Se il mondo occidentale, con poche eccezioni, si è unito almeno nella condanna al vile e barbaro attacco terrorista di Hamas contro Israele, specularmente non sono poche le dittature che hanno avuto reazioni ben diverse dalla condanna. Tra queste, non poteva mancare la dittatura più longeva della storia dell’America Latina.
La tirannia castrista, attraverso un comunicato ufficiale del Ministero degli Esteri, ha espresso la sua “grave preoccupazione per l’escalation della violenza tra Israele e Palestina, che è conseguenza di 75 anni di permanente violazione dei diritti inalienabili del popolo palestinese e ella politica aggressiva ed espansionista di Israele”. Insomma, Hamas magicamente scompare dalla scena per L’Avana, che non vede la sigla terrorista in campo, bensì il “popolo palestinese”, come se non esistesse l’ANP, e come se tutti i palestinesi sostenessero la criminale causa di Hamas. Ma oltre a questo, neanche l’ombra della parola “condanna”; e ciliegina sulla torta, per la tirannia comunista cubana, è comunque tutta colpa di Israele, della sua politica di espansionismo e – ça va sans dire – del suo storico alleato e “complice”, gli Stati Uniti d’America. In sostanza, l’attacco che ha comportato il più alto numero di vittime ebree dai tempi della Shoah semplicemente non esiste, per il regime comunista cubano: eppure, solo il giorno prima, il Ministro degli Esteri Bruno Rodriguez aveva manifestato pubblicamente la sua condanna contro un attacco terrorista ai danni di una cerimonia militare ad Homs (Siria), un fatto che, rispetto alla tragica giornata del 7 ottobre nel sud di Israele, appare totalmente insignificante.
In definitiva: Israele criminale, Stati Uniti complici, Hamas non esiste ma anzi si identifica con tutto il popolo palestinese, e il 7 ottobre non è successo nulla: l’ordinamento internazionale, si sa, non va di moda nell’Avana castrista. Rimane il fatto che il regime cubano ha manifestato, per l’ennesima volta, la sua scelta di campo: non che ciò sorprenda, anzi. Ma sorprende che, di fronte a tante e reiterate sue manifestazioni di vicinanza e sostegno alle più buie e sanguinose cause antioccidentali, molte capitali democratiche si ostinino a non assumere, nei confronti della dittatura comunista cubana, una posizione diplomatica dura e decisa.
Il testo del comunicato:
“La Repubblica di Cuba esprime grave preoccupazione per l’escalation di violenza tra Israele e Palestina, che è la conseguenza di 75 anni di violazione permanente dei diritti inalienabili del popolo palestinese e della politica aggressiva ed espansionistica di Israele.
Cuba esige una soluzione globale, giusta e duratura al conflitto israelo-palestinese, basata sulla creazione di due Stati, che permetta al popolo palestinese di esercitare il proprio diritto all’autodeterminazione e di avere uno Stato indipendente e sovrano entro i confini precedenti al 1967, con Gerusalemme Est come capitale.
Il Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite deve adempiere al suo mandato e porre fine all’impunità di Israele, la potenza occupante, di cui gli Stati Uniti sono storicamente complici, ostacolando ripetutamente l’azione dell’organismo, minando la pace, la sicurezza e la stabilità in Medio Oriente.
Cuba chiede la pace e la ricerca di una soluzione negoziale per evitare un’ulteriore escalation di un conflitto che è già costato la vita a decine di migliaia di persone.”
Qui il testo del comunicato integrale: cubaminrex.cu
Andrea Merlo