Se non fosse drammatica la condizione dell’Argentina, potrebbe sembrare uno spot di satira politica. Tragicomico senz’altro, per chi come noi osserva dall’esterno il rush finale delle elezioni presidenziali in Argentina.
Ma tragicamente aderente alla realtà lo scenario descritto indirettamente da uno degli spot della campagna di Javier Milei, l’ultraliberale che sfida Sergio Massa, candidato peronista e attuale ministro dell’economia di un Paese sull’orlo dell’iperinflazione, per l’ennesima volta.
Massa ha puntato da settimane sulla campagna di paura per cercare di sottrarre consensi all’economista, ora appoggiato anche da Mauricio Macri e Patricia Bullrich, usciti sconfitti dal primo turno di ottobre. In che consiste la campagna di paura? Semplice: dire agli argentini che, con una vittoria di Milei, perderanno tutte le presunte conquiste sociali merito di decenni di peronismo, dalla sanità alla scuola, dai trasporti pubblici al benessere diffuso.
Contro questa campagna di terrore, Milei ha risposto, proprio a ridosso della domenica decisiva, con un video che , di fatto, sbeffeggia la propaganda che lo descrive come il possibile macellaio sociale del Paese. Come? Semplicemente con un elenco di “conquiste” che il peronismo si è già incaricato di smantellare (quando non di lasciare del tutto incompiute): dai servizi pubblici alla fognature, dalla sanità alla sicurezza dei trasporti. Per non parlare del benessere e della garanzia di un futuro per le giovani generazioni: “occhio – dice la voce narrante nel video spot -, che se ne andranno tutti quei giovani che sono già andati via”.
Un’efficace trucco retorico per dire che non c’è già più niente da togliere agli argentini, che il peronismo non abbia già tolto loro. Finanche l’asado, la carne simbolo della cucina argentina, che già da anni molti non possono più permettersi, come in un tragico scherzo del destino per un Paese che è tra i primi produttori al mondo di carne (e che carne!).
E alla fine, di nuovo, il mantra della campagna di Milei nelle ultime settimane: l’appello a votare, e a votare senza ascoltare le sirene del terrore agitato dal peronismo: “questa domenica andiamo a votare, senza paura”.
Andrea Merlo