José Centeno, Julio Norori, Cristóbal Gadea, Álvaro Toledo, Yesner Pineda, Ramón Angulo: la loro colpa per il regime di Ortega? Essere sacerdoti. I sei erano stati arrestati nel giro di meno di 10 giorni dalla Polizia Nazionale agli ordini del tiranno sandinista, che da tempo ha intrapreso una vera e propria guerra contro la Chiesa Cattolica, rea di non piegarsi alla volontà totalitaria del regime.
Tutti e sei, secondo testimoni diretti, erano stati prelevati a forza dagli organismi di sicurezza dalle rispettive case canoniche, senza mandati di cattura, senza dettagli su possibili incriminazioni e – secondo i pochi legali che ancora riescono a lavorare in Nicaragua per la difesa dei diritti fondamentali – senza che nemmeno i loro casi figurassero nel registro delle giurisdizioni nazionali come indagini attive. In ben 5 dei 6 casi, si tratta di appartenenti alla diocesi di Esteli, di cui era amministratore apostolico Monsignor Rolando Alvarez, il vescovo di Matagalpa simbolo della Chiesa perseguitata dal regime comunista di Ortega e condannato a inizio anno a 26 anni di carcere per “tradimento della Patria”. Con questa ultima stretta, saliva a 13 il numero dei parroci detenuti nelle carceri nicaraguensi.
Ora, il regime avrebbe trovato un accordo con il Vaticano: la Santa Sede accetterà di accogliere a Roma 12 dei 13 religiosi arrestati. Ma la situazione complessiva della fede cristiana nel Paese della dittatura sandinista è sempre più invivibile. Ad aggravare il panorama per la religione cristiana nel Paese centroamericano, anche la notizia di persecuzioni e atti di repressione che starebbero colpendo anche la comunità evangelica e alcuni suoi pastori attivi nel Paese: nonostante quindi la stretta del regime colpisca in maniera sistematica e diffusa il cattolicesimo nicaraguense, potrebbero non salvarsi dalla morsa della persecuzione anche altre correnti del cristianesimo pure presenti in Nicaragua.
I rapporti tra Managua e la Chiesa Cattolica si sono deteriorati a partire, in particolare, dall’espulsione del Nunzio apostolico all’inizio del 2022, e si sono ulteriormente aggravati con l’arresto e la condanna del vescovo di Matagalpa; ma non sono mancate le accuse di Ortega e della moglie, la vicedittatrice Rosario Murillo, sulla natura “mafiosa” della Chiesa Cattolica, parole deliranti cui Papa Francesco ha risposto alludendo alla instabilità mentale della cupola dittatoriale nicaraguense. Recentemente, anche la Compagnia di Gesù in Nicaragua e la più importante istituzione universitaria gesuitica sono state oggetto di persecuzione. E ora, il regime punta ad annichilire la presenza di sacerdoti nel Paese. Sono sempre più frequenti infatti i casi di parrocchie in cui mancano parroci per le funzioni religiose.
Andrea Merlo