Israele ai ferri corti con la presidenza della Colombia. All’origine della crisi diplomatica, senza precedenti nella storia delle relazioni bilaterali dei due Paesi, molteplici prese di posizione da parte del presidente Gustavo Petro durante tutta la settimana successiva ai terribili fatti del 7 ottobre nel sud di Israele: posizioni marcate, secondo Gerusalemme, da forte antisemitismo e prive della benché minima espressione di condanna per quella che è, a tutti gli effetti, la strage di ebrei più grave e sanguinosa dai tempi della Shoah.
Il governo del Paese mediorientale è pertanto passato all’azione: come reso noto dal portavoce del Ministero degli Affari Esteri di Gerusalemme Lior Haiat, è stata convocata l’ambasciatrice colombiana presso Israele al fine di notificarle la nota di protesta per le parole “ostili e antisemite” del suo presidente: “Israele condanna – prosegue il portavoce – le dichiarazioni del Presidente, che costituiscono un sostegno agli orribili atti dei terroristi di Hamas, infiammano l’antisemitismo, danneggiano i rappresentanti dello Stato di Israele e minacciano la sicurezza della comunità ebraica in Colombia”. Infine, sempre tramite lo stesso comunicato, Lior Haiat fa anche sapere che, come prima misura, il governo israeliano ha deciso di sospendere “le esportazioni di sicurezza in Colombia”.
Una crisi diplomatica senza precedenti tra i due Paesi, tradizionalmente amici, specie considerando come la Colombia, almeno fino all’anno scorso, sia stata per decenni il migliore alleato latinoamericano del primo amico di Israele al mondo, gli Stati Uniti. Ma si sa, la musica (e le simpatie diplomatiche) a Bogotà potevano, e stanno cambiando -forse più rapidamente di quanto si immaginasse- da quando Gustavo Petro, ex guerrigliero membro della sigla terrorista comunista M19 è Presidente della Colombia.
Durissime le critiche dell’opposizione al governo di estrema sinistra colombiano, accusato di mettere a repentaglio non solo la buona immagine del Paese presso un alleato così prezioso come Israele, ma anche la capacità delle forze militari e di polizia nazionali nella perenne lotta contro il crimine organizzato: l’import di materiale di sicurezza che ora viene congelato come reazione di Gerusalemme per le deliranti dichiarazioni di Petro garantiva da tempo al dispositivo di sicurezza colombiano alti standard di capacità nel contrasto alle molteplici minacce tanto interne quanto internazionali di cui la Colombia è oggetto.
Tutto ciò con uno spettro che aleggia nel fondo: lo spettro di Hugo Chavez, il defunto dittatore venezuelano, che approfittò dell’episodio della flotilla Mavi Marmara nel 2010 per insultare pubblicamente Israele, espellere l’ambasciatore israeliano e provocare la rottura delle relazioni diplomatiche con il Paese mediorientale. Non è un caso se, poi, Caracas è diventata la principale porta di ingresso del terrorismo mediorientale in America Latina, nonché piattaforma operativa e di influenza politica, economica e militare iraniana nel continente.
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Il tweet del portavoce del ministero degli Esteri di Israele Lior Hayat:
Oggi, su indicazione del ministro degli Esteri Eli Cohen, l’ambasciatore Yonatan Peled, vicedirettore generale per l’America Latina del MAE, ha convocato l’ambasciatrice della Colombia, Margarita Manjarez, per consegnarle un richiamo in merito alle dichiarazioni ostili e antisemite contro lo Stato di Israele rilasciate la scorsa settimana dal presidente colombiano, Gustavo Petro.
Durante l’incontro, si è sottolineato all’ambasciatrice che le dichiarazioni del suo presidente sono state accolte in Israele con sgomento, considerando il barbaro attacco terroristico perpetrato da Hamas, attacco in cui sono stati uccisi più di 1.300 israeliani e rapiti oltre 150 civili innocenti.
Israele condanna le dichiarazioni del Presidente, che rappresentano un sostegno agli orribili atti dei terroristi di Hamas, infiammano l’antisemitismo, danneggiano i rappresentanti dello Stato di Israele e mettono in pericolo la sicurezza della comunità ebraica in Colombia.
Come prima misura di risposta, Israele ha deciso di interrompere le esportazioni di sicurezza in Colombia.
Andrea Merlo