L’Iran avrebbe approfittato del catastrofico terremoto in Siria per mandare armi nascoste tra gli aiuti umanitari, in modo di favorire gli attacchi contro le truppe Usa.
Lo afferma il Washington Post (www.washingtonpost.com) sulla base dell’intelligence statunitense e di un funzionario militare israeliano. Il materiale inviato include armi leggere, munizioni e droni. Questa informazione è venuta alla luce dopo che i documenti del Pentagono – a cui il quotidiano statunitense ha avuto accesso – sono trapelati e sono stati diffusi sulla rete di messaggistica istantanea Discord. Ma conferma una precedente indagine di Reuters basata su fonti siriane, iraniane, israeliane e occidentali secondo cui Teheran avrebbe approfittato dei voli di aiuti umanitari dopo il terremoto per trasferire armi in Siria (reuters.com). Tale materiale, secondo le fonti consultate dall’agenzia di stampa, servirebbe a “blindare le difese dell’Iran contro Israele in Siria”. Le autorità iraniane hanno negato le accuse, affermando che le informazioni “non erano vere”.
Della cosa parla anche la Cnn (edition.cnn.com), che cita fonti di intelligence e difesa per cui i membri delle Guardie rivoluzionarie islamiche, e in particolare la Forza Quds, avrebbero utilizzato convogli dall’Iraq per trasportare segretamente armi e munizioni in Siria.
I documenti trapelati rivelano che subito dopo il terremoto, l’Iran e i suoi gruppi affini si sono mossi rapidamente “per sfruttare il caos”. Solo un giorno dopo il brutale terremoto, un gruppo militare con sede in Iraq “ha presumibilmente orchestrato il trasferimento di fucili, munizioni e 30 droni nascosti nelle spedizioni di aiuti per futuri attacchi alle forze statunitensi in Siria”. In Siria ci sono circa 900 soldati Usa che operano in coordinamento con le forze locali, soprattutto milizie curde, per impedire la rinascita dell’Isis. La minaccia che questi militari devono affrontare da parte di gruppi filo-iraniani è “persistente”, secondo i funzionari statunitensi.
Nei giorni successivi al terremoto, un funzionario della Quds Force ha ordinato a un gruppo di soldati iracheni di collocare armi all’interno degli aiuti umanitari, mentre un altro ha compilato un elenco di “centinaia” di veicoli e altri oggetti entrati in Siria dall’Iraq dopo il disastro. I rapporti riferiscono anche del coinvolgimento delle Forze di mobilitazione popolare irachene, un gruppo di milizie per lo più sciite associate all’Iran. Tuttavia, un portavoce della coalizione, Moayad Al Saadi, ha smentito l’informazione, assicurando che i pacchetti di aiuti sono stati autorizzati dal governo iracheno e hanno raggiunto la popolazione siriana bisognosa. Lo stesso esecutivo iracheno, guidato dal primo ministro Mohammed Shia al-Sudani, si è pronunciato sulla questione. Al-Sudani si è insediato lo scorso ottobre dopo che un’alleanza politica che riunisce i partiti sciiti vicini all’Iran, lo aveva proposto come candidato contro il religioso Muqtaba al-Sadr, anch’egli sciita ma critico nei confronti dell’influenza dell’Iran. nel paese. La formazione di Al-Sadr era stato il partito con il maggior numero di voti alle ultime elezioni dell’ottobre 2021.
Maurizio Stefanini*
*Roma, 1961. Giornalista e saggista, moglie e due figli, specialista in America Latina