Chalchuapa, una cittadina del Salvador a pochi chilometri dal confine con il Guatemala. Conosciuta dagli esperti di archeologia precolombiana, ora finisce nella cronaca politica di un Paese che, dall’inizio della presidenza di Nayib Bukele, ha intrapreso un corso per alcuni controverso, all’insegna della lotta frontale al crimine organizzato nazionale di cui le sanguinarie Maras sono (o erano?) protagoniste indiscusse.
E controverso è anche, in un panorama che è destinato a surriscaldarsi in vista delle elezioni presidenziali del 2024, la decisione presa dal sindaco di Chalchuapa, Jorge Moran, vicino proprio al presidente Bukele e al suo partito Nuevas Ideas. La decisione, che ha fatto il giro dell’America Latina e che incontra pareri diametralmente divergenti, riguarda il busto dedicato a Ernesto “el Che” Guevara che la guerriglia comunista Frente Farabundo Martì para la Liberación Nacional – FMLN aveva collocato in una piazza della cittadina nel luglio del 2009.
La scultura celebrava il passaggio, nel 1954, del Che per la città di Chalchuapa, dove il “rivoluzionario” argentino aveva pernottato brevemente in uno dei suoi viaggi in lungo e in largo per la regione. Per Moran, evidentemente, non c’è nulla da celebrare, ed ha pertanto ordinato la rimozione del busto, che era stato posizionato dal FMLN proprio all’ingresso dell’area archeologica di Tazumal, luogo visitato da non pochi turisti internazionali. La decisione ha scatenato l’ira del Fronte Farabundo Martì e delle opposizioni al governo di Bukele: l’ex guerriglia accusa il sindaco Moran di voler “rimuovere la memoria storica dei popoli”, e ha chiamato tutte le sinistre nel Paese e in tutto il mondo a unirsi nella denuncia contro questo “atto selvaggio”.
Cosa pensi il popolo salvadoreño non è dato sapere, anche se il tasso di approvazione popolare nei confronti di Bukele e della sua linea politica non sembra diminuire. Sorprende, piuttosto, che un esponente locale filogovernativo si scagli contro il simbolo per eccellenza della sinistra comunista latinoamericana: spesso infatti, nel passato, Bukele aveva dato prova di un certo apprezzamento nei confronti del castrismo, della rivoluzione cubana e dei presunti risultati sul piano sociale raggiunti a Cuba. Forse il presidente si prepara ad una svolta anche di narrativa politico-ideologica in vista delle elezioni?
Andrea Merlo