Tratto da un articolo di Monia Ben Hamadi per “Le Monde”
Il famoso fumettista tunisino Tawfiq Omrane, arrestato nella sua abitazione giovedì 21 settembre, è stato poi rilasciato dopo aver trascorso diverse ore in custodia di polizia per i suoi disegni satirici che prendevano in giro Ahmed Hachani, il capo del governo tunisino. Lo ha annunciato la famiglia.
Le due caricature in questione sono state pubblicate il 4 e 7 agosto sui social network, pochi giorni dopo la nomina di Ahmed Hachani a capo del governo. In tono caustico, Tawfiq Omrane sottolineava la mancanza di esperienza del nuovo inquilino della Kasbah e le sue prerogative limitate di fronte al presidente tunisino Kaïs Saïed.
Membro di Cartooning for peace, una rete internazionale di vignettisti impegnati, Tawfiq Omrane, alias Omrane Cartoons, ha iniziato la sua carriera come vignettista politico all’inizio degli anni ’80, sotto il regime dell’ex presidente Habib Bourguiba, collaborando con diversi giornali indipendenti o di opposizione.
Giovedì sera, l’Unione nazionale dei giornalisti tunisini (SNJT) ha condannato fermamente questo arresto, definito “assurdo, repressivo e offensivo” e “dannoso per l’immagine della Tunisia nel mondo” . Il SNJT ritiene inoltre che il potere politico sia responsabile di tali pratiche, “attraverso discorsi che incitano alla repressione degli oppositori e dei critici qualificati come “traditori” e “cospiratori”, dando il via libera alla sicurezza forze armate e magistratura per monitorare le libere opinioni.”
Questo arresto avviene in un contesto di crescenti restrizioni alle libertà individuali e di espressione. La Tunisia è scesa al 121° posto su 180 nella classifica mondiale sulla libertà di stampa pubblicata da Reporter Senza Frontiere (RSF) il 3 maggio 2023, in occasione della Giornata mondiale della stampa.
In meno di un anno diversi giornalisti sono stati accusati di “diffusione di informazioni false” sulla base del decreto legge 2022-54, promulgato da Kaïs Saïed nel settembre 2022, che punisce con cinque anni di reclusione e una multa di 50.000 dinari (circa 14.900 euro) chiunque “ utilizza deliberatamente reti di comunicazione e sistemi di informazione per produrre, promuovere, pubblicare o diffondere informazioni false o voci false . La pena prevista è la reclusione fino a dieci anni in caso di diffamazione nei confronti di un pubblico ufficiale