Aveva lasciato il suo Paese, Cuba, nel settembre del 2021 per fuggire dalla repressione castrista: Abraham Jimenez Enoa, giovane giornalista cubano, esiliato in Spagna a Barcellona ora è vittima di minacce ricevute in strada da ignoti. L’episodio, recentemente accaduto, è stato raccontato dallo stesso Abraham sia nei social network che in alcune interviste. Mentre stava camminando in compagnia del piccolo figlio, nei pressi di casa sua, è stato avvicinato da due uomini -rimasti a tutt’oggi non identificati- che, con marcato accento cubano, gli hanno urlato “Abraham, sappiamo che sei vicino a casa tua”. Ed è così che la sua vita torna nel terrore di quando, dopo l’11 luglio del 2021, a causa delle posizioni dissidenti espresse pubblicamente, Abraham ha cominciato a subire minacce e azioni di repressione da parte degli apparati di sicurezza del regime castrista. Pensava, rifugiandosi in Europa, nell’accogliente Barcellona, di essere al sicuro, almeno dalle angherie della dittatura cubana. E invece, i tentacoli dell’oppressione castrista sembrano non conoscere confini. “La scena mi ha subito ricordato la mia vita a Cuba”, ha icasticamente detto il giornalista nel suo profilo Twitter. Anche se, a dir la verità, l’afro-cubano non è nuovissimo a casi di aggressione verbale, pur in altri contesti forse meno inquietanti: nella primavera del 2022, infatti, Abraham era stato rumorosamente contestato durante una conferenza ad Amsterdam, da parte di un soggetto anch’egli con marcato accento cubano. Soggetto che poi l’ha atteso alla fine del convegno per ricoprirlo di insulti e ingiurie. Caso simile si era verificato alla Fiera del Libro di Madrid di pochi mesi fa, quando un cubano lo ha inseguito e fotografato. La vicenda ha suscitato preoccupazione nel mondo delle associazioni transnazionali che operano in difesa della libertà di stampa e di espressione. “Le autorità spagnole sono state avvertite dell’accaduto, ma ancora non hanno dato risposta. Chi è competente deve agire per assicurare l’incolumità di Abraham e della sua famiglia”, ha commentato Cristina Zahar, coordinatrice del programma Latinoamerica della ONG Committee to Protect Journalists. Jimenez Enoa, che era stato anche detenuto nel 2020 a Cuba, aveva fondato il portale giornalistico online “El Estornudo”, e collabora anche con il Washington Post: lontano dall’isola del terrore castrista, è al sicuro dalla detenzione, ma non è al riparo dalla longa manus della repressione del regime più longevo della storia latinoamericana.
Il post di Abraham su Twitter con cui racconta l’episodio
Andrea Merlo