Si è tornati all’Assemblea Generale a parlare degli impatti della crisi del grano provocata dalla guerra in Ucraina (news.un.org). Ma anche il riso è in crisi, con i prezzi più alti dal 2008. Un po’ è colpa del fenomeno atmosferico El Niño, da cui nel 2022 piogge monsoniche inferiori alla media che hanno ridotto la produzione complessiva in India, mentre erano al contrario inondazioni devastanti a ridurre la produzione annuale del vicino Pakistan del 31%. Un po’ è pure effetto del conflitto, per cui la Banca Mondiale ha attestato che lo scorso anno i prezzi dei fertilizzanti, dell’energia e dei carburanti hanno raggiunto livelli record. Un po’ viene anche accusata l’incuria dei governi (bloomberg.com). Come che sia in Asia, Continente che secondo la Fao produce il 90% di tutto il riso del mondo e ne consuma l’85%, diversi Paesi hanno iniziato a imporre restrizioni alle esportazioni.
Secondo un rapporto degli economisti della banca britannica Hsbc (euronews.com), i prezzi all’esportazione del riso in Thailandia sono aumentati di quasi il 50% su base annua. Attualmente ammontano a più di 600 dollari (562 euro) per tonnellata, prendendo come riferimento il prezzo della Thailandia. Il rapporto avverte che la situazione potrebbe avere ripercussioni molto maggiori per il resto del mondo, poiché la percentuale di consumo di riso è raddoppiata negli ultimi 25 anni. Hsbc attribuisce parte dell’aumento dei prezzi alle precipitazioni irregolari e alla siccità, che ostacolano i processi produttivi in termini di raccolti, approvvigionamento e costi. Impatto di El Niño ha gravemente colpito la produzione in India e Pakistan. Nel 2022, le piogge monsoniche inferiori alla media hanno ridotto la produzione complessiva in India e le inondazioni devastanti hanno ridotto la produzione annuale del Pakistan del 31%.
L’India, il più grande esportatore di riso al mondo con il 40% del totale, ha vietato le esportazioni di riso bianco non basmati a luglio. Secondo il governo, scopo di questa misura sarebbe “garantire un’adeguata disponibilità di riso bianco non basmati sul mercato indiano e mitigare gli aumenti dei prezzi sul mercato interno”. La Direzione generale del commercio estero dell’India ha chiarito che l’esportazione di riso bianco non basmati verso i paesi che devono “soddisfare le loro esigenze di sicurezza alimentare” continuerà.
Anche Thailandia e Vietnam hanno deciso di aumentare il prezzo delle loro esportazioni, per migliorare i redditi degli agricoltori. Il portavoce del governo tailandese Thanakorn Wangboonkongchana ha affermato che l’obiettivo è “aumentare il potere contrattuale nel mercato globale”. Nelle Filippine invece il governo ha imposto un tetto al prezzo del riso nel paese, un limite che rimarrà in vigore a tempo indeterminato, secondo le autorità. Le Filippine sono una delle nazioni più dipendenti dalle importazioni di riso, a causa della carenza di terreni coltivabili e delle inefficienze nelle catene di approvvigionamento.
Secondo uno studio dell’Ocse, tra gennaio e maggio 2008, il prezzo di una tonnellata di riso è aumentato da 300 a 1.200 dollari (un aumento del 300%). “Il ricordo dello shock dei prezzi alimentari in Asia nel 2008 è ancora molto presente in noi”, ha affermato Hsbc. “Allora, l’aumento dei prezzi del riso in alcune economie si diffuse rapidamente ad altri mercati mentre i consumatori e i governi di tutta la regione lottavano per garantire le forniture. Ciò spinse anche verso l’alto i prezzi di altri prodotti di base, come il grano, poiché gli acquirenti optarono per alternative”.
In Paesi come Haiti, Egitto e Camerun ci sono state proteste contro l’insicurezza alimentare. A rischio il Kenya, che aveva trovato nel riso a buon mercato importato dall’India una soluzione pratica per poter nutrire la propria popolazione tutti i giorni. Ma da giugno il prezzo di un sacco da 25 chilogrammi è aumentato di quasi un quinto, da 14 a 18 dollari, e le spedizioni da Nuova Delhi sono state ridotte in seguito all’ordine dell’Esecutivo di ridurre le esportazioni per controllare i prezzi. alla vigilia di un anno elettorale chiave. Ancora più a rischio Paesi asiatici come Hong Kong e Singapore, che importano tutto il loro riso.
Maurizio Stefanini