“La mafia liquida”: così nel 2008 la ‘Ndrangheta fu definita dall’allora presidente della Commissione antimafia Francesco Forgione (ibs.it). Un rifacimento della nota definizione di Zygmunt Bauman, per sottolineare la sua trasformazione da struttura arcaica in “un soggetto criminale moderno, con una borghesia mafiosa, lontana apparentemente da tradizionali logiche militari, come dalla gestione delle più imbarazzanti attività militari, inserita progressivamente nei salotti buoni della società; in questo modo si fanno gli affari, si costituiscono le società miste, si appaltano i servizi pubblici, si scelgono i consulenti di chi governa, per determinare le grandi scelte del territorio”. “La mafia italiana della ‘Ndrangheta ha capitalizzato il boom della cocaina in Sud America per assicurarsi il ruolo di uno dei gruppi di traffico di droga più influenti al mondo”, spiega Insight Crime (insightcrime.org). “Con sede nella regione meridionale italiana della Calabria, questo gruppo è cresciuto fino a diventare un’impresa multimiliardaria con una presenza in tutto il mondo”.
Di queste premesse c’è bisogno per comprendere lche ‘importanza dell’operazione contro la ‘ndrangheta coordinata dall’agenzia di cooperazione giudiziaria dell’Unione Europea Eurojust il 3 maggio ha arrestato decine di persone e sequestrato milioni di euro in tutta Europa. Obiettivo: smantellare una rete che comprende ‘ndrangheta, produttori di droga colombiani e gruppi paramilitari, e sposta ogni anno tonnellate di cocaina in Europa e in Australia. L’inchiesta ha scoperto come queste reti utilizzassero porti in Ecuador, Panama e Brasile per inviare droga colombiana ai porti del nord Europa, trafficando anche armi. I proventi della droga sono stati poi riciclati attraverso ristoranti, gelaterie e autolavaggi, e il denaro inviato ai produttori di droga colombiani tramite un servizio di bonifico bancario cinese, secondo le autorità italiane e una dichiarazione della stampa dei Carabinieri. “Con le misure coordinate adottate oggi in tutta Europa, le forze dell’ordine hanno inferto un duro colpo alla ‘ndrangheta”, ha affermato il ministro dell’Interno tedesco Nancy Faeser. “I raid di oggi costituiscono una delle più grandi operazioni finora effettuate nella lotta alla criminalità organizzata italiana”.
In Italia, agenti dei carabinieri con il supporto di elicotteri hanno eseguito mandati di cattura nei confronti di 108 persone accusate, tra gli altri reati, di associazione mafiosa, riciclaggio e detenzione, produzione e traffico di armi e stupefacenti. Una delle figure chiave della rete era un ex e potente capo, Rocco Morabito, arrestato nel 2021 in Brasile dopo quasi 20 anni di latitanza. L’inchiesta ha anche confermato la forza duratura di una manciata di famigerati clan della ‘ndrangheta che operano nel comune calabrese di San Luca. In Germania, più di 1.000 agenti hanno perquisito dozzine di case, uffici e negozi negli stati di Baviera, Renania settentrionale-Vestfalia, Renania-Palatinato e Turingia. Più di 30 sospetti con mandati pendenti sono stati arrestati. Oltre che in Italia e in Germania, sono stati emessi mandati di arresto anche in Belgio, Francia, Portogallo, Romania e Spagna e sono stati effettuati raid in Slovenia. La Polizia giudiziaria portoghese ha riferito che i suoi agenti avevano arrestato un italiano di 62 anni accusato di associazione illecita, riciclaggio di denaro e traffico di stupefacenti nell’ambito dell’operazione europea, denominata “Eureka”. Sequestrati anche quasi mezzo milione di euro e vari documenti, oltre ad altri oggetti sequestrati.
Negli ultimi anni, le autorità europee hanno condotto una campagna contro la ‘ndrangheta, che ha sede in Calabria ed è forse il gruppo criminale organizzato più ricco del mondo. Il gruppo ha raccolto decine di miliardi di dollari di profitti nel corso di decenni dal commercio di cocaina e ha ampliato la sua presenza in Europa e in altri continenti man mano che la mafia siciliana perdeva influenza. In una conferenza stampa tenutasi a Reggio Calabria, capoluogo della Calabria, i responsabili dell’operazione hanno stimato che in anni di indagini fossero state sequestrate 23 tonnellate di cocaina, privando la ‘ndrangheta di circa 2,5 miliardi di euro (2,8 miliardi di dollari) di entrate derivanti dalla droga. Inoltre, hanno annunciato il sequestro di beni per un valore di 25 milioni di euro. Margaritis Schinas, vicepresidente della Commissione esecutiva Ue, ha affermato che l’operazione “ha colpito un fulmine, come era il nome dell’operazione, contro il sindacato della criminalità organizzata ‘ndrangheta… con più di 100 arresti”. In Germania, l’operazione si è concentrata principalmente su n Renania Settentrionale-Vestfalia e Renania-Palatinato, con circa 500 agenti dispiegati in ciascuno Stato. Nella Renania settentrionale-Vestfalia sono state perquisite 51 case, appartamenti, uffici e locali commerciali e sono stati arrestati 15 sospetti. Il ministro dell’Interno della Renania-Palatinato Michael Ebling ha descritto le operazioni come un “colpo efficace” contro la criminalità organizzata. La `Ndrangheta ha una forte presenza in Germania dagli anni ’70 ed è considerata il più forte gruppo criminale organizzato italiano nel paese ed è concentrata sul traffico internazionale di droga, secondo l’Ufficio federale tedesco per le indagini penali.
La leggenda della ‘Ndrangheta narra di tre fratelli dell’illustre casata dei Montalbano che vissero tanti secoli fa a Madrid: Osso, Mastrosso e Carcagnosso. Un giorno, un potente del luogo sedusse una delle loro sorelle. I tre, per vendicarne l’onore, lo uccisero, nella miglior tradizione del machismo mediterraneo. E poi, per sfuggire al castigo della legge, scapparono in Italia. Una volta arrivati alla loro nuova patria, decisero di dedicare le loro vite a combattere le ingiustizie e proteggere i deboli, chiamando ognuno a proprio patrono un santo diverso. Quindi si divisero. Osso, che aveva scelto San Giorgio, andò in Sicilia, dove fondò l’Onorata Società. Altrimenti nota come mafia. Mastrosso, che si era invece affidato alla Madonna, veleggiò alla volta di Napoli, dove diede vita alla Bella Società Riformata. In seguito detta anche camorra. Carcagnosso, infine, devoto dell’arcangelo Michele, se ne andò in Calabria, dove diede vita alla Fibbia. Più tardi ribattezzata ‘Ndrangheta.
In realtà, questa storia fu inventata per dare eguale “quarti di nobilità” a una organizzazione criminale calabrese meno antica delle “sorelle”, e nata nel 1875, quando il governo Minghetti approvò una legge speciale per spedire mafiosi e camorristi al domicilio coatto in Aspromonte. Invece di ripulire Sicilia e Campania, si diede ai capicosca confinati l’occasione di colonizzare un nuovo territorio, organizzando i malavitosi locali. Ma la ‘Ndrangheta restò la parente povera fino a mzzo secolo fa, e all’arrivo del narcotraffico. Probabilmente perché era meno antica e dunque anche meno tradizionalista, è stata quella delle mafie italiane che meglio è riuscita a cogliere l’occasione, fino a prendere il primo posto. Ed è stata anche quella che più di tutto è riuscita a reinvestire gli utili nelle attività del Nord. Insomma, il nome per antonomasia è quello della mafia, Saviano scrive di Gomorra alludendo alla camorra, ma è la ndrangheta oggi la numero uno. Anche la sua cellula di base ‘ndrina, centrata sul territorio e basata basata su vincoli di sangue tra i componenti, si è rivelata meno infiltrabile dagli inquirenti, e anche meno tentata da farsi guerre interne.
Importante è stato anche l’uso del porto di Gioia Tauro, diventato operativo nel 1995, e in cui la famiglia Piromalli avrebbe subito imposto un pizzo da 1,50 per ciascuno dei 570.000 container che venivano trasbordati al porto ogni anno.. Già nel 2008 la Commissione Antimafia affermava che la ‘Ndrangheta gestiva fino all’80% delle spedizioni di cocaina in Europa. Vero che in seguito le autorità hanno iniziato a colpire. Solo nel 2021 le autorità hanno sequestrato al porto 13 tonnellate di cocaina, pari al 97% di tutta la cocaina sequestrata alle frontiere italiane, e circa il 20% di tutta la cocaina transitata sul territorio italiano, come ha dichiarato Bruno Megale, questore della regione di Reggio Calabria, in un’inchiesta parlamentare del dicembre 2021. Avendo Gioia Tauro perso importanza come snodo commerciale di merci sia legali che illegali rispetto ad altri porti europei,
i trafficanti si sono invece rivolti ai porti più grandi d’Europa, Anversa e Rotterdam. Le autorità belghe e olandesi in quei due porti hanno sequestrato rispettivamente 89 e 70 tonnellate di cocaina nel 2021, molto più delle 13 tonnellate di Gioia Tauro. Anche lì, la maggior efficacia degli inquirenti ha portato alla ricerca di nuovi punti di ingresso, tra cui ultimissima San Pietroburgo (theglobalnews.it).
La ‘Ndrangheta sta inoltre affrontando una crescente concorrenza da parte di altre reti di trafficanti europee. In Colombia, il principale paese produttore di cocaina, le organizzazioni criminali si sono divise in fazioni più piccole. Ciò ha aperto la porta ad altri gruppi europei, come le reti albanesi, per acquistare cocaina direttamente in Sud America.
Ma i calabresi restano forti. Nell’agosto 2022, le autorità brasiliane hanno sequestrato oltre mezza tonnellata di cocaina destinata al terminal portuale di Vado Ligure, che la ‘Ndrangheta utilizza come alternativa a Gioia Tauro. Il porto di Genova, parte dello stesso cluster portuale, è tra “i più infiltrati dalla ‘Ndrangheta”, ha affermato nel 2017 Federico Cafiero de Raho, procuratore nazionale antimafia e antiterrorismo, secondo un rapporto della Commissione parlamentare del 2022.
Inoltre, la ‘Ndrangheta ora collabora spesso con altri gruppi, trafficando attraverso diversi porti europei e condividendo costi e rischi per una spedizione.
Maurizio Stefanini*
*Roma, 1961. Giornalista e saggista, moglie e due figli, specialista in America Latina