Inedita scena è quella cui ha assistito il pubblico venezuelano, abituato da anni a televisioni in cui gli esponenti del regime, siano essi ministri, militari, parlamentari, sostenitori, la fanno da padrone, senza alcuna contestazione, senza fact-checking, senza l’ombra di una controargomentazione o critica.
L’episodio insolito si è verificato quando, durante un’intervista al deputato chavista Ramon Magallanes, il giornalista Seir Contreras ha puntualmente smontato le argomentazioni dell’esponente politico, tutte va da sé in difesa del regime e dei suoi presunti “successi sociali”. Contreras, con garbo e senza scomporsi, ha – con grande sorpresa del parlamentare filo-Maduro – cominciato ad infilare una serie di elementi inoppugnabili che inchiodano il regime alle sue responsabilità. Racconta infatti il giornalista che la sua vita quotidiana, da persona che viene da un settore popolare, si snoda tra mancanza d’acqua a casa e mille necessità basilari che rimangono insoddisfatte. Il giornalista continua ricordando un paio di megaopere annunciate lustri fa dal chavismo, e di cui si sono perse le tracce: persi, ovviamente, anche i fiumi di soldi che servivano alla costruzione delle infrastrutture, o alla sanificazione del fiume Guaire, che nel 2005 Chavez aveva promesso di rendere balneabile. Eppure, il fiume Guaire, dice Contreras, è ancora lì, sporchissimo, immondo, pieno di escrementi. L’unica cosa che non c’è più, sono i soldi, dei quali bisognerebbe chiedere “al deputato Diosdado Cabello” (gerarca tra i più potenti nell’organigramma del regime socialista caraibico). “Io ho due sorelle, una era poliziotta e adesso è costretta a fare la baby sitter in Colombia perché non riusciva a sopravvivere”, puntualizza il giornalista, “l’altra è medico ma lavora in un ambulatorio dove manca tutto”. Questi, dice il giornalista, sono i fatti che tutti possono verificare coi propri occhi in Venezuela. La trasmissione finisce, ma poco dopo finisce anche il contratto di Contreras con Globovision, l’emittente televisiva ora proprietà di Raul Gorrin, da anni accusato di essere un prestanome del regime e imprenditore accusato dagli Stati Uniti di molteplici reati finanziari di carattere transnazionale, dal riciclaggio alla corruzione. “La decisione di buttarmi fuori da Globovision obbedisce ad un ordine strettamente politico a causa delle mie domande e delle mie affermazioni. In Venezuela non si rispetta la libertà di espressione, cosa che accade in tutti i regimi nel mondo”.
Andrea Merlo