A Russia Today il dirigente di Hamas Ali Baraka ha detto che c’erano voluti due anni di preparazione per l’attacco di Hamas a Israele con modalità top secret e con la data di inizio dell’operazione a conoscenza di pochissimi tra i vertici del gruppo islamico (ansa.it). Anche i Paesi “alleati” sarebbero stati comunque informati solo dopo l’inizio delle azioni militari. Secondo Thomas L. Friedman, noto commentatore del New York Times, Hamas avrebbe teso addirittura una “trappola” all’Iran oltre che a Israele (nytimes.com). È però noto che Hamas riceve dall’Iran aiuti per almeno 100 milioni di dollari all’anno (edition.cnn.com), oltre che armi e addestramento (state.gov).
“Hamas non sarebbe stato in grado di attaccare Israele senza il sostegno iraniano”, ha affermato il cancelliere tedesco Olaf Scholz in parlamento (agi.it). “Non abbiamo fino a questo momento prove tangibili che l’Iran abbia sostenuto concretamente quest’attacco lanciato da Hamas, ma è evidente per noi che senza il sostegno iraniano degli ultimi anni, Hamas non sarebbe stata in grado di lanciare attacchi senza precedenti sul territorio israeliano”, ha sottolineato il cancelliere. “Teheran ci ha aiutato”, ha detto il leader di Hamas Mohammed Deif (rsi.ch). Che l’Iran abba aiutato Hamas a pianificare e organizzare l’attacco contro Israele, dando l’ok all’azione a sorpresa compiuta sabato 7 ottobre in un incontro avvenuto tra emissari del regime iraniano e membri di Hamas lunedì scorso 2 ottobre a Beirut, in Libano, è ricostruzione del Wall Street Journal, basata sulle informazioni fornite da membri di primo piano di Hamas e di Hezbollah (wsj.com).
Ma anche vari gruppi di hackers russi in questo momento stanno attaccando Israele in appoggio a Hamas (time.com). In particolare Killnet. La Russia è stata anche accusata di aver fornito hacker (bloomberg.com) per aiutare a disattivare i sistemi di allarme lungo il confine (washingtonpost.com), e di rilanciare con i suoi troll la propaganda pro Hamas (infobae.com/). Una cooperazione del genere in effetti è attestata da tempo (timesofisrael.com).
È vero: formalmente il governo russo deplora l’esplosione di violenza tra Hamas e Israele, e il ministro degli Esteri Lavrov reitera la richiesta dei “due popoli, due Stati” per arrivare alla pace (themoscowtime). Tant’è che Abu Mazen ha annunciato un viaggio a Mosca (twitter.com). Ma a marzo era venuta a Mosca anche una delegazione di Hamas (rferl.org). Se dunque ufficialmente Mosca gioca con entrambi i contendenti (rferl.org), Zelensky in un suo discorso alla nazione oltre a accostare idealmente l’attacco russo all’Ucraina con quello di Hamas a Israele (nytimes.com) ha apertamente accusato Mosca di avere appoggiato l’Operazione “Alluvione Al-Aqsa”, attraverso i suoi contatti con Teheran (president.gov.ua). Dice infatti di essere in possesso di “informazioni molto chiare secondo cui la Russia è interessata a provocare una guerra in Medio Oriente”. “Vediamo i propagandisti russi esultare. Vediamo gli amici iraniani di Mosca sostenere apertamente coloro che hanno attaccato Israele”.
Maurizio Stefanini