Almeno 5000 secondo le autorità messicane, ma 8000 secondo gli organizzatori (tra cui l’ONG “Pueblos sin fronteras”), con centinaia i minorenni (intorno ai 400, almeno), e addirittura alcuni ultraottantenni: questi i numeri di una carovana di migranti che sta attraversando il Messico con l’obiettivo di giungere alla frontiera con gli Stati Uniti d’America.
Sarebbe, stando ai numeri, almeno la seconda carovana più grande dell’intero 2023, fino ad oggi. Tra le migliaia, soprattutto cubani, nicaraguensi, hondureñi, salvadoreñi, haitiani. E tanti, tantissimi venezuelani, perché l’esodo dall’ex “Venezuela saudita”, da anni ridotta a uno dei Paesi più poveri al mondo dal chavismo, non è si è mai interrotto, a dispetto della propaganda di Caracas che da tempo cerca di convincere l’opinione pubblica interna ed estera che “le cose si stanno sistemando”. Partita da Tapachula, nel sud del Messico (precisamente, nel Chiapas), la carovana è colma di migranti che hanno, in molti casi, attraversato la selva del Darien, la mortale fascia di foresta tropicale che ricopre il confine tra Colombia e Panamà, e che ingoia un numero imprecisato di persone ogni giorno, tra mille pericoli naturali e antropici (tra cui l’estorsione, la presenza di narcotrafficanti, la tratta di esseri umani, sequestri, violenze di ogni genere).
L’iniziativa, sotto la coordinazione di alcune ONG, è stata presa dopo che per mesi i migranti hanno chiesto assistenza e permessi legali di transito alle autorità messicane: mesi passati infruttuosamente, al punto da spingere la massa di latinos in cerca del sogno americano ad intraprendere il viaggio a piedi, verso il Rio Grande, dove, come si sa, è tutt’altro che scontato il raggiungimento dell’obiettivo finale: varcare il confine con gli Stati Uniti. E dove non è affatto scontato che si riesca ad arrivare, viste le politiche restrittive adottate dal governo di Andres Manuel Lopez Obrador su spinta di Washington: l’Istituto Nazionale per la Migrazione messicano ha infatti recentemente comunicato che, grazie alle nuove politiche, sono più di 30mila i migranti cui è stato impedito di salire sui treni clandestinamente utilizzati per evitare migliaia di chilometri di tragitto a piedi.
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Andrea Merlo