L’organizzazione russa per i diritti umani “Memorial” ha dichiarato prigioniero politico Nikita Zhuravel, il 19enne arrestato per aver presumibilmente bruciato un Corano a Volgograd alcuni mesi fa. Ad agosto il giovane era stato picchiato nel centro di detenzione preventiva di Grozny dal figlio del dittatore ceceno Kadyrov.
La vicenda inizia il 19 maggio quando sul canale Telegram “Morning of Daghestan” appare un video con un Corano in fiamme e una moschea sullo sfondo. Il video suscita l’indignazione dei musulmani e il giorno dopo le forze di sicurezza arrestano il giovane studente Nikita Zhuravel con l’accusa di aver violato l’art. 148 del Codice penale della Federazione Russa, la cosiddetta “legge anti-blasfemia” con cui Mosca ha recentemente aumentato pene e ammende per chi insulta i sentimenti dei fedeli.
Su Internet appare un video in cui Nikita Zhuravel, sdraiato sul pavimento in manette, afferma di aver bruciato il Corano su richiesta dell’Ucraina in cambio di 10mila rubli.
Il 21 maggio il capo del comitato investigativo Bastrykin trasferisce il caso Zhuravel alla Cecenia, affermando che molti residenti della regione si considerano sue vittime. Nel centro di detenzione preventiva di Grozny, Zhuravel viene accolto da una folla con manifesti che chiedono la pena di morte per il giovane. Contro lo studente viene aperto un procedimento penale.
Ad agosto il dittatore ceceno Kadyrov posta in rete un video del figlio 15enne Adam mentre colpisce con calci e pugni Nikita Zhuravel e ne tesse le lodi: “In rete si discute ancora sul fatto che Adam Kadyrov abbia picchiato il bruciatore del Sacro Corano Nikita Zhuravel, un complice dei servizi di sicurezza ucraini. Lo ha picchiato e ha fatto la cosa giusta. Inoltre, credo che chiunque violi le Sacre Scritture, compresi coloro che le bruciano in modo dimostrativo e offendono decine di milioni di cittadini del nostro grande Paese, debba essere severamente punito”, tuona il fedele alleato di Vladimir Putin sul suo canale Telegram. “Senza esagerare – prosegue il controverso leader ceceno – sono orgoglioso dell’azione di Adam. Si è sempre distinto per il desiderio di crescere non tra i suoi coetanei ma tra gli anziani, sviluppando così ideali adulti di onore, dignità e difesa della propria religione. Rispetto la sua scelta”.
“Memorial” denuncia come siano stati violati i diritti di Zhuravel “ad un giusto processo e alla protezione dalla tortura e dai trattamenti inumani” e mette in dubbio l’affermazione secondo cui “Zhuravel ha bruciato il Corano per ordine dei servizi segreti ucraini mentre monitorava contemporaneamente le strutture militari in Russia”: la sua “confessione” è stata probabilmente estorta sotto la pressione delle forze di sicurezza.
“Memorial” sottolinea inoltre che “il rogo pubblico del Corano è certamente provocatorio e merita di essere condannato” ma il fatto dovrebbe essere trattato come un reato civile, non penale, e aggiunge che la decisione di trasferire Zhuravel in custodia cautelare nella repubblica a maggioranza musulmana della Cecenia sia contraria alla legge.
Così come l’ammissione di estranei nel centro di custodia cautelare e il pestaggio di Zhuravel, approvati pubblicamente dal capo della Cecenia, sono violazioni che devono essere indagate.
Redazione