5 milioni di ricompensa: ecco il “premio” promesso dal governo degli Stati Uniti per chiunque dia informazioni che siano in grado di assicurare alla giustizia gli autori morali e mandanti dell’assassinio di Fernando Villavicencio, il candidato presidenziale ecuadoriano ucciso in strada dopo un comizio pubblico a pochissimi giorni dal primo turno elettorale.
E’ la prima volta nella storia che Washington lo fa per contribuire alla soluzione di un caso che si è verificato all’estero e non ha riguardato un cittadino americano. Ad annunciarlo, è il Segretario di Stato USA Anthony Blinken tramite un comunicato stampa del Dipartimento di Stato, precisando che l’iniziativa rientra nell’ambito del Programma di Ricompensa per la Criminalità Organizzata Transnazionale (Transnational Organized Crime Rewards Program – TOCRP). Il Dipartimento di Stato, secondo il comunicato diffuso in questi giorni, offre “fino a 5 milioni di dollari per informazioni che portino all’arresto o alla condanna dei cospiratori e delle menti dietro l’assassinio del candidato presidenziale ecuadoriano Fernando Villavicencio”.
A questa ricompensa, se ne aggiunge anche una fino a 1 milione di dollari, “per informazioni che portino all’identificazione o alla localizzazione di qualsiasi individuo che ricopra una posizione di leadership chiave nel gruppo della criminalità organizzata transnazionale responsabile dell’omicidio”. Il più eccellente dei crimini politici che hanno macchiato la campagna elettorale del Paese sudamericano, oltre a scuotere l’opinione pubblica interna già provata da anni di escalation criminale sul piano nazionale, ha anche generato una forte preoccupazione a Washington per l’evidente salto di qualità compiuto da determinate consorterie dedite al narcotraffico e delitti derivati, e ancor più dal loro livello di commistione con la politica e di influenza sulle dinamiche elettorali interne. Preoccupazione che aveva spinto il Dipartimento di Giustizia USA a inviare personale investigativo dell’FBI a supporto delle forze di polizia che in Ecuador hanno indagato fin dal primo momento sull’assassinio.
E proprio sul ruolo della polizia federale statunitense in Ecuador, Blinken puntualizza che “le indagini, supportate dall’FBI, continuano a identificare altre persone coinvolte nell’assassinio”. Di certo, il problema della penetrazione del crimine organizzato transnazionale in America Latina e il peso enorme che ha conquistano direttamente sul piano politico, attraverso la corruzione e certe affinità ideologiche di determinate figure politiche nella regione, non può essere affrontato saltuariamente e solo dopo che fatti tragici, che segnano la storia di una società come l’omicidio di Villavicencio, si sono verificati.
Ma gli USA, per ora, non sembrano dare segnali convincenti di essere tornati ad interessarsi nel profondo dei destini del loro giardino di casa affacciato a sud, sempre più regione dove, per giunta, si sviluppa una estesa e sistematica strategia di influenza cinese, russa e iraniana.
Andrea Merlo