Tratto da un articolo di Alejandro Santos Cid per “El Pais”
L’orrore non finisce mai in Messico. Le autorità dello Stato di Zacatecas (centro del Paese) hanno trovato morti sei dei sette adolescenti scomparsi a Villanueva, come ha confermato a EL PAÍS il segretario del Governo dello Stato, Rodrigo Reyes. Solo uno dei giovani, la cui identità non è stata rivelata “per rispetto delle famiglie”, è sopravvissuto ed è ricoverato all’Ospedale Generale di Stato, poiché presenta due ferite alla testa e fratture alle ossa del naso.
I sette ragazzi sono stati rapiti domenica mattina presto da un gruppo di uomini armati.
Il caso ricorda il rapimento di altri cinque giovani lo scorso agosto a Lagos de Moreno, a Jalisco. L’evento ha scioccato il Paese per la crudeltà e la brutalità mostrate dai rapitori, che hanno diffuso un video in cui i cinque, amici d’infanzia, venivano visti costretti a torturarsi a vicenda. Se quell’evento ha colpito la coscienza di un paese anestetizzato, i sei adolescenti di Villanueva hanno imparato a ricordare che, nonostante tutti i segni di orrore che il Messico registra giorno dopo giorno, nulla cambia.
Secondo uno studio dell’organizzazione Impunidad Cero, le sparizioni sono ormai più di 100.000 e meno dell’1% dei crimini sono risolti. E la popolazione continua a essere rapita e assassinata, senza che le autorità riescano a porre fine a una crisi di violenza che si perpetua nel tempo.