Elkana Bohbot, 33 anni. Il 7 ottobre era nel sud di Israele, e ha incontrato il diavolo. Il diavolo, vestito da Hamas che spazza via la spensieratezza e l’allegria che si respirava al festival di musica di quel sabato di inizio ottobre. Elkana, ebreo colombo-israeliano viene rapito, assieme a più di 200 persone, dalle bestie nazistoidi di Hamas. Sparisce. Il pogrom è finito. Ma inizia la tragedia della sua famiglia, come per le famiglie di tutti gli altri morti ammazzati, violentati, squartati, bruciati, mutilati, decapitati. La sua famiglia, la moglie Rebecca, la figlia Reem. Da quel giorno, nulla più si è saputo, e ci si affida alla speranza, agli appelli, a Dio, per dare e darsi forza. Rebecca, anche lei colombo-israeliana, lancia un appello straziante, e lo fa circolare attraverso i social network: un appello semplice, nitido, perché in fin dei conti, chiede solo una cosa: che Elkana torni a casa, dove ad attenderlo ci saranno lei e Reem. “Saremo forti, per te, amore mio”.
Andrea Merlo