi in Sud America a fronte di una provvigione del 5%. Vogliono essere pagati in dollari o in Euro anche se preferiscono gli Euro perché sono più maneggevoli e pesano, i contanti, di meno”
Cosa vuol dire ?
“Che un milione di euro in banconote da 500 euro pesa 1,2 kg. Per lo stesso valore in dollari si arriva ad un peso cinque volte superiore. E infatti il 75% delle banconote da 500 Euro si trova in Spagna. Ma di questo in Europa nessuno ne discute”
Accanto alle droghe tradizionali, stanno avanzando sempre più le droghe sintetiche come il fentanil. Come si rapportano le mafie con queste nuove sostanze?
“Le droghe sintetiche sono quelle più difficili da contrastare. Chiunque di noi si colleghi a Internet può comprare dal Vietnam, dall’India, dalla Cina le sostanze per costruirsi la sua pastiglia. Il fentanil è un dramma per gli Stati Uniti. Ci sono ormai milioni di zombie che girano per le città. Ne muoiono a migliaia ogni anno. Ha effetti spaventosi sul sistema nervoso, fa perdere il senso dell’orientamento e la memoria. Le droghe sintetiche sono un grosso problema perché costano molto poco, sono facilmente reperibili e non sono tracciabili. E poi c’è una novità, la cocaina rosa che stanno sperimentando in Colombia. È inodore e i cani non la fiutano. Costa molto poco e se dovesse avere successo tra i consumatori, l’Europa ne sarà invasa. Si raddoppieranno i consumatori”
E delle cosiddette droghe leggere come la cannabis cosa ne pensa ?
“Io non sono favorevole alla liberalizzazione perché da un punto di vista scientifico non esiste droga leggera o droga pesante perché la marijuana di oggi non è la marijuana dei figli dei fiori perché l’effetto stupefacente si avvicina alle cosiddette droghe pesanti. Non si allontanerebbero i giovani dalla criminalità organizzata perché se i maggiorenni potrebbero procurarsi la marijuana in farmacia, i minorenni continuerebbero a rivolgersi al mercato nero. Si dice poi che la liberalizzazione delle droghe leggere impoverirebbe le mafie. Si, ma di quanto, tenendo conto che l’80% dei tossicodipendenti sono cocainomani e che mediamente un grammo di cocaina costa 60 euro mentre un grammo di marijuana ne costa 6? In realtà c’è un vero problema serio, quello dell’effetto dell’uso sistematico di marijuana che riduce la corteccia cerebrale ed aumenta le malattie nervose come la schizofrenia in età adulta”
Le mafie si possono battere?
“Con questo sistema giudiziario no. Possiamo al massimo pareggiare la partita. Tenendo come punto di riferimento la Costituzione, se si avesse la volontà, la capacità di creare un sistema giudiziario penale, processuale e detentivo proporzionato alla realtà criminale, noi nell’arco di otto dieci anni potremmo battere la mafia anche dell’ 80-90%. Rimarrebbe però quello zoccolo duro, quel 10-20%. Che potrebbe essere sconfitto solo sconfiggendo la mentalità mafiosa. Non è una cosa semplice ed è fondamentale investire in istruzione e in cultura altrimenti continuiamo a parlarci addosso”
Pensa che i giovani siano pronti a cambiare il mondo?
“È importante parlare ai giovani, parlare agli adulti è tempo perso. Il poco tempo che ho lo dedico a parlare con loro”
Quanti Gratteri ci sono nella magistratura italiana?
“Tantissimi. Per colpa di pochi abbiamo perso di credibilità. Ma bisogna credere e avere fiducia nella magistratura.
Certe cose le abbiamo sbagliate anche noi. Quando successero i noti fatti, il CSM andava sciolto per andare al voto. Così la gente avrebbe capito che si voltava pagina”
Giovanni Terzi