Il Center for Alliance of Labour and Human Rights (CENTRAL) – un’organizzazione impegnata nel sostenere i diritti dei lavoratori cambogiani – ha manifestato forti preoccupazioni per il crescente numero di arresti di lavoratori cambogiani da parte delle autorità thailandesi. Il primo ministro, Hun Sen, riferisce che attualmente ci sono circa 1,3 milioni di lavoratori cambogiani all’estero, principalmente in Thailandia, Corea del Sud, Giappone, Malesia e Singapore.
L’ONG riporta che i lavoratori migranti cambogiani sono stati arrestati per essere entrati illegalmente in Thailandia con documenti non ufficiali o scaduti. Aggiunge inoltre che le azioni messe in atto dalle autorità sono andate ben oltre gli standard cautelari previsti dalla legge. Molti di questi soggetti sono stati infatti torturati, ammanettati e detenuti in spazi ristretti e angusti.
CENTRAL conclude con un appello rivolto alle istituzioni cambogiane e thailandesi affinché la questione sia discussa e siano trovate soluzioni volte a permettere ai lavoratori cambogiani di lavorare nel rispetto della legge e dei principi dei diritti umani.
Federica Donati