Il Messico di Andres Manuel Lopez Obrador continuerà ad affidarsi a Cuba e Russia, per ora, per quanto riguarda la fornitura di vaccini contro il Covid19. L’annuncio è stato dato dal Segretario alla Salute, Jorge Alcocer, durante uno degli infiniti comizi/conferenze stampa quotidiani del mattino (“las mañaneras”) cui Lopez Obrador ha abituato la stampa nel Paese centroamericano. Alcocer ha infatti aggiornato il pubblico sulla strategia anti-Covid del governo della “quarta trasformazione”, di fronte all’aumento di casi generalizzato anche negli Stati Uniti.
Il Segretario, corrispondente ad un ministro in un governo italiano, ha precisato che sono già confermati accordi con la dittatura cubana e quella russa per l’arrivo in Messico, rispettivamente, di più di 5 milioni di dosi di Abdala e di 4 milioni di dosi di Sputnik. La consegna è prevista, secondo quanto annunciato, per la seconda metà di ottobre. E gli altri vaccini? Alcocer ha informato i presenti che i canali con i fornitori dei vaccini che hanno dato prova della loro efficacia (a differenza dei prodotti anti-Covid made in La Habana e Mosca) sono comunque stati mantenuti, e che il Paese coprirà comunque il fabbisogno restante di ulteriori 10 milioni di dosi probabilmente attraverso forniture di vaccini basati su tecnologia rNA. Ma per ora, pare di poter dedurre, nulla di scritto, nulla di accordato. In sostanza, Città del Messico decide per ora di fare a meno della biotecnologia occidentale, e ripristinare le riserve di vaccini attingendo a quelli che non sono mai stati approvati dall’OMS.
Una scelta particolare? Neanche troppo, se si considera che il Messico fin dall’inizio della pandemia è stato tra i pochi Paesi al mondo a ricevere vaccini da tutti i produttori: Lopez Obrador non ha rinunciato infatti, fin dal 2020, alla possibilità di essere tra i primi a “comprare” milioni di dosi prodotti dalle dittature di Mosca e La Habana, con le quali il governo socialistoide messicano ha dimostrato di mantenere relazioni privilegiate. E se non verranno conclusi altri contratti con i fornitori “occidentali”, i messicani dipenderanno da quelle sole due capitali, ad oggi per nulla in grado di garantire l’efficacia dei loro prodotti.
Ad aggravare il tutto, l’impossibilità per le imprese private messicane di comprare da sé i vaccini approvati dall’OMS, poiché nonostante gli annunci di Lopez Obrador, gli organismi competenti messicani non hanno mai autorizzato canali privati di compravendita autonoma non centralizzata e non statale. Non una prospettiva incoraggiante, per la popolazione del quinto Paese al mondo per numero di decessi da Covid.
Andrea Merlo