È stato pubblicato il report aggiornato curato mensilmente dalla ONG spagnola Prisoners Defenders sul numero e le condizioni di detenzione dei prigionieri politici nelle carceri del regime castrista.
Nel mese di luglio, il numero è rimasto invariato attestandosi a 1047 persone: 14 nuovi sono entrati nella lista, mentre lo stesso numero di prigionieri sono stati liberati per aver terminato di scontare la pena. Più di 100 sono le donne detenute (tra cui due trans, detenute in strutture penitenziarie per maschi, con conseguenze degradanti per la loro sessualità ben immaginabili), e 35 minorenni (31 ragazzi e 4 ragazze), quasi tutti condannati ad anni di prigione per “sedizione”.
Nel report di questo mese, la ONG spagnola presieduta dall’avvocato e attivista Javier Larrondo richiama inoltre risultati di un recente studio specifico sulla tortura a Cuba: lo studio, condotto sulla base di fonti dirette e testimonianze di casi documentati e comprovati con precisione, dimostra che sostanzialmente tutti i prigionieri politici e di coscienza nelle carceri del regime castrista sono sistematicamente e quotidianamente vittima di metodi riconducibili ad alcune delle fattispecie in cui si concreta la tortura, tanto fisica quanto psicologica. Non ultimo, si evidenzia come nel tritacarne della repressione scientifica operata dalla dittatura più longeva dell’America Latina finiscano anche le famiglie dei detenuti stessi, famiglie i cui membri sono oggetto di misure di pressione, oppressione o repressione, limitazione della libertà, intimidazione, vessazione.
È solo il caso di menzionare, come fa il report di luglio, il caso, occorso nei primi giorni di agosto, di una bimba di 3 anni, Leadi Naranjo Perez, figlia di un detenuto politico dell’11 luglio 2021 che è stata citata a dichiarare dagli apparati di Sicurezza del castrismo. Un caso tanto abominevole quanto dimostrativo della brutalità e della spregiudicatezza con cui il castrismo colpisce i familiari dei prigionieri politici, compresi i bambini in età infantile.
Trova spazio anche, questo mese, un’appendice che dimostra come il richiamo del regime al presunto “blocco commerciale imperialista” come pretesto per giustificare di fronte all’opinione pubblica nazionale e internazionale le durissime condizioni di vita a Cuba corrisponda ad una sfacciata menzogna della dittatura. Prisoners Defenders infatti richiama i dati ufficiali delle principali organizzazioni internazionali che raccolgono statistiche sugli interscambi tra Paesi: i numeri indicano infatti come l’interscambio tra Cuba e gli stessi Stati Uniti sia tutt’altro che insignificante, specie nel settore alimentare (che assieme a quello di beni medicinali, non è mai stato colpito dalle misure unilaterali di restrizione al commercio da parte statunitense).
Consulta qui la lista aggiornata di luglio: prisonersdefenders.org
Consulta qui il report aggiornato di luglio: prisonersdefenders.org
Consulta qui lo studio sulla tortura a Cuba: prisonersdefenders.org prisonersdefenders.org
Andrea Merlo